Author: | Francesca Serra | ISBN: | 9788869730740 |
Publisher: | Salerno Editrice | Publication: | July 22, 2015 |
Imprint: | Salerno Editrice | Language: | Italian |
Author: | Francesca Serra |
ISBN: | 9788869730740 |
Publisher: | Salerno Editrice |
Publication: | July 22, 2015 |
Imprint: | Salerno Editrice |
Language: | Italian |
«Un classico – scrive Italo Calvino nel 1981, quattro anni prima di morire – è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire». E anche l’opera che ci ha lasciato sembra non smettere mai di parlarci: lo iniziamo a leggere a scuola, con Marcovaldo, o la trilogia dei Nostri antenati, piú avanti ci sorprende con libri tanto differenti tra loro, come Il sentiero dei nidi di ragno e Le Cosmicomiche, fino a quel best seller internazionale che fu Se una notte d’inverno un viaggiatore, composto di dieci inizi di romanzi diversi. Nato nel 1923, le prime cose che raccontò furono la guerra e la Resistenza: e lo fece in modi sorprendenti per l’epoca, inventandosi un neorealismo fiabesco che Pavese salutò come la migliore novità letteraria del dopoguerra. Poi vennero gli anni Cinquanta, con l’impegno tra politica e cultura, la collaborazione ai giornali e il lavoro alla casa editrice Einaudi. Calvino s’intestardiva a scrivere il grande romanzo realista, senza mai riuscirci; e nel frattempo maturava la sua piú esuberante vena creativa, quella fantastica. Dagli anni Sessanta in poi s’inoltra nella complicata nebulosa dei nuovi tempi, solitario e introverso, diventando uno dei narratori piú acuti e celebri della modernità. Questo ampio saggio di Francesca Serra ne ripercorre l’intera opera, dai primissimi racconti giovanili ai testi lasciati incompiuti alla morte, combinando le notizie in dettaglio sulle singole tappe con uno sguardo critico complessivo, che guida il lettore a tenere insieme i fili di una vocazione sempre rivolta al cambiamento. Ne risulta l’aggiornato e brillante ritratto di un autore tra i piú originali del Novecento, che restituisce un’immagine lontana da quella vulgata di scrittore tra i piú felici e risolti della nostra letteratura. Perché c’è sempre un altro Calvino dietro quello che si è già incontrato, un nuovo scrittore dietro quello che si crede di conoscere, secondo la regola che ne fa un vero classico: non lasciarsi mai leggere una volta per tutte.
«Un classico – scrive Italo Calvino nel 1981, quattro anni prima di morire – è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire». E anche l’opera che ci ha lasciato sembra non smettere mai di parlarci: lo iniziamo a leggere a scuola, con Marcovaldo, o la trilogia dei Nostri antenati, piú avanti ci sorprende con libri tanto differenti tra loro, come Il sentiero dei nidi di ragno e Le Cosmicomiche, fino a quel best seller internazionale che fu Se una notte d’inverno un viaggiatore, composto di dieci inizi di romanzi diversi. Nato nel 1923, le prime cose che raccontò furono la guerra e la Resistenza: e lo fece in modi sorprendenti per l’epoca, inventandosi un neorealismo fiabesco che Pavese salutò come la migliore novità letteraria del dopoguerra. Poi vennero gli anni Cinquanta, con l’impegno tra politica e cultura, la collaborazione ai giornali e il lavoro alla casa editrice Einaudi. Calvino s’intestardiva a scrivere il grande romanzo realista, senza mai riuscirci; e nel frattempo maturava la sua piú esuberante vena creativa, quella fantastica. Dagli anni Sessanta in poi s’inoltra nella complicata nebulosa dei nuovi tempi, solitario e introverso, diventando uno dei narratori piú acuti e celebri della modernità. Questo ampio saggio di Francesca Serra ne ripercorre l’intera opera, dai primissimi racconti giovanili ai testi lasciati incompiuti alla morte, combinando le notizie in dettaglio sulle singole tappe con uno sguardo critico complessivo, che guida il lettore a tenere insieme i fili di una vocazione sempre rivolta al cambiamento. Ne risulta l’aggiornato e brillante ritratto di un autore tra i piú originali del Novecento, che restituisce un’immagine lontana da quella vulgata di scrittore tra i piú felici e risolti della nostra letteratura. Perché c’è sempre un altro Calvino dietro quello che si è già incontrato, un nuovo scrittore dietro quello che si crede di conoscere, secondo la regola che ne fa un vero classico: non lasciarsi mai leggere una volta per tutte.