I Torinesi

Biography & Memoir, Literary, Historical
Cover of the book I Torinesi by Osvaldo Guerrieri, Neri Pozza
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Osvaldo Guerrieri ISBN: 9788854509757
Publisher: Neri Pozza Publication: February 11, 2015
Imprint: Neri Pozza Language: Italian
Author: Osvaldo Guerrieri
ISBN: 9788854509757
Publisher: Neri Pozza
Publication: February 11, 2015
Imprint: Neri Pozza
Language: Italian

Gente strana i Torinesi. Agli occhi del paese sono musoni, faticatori, obbedienti fino all’autolesionismo, squadrati come le vie della loro città. Poi si scopre che sanno essere anche allegri, vitaioli, inventivi. Con Cavour hanno fatto l’Italia in diciassette mesi; dopo di che, senza clamori com’è nel loro costume, hanno fatto gli Italiani, trasferendo su di loro un «modello» non rintracciabile altrove. Hanno avuto santi di caratura piú sociale che mistica, la cui opera ha sollevato le condizioni di un popolo conservatosi a lungo miserabile, affamato, preda di epidemie e di disperazione. Quando Torino ha perduto il ruolo di capitale, hanno trovato un nuovo motivo d’orgoglio trasformandola da città di caserme e di ministeri a capitale della scienza. Hanno inventato l’industria automobilistica e il cinema. La televisione è nata qui, qui è apparsa l’industria della moda come la maggior parte delle discipline sportive. Come in un paradosso, i figli delle montagne hanno dato vita al primo Yacht Club italiano. E quanti Torinesi sono andati alla conquista del mondo con la loro genialità visionaria o tremendamente concreta: per esempio il «pomologo artificiale» Garnier Valletti; per esempio Marcel Bich, l’inventore della penna a sfera; per esempio Riccardo Gualino, il grande Gatsby della finanza spericolata e del collezionismo d’arte; senza dimenticare Francesco Cirio, che riuscí a mettere in scatola la natura, o la signora Lenci che popolò il mondo di bambole. I Torinesi sono stati inarrestabili fino a quando, liquidata la monarchia, si sono dati come principe Gianni Agnelli, considerandolo il vero signore d’Italia e il suo ambasciatore. È una storia di grandezze ma anche di bassezze quella raccontata da Osvaldo Guerrieri.Santità, criminalità, densità sublimi del pensiero politico, altezze dell’arte, svenevolezze crepuscolari, rivelazioni ultrasensibili si intrecciano in questo libro cosí come si sono intricate in centocinquant’anni di rimescolamenti. È la narrazione non di uno storico ma di un turista davanti alle vetrine della storia, che al termine della sua passeggiata faziosa, approdando al sovvertimento delle identità, si domanda: esistono ancora i Torinesi?

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

Gente strana i Torinesi. Agli occhi del paese sono musoni, faticatori, obbedienti fino all’autolesionismo, squadrati come le vie della loro città. Poi si scopre che sanno essere anche allegri, vitaioli, inventivi. Con Cavour hanno fatto l’Italia in diciassette mesi; dopo di che, senza clamori com’è nel loro costume, hanno fatto gli Italiani, trasferendo su di loro un «modello» non rintracciabile altrove. Hanno avuto santi di caratura piú sociale che mistica, la cui opera ha sollevato le condizioni di un popolo conservatosi a lungo miserabile, affamato, preda di epidemie e di disperazione. Quando Torino ha perduto il ruolo di capitale, hanno trovato un nuovo motivo d’orgoglio trasformandola da città di caserme e di ministeri a capitale della scienza. Hanno inventato l’industria automobilistica e il cinema. La televisione è nata qui, qui è apparsa l’industria della moda come la maggior parte delle discipline sportive. Come in un paradosso, i figli delle montagne hanno dato vita al primo Yacht Club italiano. E quanti Torinesi sono andati alla conquista del mondo con la loro genialità visionaria o tremendamente concreta: per esempio il «pomologo artificiale» Garnier Valletti; per esempio Marcel Bich, l’inventore della penna a sfera; per esempio Riccardo Gualino, il grande Gatsby della finanza spericolata e del collezionismo d’arte; senza dimenticare Francesco Cirio, che riuscí a mettere in scatola la natura, o la signora Lenci che popolò il mondo di bambole. I Torinesi sono stati inarrestabili fino a quando, liquidata la monarchia, si sono dati come principe Gianni Agnelli, considerandolo il vero signore d’Italia e il suo ambasciatore. È una storia di grandezze ma anche di bassezze quella raccontata da Osvaldo Guerrieri.Santità, criminalità, densità sublimi del pensiero politico, altezze dell’arte, svenevolezze crepuscolari, rivelazioni ultrasensibili si intrecciano in questo libro cosí come si sono intricate in centocinquant’anni di rimescolamenti. È la narrazione non di uno storico ma di un turista davanti alle vetrine della storia, che al termine della sua passeggiata faziosa, approdando al sovvertimento delle identità, si domanda: esistono ancora i Torinesi?

More books from Neri Pozza

Cover of the book Veneto e Friuli by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Aspettando Bojangles by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Tre piani by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Il prodigio by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Scomparsa by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book La cena degli addii by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Transfert by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Il settimo bambino by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Manuale di danza del sonnambulo by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book L'armonia segreta by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Snob by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Le quattro casalinghe di Tokyo by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Gli accordi del cuore by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Navi perdute by Osvaldo Guerrieri
Cover of the book Frida. Una biografia di Frida Kahlo by Osvaldo Guerrieri
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy