Author: | Mattea Rolfo | ISBN: | 9788867556939 |
Publisher: | Mattea Rolfo | Publication: | March 12, 2013 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Mattea Rolfo |
ISBN: | 9788867556939 |
Publisher: | Mattea Rolfo |
Publication: | March 12, 2013 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Emilio non crede in tutto ma crede in qualcosa.
Un’identità ce l’ha, ma ne ricerca in ogni istante una più calzante. La carta d’identità, invece, la perde sempre.
Ama vivere, anche se ogni tanto si accorge di morirelentamente.
Del resto, Emilio è umano.
Emilio non è né basso né grasso, né alto né magro, né bello né brutto. Ma si sente quasi sempre troppo basso o troppo alto, troppo magro o troppo grasso, troppo brutto o troppo bello. Raramente si sente giusto.
Del resto, Emilio è umano.
Emilio ha trent’anni. Non potendosi più permettere un amico immaginario, ha un figlio immaginario di nome Ugo.
Emilio osserva tutto quello che lo circonda, e, generalmente, quello che lo circonda gli interessa. Non che sia per forza bello, ma di sicuro è interessante. Non capisce come faccia la gente ad annoiarsi, con tutto quello che c’è da osservare. A lui sembra, più che altro, che non ci siano mai abbastanza
ore nella giornata, e mai abbastanza giornate nei mesi, e mai abbastanza mesi negli anni, e mai abbastanza anni nella vita. Allora, vista tutta questa ristrettezza temporale, ha deciso di lasciare un’eredità a Ugo.
Ha preso un taccuino, e ha iniziato ad appuntare tutte le sue considerazioni. Così, una volta finiti i suoi ore, giorni, mesi, anni, Ugo avrebbe potuto continuare la sua opera.
Certo, Ugo è immaginario, ma il taccuino è pieno di immaginazione.
Certo, Ugo è incorporeo, ma i suoi pensieri non sono privi di spessore.
E così, la sua eredità sarà il taccuino di Emilio.
Emilio non crede in tutto ma crede in qualcosa.
Un’identità ce l’ha, ma ne ricerca in ogni istante una più calzante. La carta d’identità, invece, la perde sempre.
Ama vivere, anche se ogni tanto si accorge di morirelentamente.
Del resto, Emilio è umano.
Emilio non è né basso né grasso, né alto né magro, né bello né brutto. Ma si sente quasi sempre troppo basso o troppo alto, troppo magro o troppo grasso, troppo brutto o troppo bello. Raramente si sente giusto.
Del resto, Emilio è umano.
Emilio ha trent’anni. Non potendosi più permettere un amico immaginario, ha un figlio immaginario di nome Ugo.
Emilio osserva tutto quello che lo circonda, e, generalmente, quello che lo circonda gli interessa. Non che sia per forza bello, ma di sicuro è interessante. Non capisce come faccia la gente ad annoiarsi, con tutto quello che c’è da osservare. A lui sembra, più che altro, che non ci siano mai abbastanza
ore nella giornata, e mai abbastanza giornate nei mesi, e mai abbastanza mesi negli anni, e mai abbastanza anni nella vita. Allora, vista tutta questa ristrettezza temporale, ha deciso di lasciare un’eredità a Ugo.
Ha preso un taccuino, e ha iniziato ad appuntare tutte le sue considerazioni. Così, una volta finiti i suoi ore, giorni, mesi, anni, Ugo avrebbe potuto continuare la sua opera.
Certo, Ugo è immaginario, ma il taccuino è pieno di immaginazione.
Certo, Ugo è incorporeo, ma i suoi pensieri non sono privi di spessore.
E così, la sua eredità sarà il taccuino di Emilio.