Author: | Vladimir Nabokov | ISBN: | 9788845973284 |
Publisher: | Adelphi | Publication: | November 14, 2012 |
Imprint: | Adelphi | Language: | Italian |
Author: | Vladimir Nabokov |
ISBN: | 9788845973284 |
Publisher: | Adelphi |
Publication: | November 14, 2012 |
Imprint: | Adelphi |
Language: | Italian |
È il 1974 e il settantenne Vadim Vadimovič, scrittore incluso nella rosa dei candidati al Nobel, ripercorre la propria vita con cruda sincerità. Nato a Pietroburgo in una famiglia aristocratica, vive un'infanzia solitaria e infelice che è all'origine di inquietanti turbe psichiche. Quando scoppia la rivoluzione bolscevica fugge avventurosamente all'estero e ripara in Inghilterra; più tardi, in Francia, ha inizio la sua carriera di letterato, illustrata con esilaranti notazioni. Arrogante e asociale, sbrigativo nei rapporti sentimentali, assillato dalla sensazione che la sua esistenza sia la parodia di quella di un altro, si sposa indotto solo da impulsi erotici, indulge a tradimenti con disinvolte fanciulle, prova torbide attrazioni per adolescenti impuberi, e mentre insegna svogliato in una detestabile università della provincia americana vede acuirsi i suoi disordini mentali. Dovrà arrivare alle soglie della vecchiaia per incontrare la vera eroina del libro, una giovane donna il cui nome resterà segreto – perché solo così si preservano le cose preziose della vita. Sarà lei a dischiudergli il nesso armonico tra amore e arte, tra invenzione e realtà: e la possibilità di trascendere il sé addentrandosi in una dimensione spirituale che ignora ogni confine. Tutt'altro che segreta è invece la vera identità di Vadim Vadimovič N., il Narratore, che subito si rivela una caricaturale rappresentazione del suo artefice: o meglio, del volgare fraintendimento della sua personalità generato da certa critica, incline a descriverlo come autoreferenziale, ossessionato dai doppi, dai personaggi marionetta che adombrano la mano del burattinaio. Con gli "Arlecchini" Nabokov in realtà ci consegna uno dei suoi romanzi più divertenti e beffardi lasciando al lettore il compito di classificarlo: un trattato sull’amore nelle sue diverse declinazioni? Un inedito affresco della vita dei russi émigré? Un criptico manuale sulla percezione dello spazio e del tempo? O forse la sublime irrisione di ogni racconto autobiografico?
È il 1974 e il settantenne Vadim Vadimovič, scrittore incluso nella rosa dei candidati al Nobel, ripercorre la propria vita con cruda sincerità. Nato a Pietroburgo in una famiglia aristocratica, vive un'infanzia solitaria e infelice che è all'origine di inquietanti turbe psichiche. Quando scoppia la rivoluzione bolscevica fugge avventurosamente all'estero e ripara in Inghilterra; più tardi, in Francia, ha inizio la sua carriera di letterato, illustrata con esilaranti notazioni. Arrogante e asociale, sbrigativo nei rapporti sentimentali, assillato dalla sensazione che la sua esistenza sia la parodia di quella di un altro, si sposa indotto solo da impulsi erotici, indulge a tradimenti con disinvolte fanciulle, prova torbide attrazioni per adolescenti impuberi, e mentre insegna svogliato in una detestabile università della provincia americana vede acuirsi i suoi disordini mentali. Dovrà arrivare alle soglie della vecchiaia per incontrare la vera eroina del libro, una giovane donna il cui nome resterà segreto – perché solo così si preservano le cose preziose della vita. Sarà lei a dischiudergli il nesso armonico tra amore e arte, tra invenzione e realtà: e la possibilità di trascendere il sé addentrandosi in una dimensione spirituale che ignora ogni confine. Tutt'altro che segreta è invece la vera identità di Vadim Vadimovič N., il Narratore, che subito si rivela una caricaturale rappresentazione del suo artefice: o meglio, del volgare fraintendimento della sua personalità generato da certa critica, incline a descriverlo come autoreferenziale, ossessionato dai doppi, dai personaggi marionetta che adombrano la mano del burattinaio. Con gli "Arlecchini" Nabokov in realtà ci consegna uno dei suoi romanzi più divertenti e beffardi lasciando al lettore il compito di classificarlo: un trattato sull’amore nelle sue diverse declinazioni? Un inedito affresco della vita dei russi émigré? Un criptico manuale sulla percezione dello spazio e del tempo? O forse la sublime irrisione di ogni racconto autobiografico?