I saggi raccolti in questo volume nascono tutti da una medesima preoccupazione, che è quella di capire che cosa il fascismo sia stato e quale posto esso occupi nella nostra storia nazionale. A questi temi, del resto, Vivarelli ha dedicato la massima parte della sua opera di storico, mettendo anche in gioco qualche anno fa, in una sofferta testimonianza, le radici autobiografiche del suo impegno scientifico. Nelle pagine che qui si presentano l’attenzione si concentra su due nodi centrali: la cultura del fascismo e la guerra civile 1943-45, con le relative, accese controversie storiografiche alle quali l’autore prende parte con forte vigore polemico. L’ampio saggio introduttivo riflette, tra bilancio storiografico e autobiografia intellettuale, sulle insufficienze dei conti che il nostro paese ha fatto con il proprio passato fascista.
I saggi raccolti in questo volume nascono tutti da una medesima preoccupazione, che è quella di capire che cosa il fascismo sia stato e quale posto esso occupi nella nostra storia nazionale. A questi temi, del resto, Vivarelli ha dedicato la massima parte della sua opera di storico, mettendo anche in gioco qualche anno fa, in una sofferta testimonianza, le radici autobiografiche del suo impegno scientifico. Nelle pagine che qui si presentano l’attenzione si concentra su due nodi centrali: la cultura del fascismo e la guerra civile 1943-45, con le relative, accese controversie storiografiche alle quali l’autore prende parte con forte vigore polemico. L’ampio saggio introduttivo riflette, tra bilancio storiografico e autobiografia intellettuale, sulle insufficienze dei conti che il nostro paese ha fatto con il proprio passato fascista.