Dialogo della divina Provvidenza

Nonfiction, Art & Architecture, General Art, Art History, Religious
Cover of the book Dialogo della divina Provvidenza by Caterina da Siena, Publisher s19595
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Caterina da Siena ISBN: 9788827518076
Publisher: Publisher s19595 Publication: November 16, 2017
Imprint: Language: Italian
Author: Caterina da Siena
ISBN: 9788827518076
Publisher: Publisher s19595
Publication: November 16, 2017
Imprint:
Language: Italian

L'opera "Dialogo della divina provvidenza" è appunto il frutto di queste estasi, opera dettata a dei discepoli che scrivevano alla sua presenza.Il Pontefice Paolo VI la fece diventare "Dottore della Chiesa".Lingua umana non basta, figlia mia, a narrare la pena di queste anime miserande.(..)Questa prima pena produce in loro la seconda, quella del verme della coscienza che sempre li rode, poiché per loro colpa si vedono privati di me e della conversazione con gli angeli, e per di più si vedono divenuti degni della conversazione con i demoni e della loro visione.II vedere poi il diavolo, che è la terza pena, moltiplica ogni loro sofferenza. Se infatti i santi sempre esultano nella mia visione ripensando con gaudio al frutto dei sacrifici che hanno sopportato per me con grandissimo amore e disprezzo di sé, il contrario è di questi sventurati, che nella visione dei demoni acuiscono il proprio tormento: nel vedere i demoni riconoscono se stessi, cioè capiscono che per propria colpa se ne son resi degni. In tal modo il tarlo della coscienza ancor più li rode e mai ha tregua il fuoco bruciante di questa consapevolezza". (cfr Isaia 66,24)Pena ancor più grande deriva loro dal vedere la figura stessa del demonio, tanto orribile che non v'è cuore umano che possa figurarsela. Se ben ricordi, infatti, saprai che, avendoti Io mostrato il demonio nella sua forma, e per un piccolo spazio di tempo - quasi un punto! - tu, dopo esser tornata in te, hai scelto, piuttosto, di camminare lungo una strada lastricata di fuoco, durasse pure sino al giorno del giudizio, disposta a calpestare il fuoco coi tuoi piedi, piuttosto che vederlo ancora.Ma quantunque tu l'abbia visto, ancora non sai quanto egli sia orribile, perché, per divina giustizia, egli si mostra ancor più repellente all'anima che si è privata di me, e in modo più o meno grave a seconda della gravità delle colpe commesse.E il quarto tormento è il fuoco. È un fuoco che brucia ma non consuma l'anima; questa non si può consumare, non essendo cosa materiale che il fuoco possa ridurre a niente, dal momento che è incorporea. Ma Io per divina giustizia ho permesso che il fuoco la bruci tormentosamente, la tormenti e non la consumi, e la tormenti e bruci con grandissime sofferenze, in modi diversi a seconda della gravità dei peccati, chi più chi meno, secondo il peso delle colpe.Da questi quattro tormenti derivano tutti gli altri, con freddo e caldo e strider di denti. Ecco in che modo miserabile hanno ricevuta la morte eterna, dopo i rimproveri loro rivolti in vita per il falso giudizio e per l'ingiustizia, non essendosi corretti in occasione di questa prima accusa, come ho detto, né della seconda, cioè in punto di morte quando non vollero sperare, né dolendosi dell'offesa fatta a me ma affliggendosi soltanto per la propria pena.Tratto da: "Dialogo della divina provvidenza" di Santa Caterina da Siena.

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

L'opera "Dialogo della divina provvidenza" è appunto il frutto di queste estasi, opera dettata a dei discepoli che scrivevano alla sua presenza.Il Pontefice Paolo VI la fece diventare "Dottore della Chiesa".Lingua umana non basta, figlia mia, a narrare la pena di queste anime miserande.(..)Questa prima pena produce in loro la seconda, quella del verme della coscienza che sempre li rode, poiché per loro colpa si vedono privati di me e della conversazione con gli angeli, e per di più si vedono divenuti degni della conversazione con i demoni e della loro visione.II vedere poi il diavolo, che è la terza pena, moltiplica ogni loro sofferenza. Se infatti i santi sempre esultano nella mia visione ripensando con gaudio al frutto dei sacrifici che hanno sopportato per me con grandissimo amore e disprezzo di sé, il contrario è di questi sventurati, che nella visione dei demoni acuiscono il proprio tormento: nel vedere i demoni riconoscono se stessi, cioè capiscono che per propria colpa se ne son resi degni. In tal modo il tarlo della coscienza ancor più li rode e mai ha tregua il fuoco bruciante di questa consapevolezza". (cfr Isaia 66,24)Pena ancor più grande deriva loro dal vedere la figura stessa del demonio, tanto orribile che non v'è cuore umano che possa figurarsela. Se ben ricordi, infatti, saprai che, avendoti Io mostrato il demonio nella sua forma, e per un piccolo spazio di tempo - quasi un punto! - tu, dopo esser tornata in te, hai scelto, piuttosto, di camminare lungo una strada lastricata di fuoco, durasse pure sino al giorno del giudizio, disposta a calpestare il fuoco coi tuoi piedi, piuttosto che vederlo ancora.Ma quantunque tu l'abbia visto, ancora non sai quanto egli sia orribile, perché, per divina giustizia, egli si mostra ancor più repellente all'anima che si è privata di me, e in modo più o meno grave a seconda della gravità delle colpe commesse.E il quarto tormento è il fuoco. È un fuoco che brucia ma non consuma l'anima; questa non si può consumare, non essendo cosa materiale che il fuoco possa ridurre a niente, dal momento che è incorporea. Ma Io per divina giustizia ho permesso che il fuoco la bruci tormentosamente, la tormenti e non la consumi, e la tormenti e bruci con grandissime sofferenze, in modi diversi a seconda della gravità dei peccati, chi più chi meno, secondo il peso delle colpe.Da questi quattro tormenti derivano tutti gli altri, con freddo e caldo e strider di denti. Ecco in che modo miserabile hanno ricevuta la morte eterna, dopo i rimproveri loro rivolti in vita per il falso giudizio e per l'ingiustizia, non essendosi corretti in occasione di questa prima accusa, come ho detto, né della seconda, cioè in punto di morte quando non vollero sperare, né dolendosi dell'offesa fatta a me ma affliggendosi soltanto per la propria pena.Tratto da: "Dialogo della divina provvidenza" di Santa Caterina da Siena.

More books from Publisher s19595

Cover of the book Le Quindici Orazioni di Santa Brigida by Caterina da Siena
Cover of the book Encomio alla verginità by Caterina da Siena
Cover of the book La chiave del Paradiso by Caterina da Siena
Cover of the book The mystical city of God by Caterina da Siena
Cover of the book Diary of St Gemma Galgani by Caterina da Siena
Cover of the book Fino all'ultimo spicciolo by Caterina da Siena
Cover of the book L'essenza della beatitudine by Caterina da Siena
Cover of the book L' Amore dell'eterna Sapienza by Caterina da Siena
Cover of the book La cronostoria delle apparizioni di Fatima by Caterina da Siena
Cover of the book La vita di Antonio by Caterina da Siena
Cover of the book Sermons of the cure of Ars by Caterina da Siena
Cover of the book De civitate Dei by Caterina da Siena
Cover of the book Nel glorioso coro dei Santi by Caterina da Siena
Cover of the book Specchio di perfezione by Caterina da Siena
Cover of the book La nuvoletta del Carmelo by Caterina da Siena
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy