Il cinema di Artur Aristakisjan

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Cover of the book Il cinema di Artur Aristakisjan by Mattia Caprilli, Mattia Caprilli
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Author: Mattia Caprilli ISBN: 9786050359886
Publisher: Mattia Caprilli Publication: February 23, 2015
Imprint: Language: Italian
Author: Mattia Caprilli
ISBN: 9786050359886
Publisher: Mattia Caprilli
Publication: February 23, 2015
Imprint:
Language: Italian

"I film di Aristakisjan sono dei film fastidiosi. Questa è una realtà innegabile. Non sono opere avvincenti, non raccontano intrecci particolari, non hanno colpi di scena, anzi sono praticamente privi di trama. Non mostrano esempi di maestria registica né tantomeno sequenze dalla costruzione ardita né grandi interpretazioni.
Sono film pesanti, difficili da seguire e da digerire, sono difficili da comprendere e ancora di più da interpretare. Sembrano rozzi, mal girati e privi di interesse, eppure, nonostante tutto questo, si infilano in un punto imprecisato del corpo dello spettatore e ogni tanto prudono, reclamando la sua attenzione.
Sono opere che ti si infilano sotto pelle, ti strisciano lungo la spina dorsale e ti strappano brividi quando meno te lo aspetti. Sono come una doccia fredda, quando il gelo ti si infila nelle ossa e non riesci ad ignorarlo neppure quando ormai ti sei asciugato, ti rimane nella schiena, ti fa contrarre i muscoli involontariamente, lasciandoti un senso di malessere indefinito, leggero ma impossibile da ignorare troppo a lungo. Puoi cercare di ignorare quello che mostrano, puoi fuggire al primo contatto con loro, perché il tuo corpo si rende conto prima della tua mente che quello che guardi potrebbe essere dannoso e automaticamente ti invia segnali per farti allontanare. In quel caso, se abbandoni la visione in tempo, forse rimani al sicuro. Se invece continui, se arrivi alla fine delle due ore e oltre di ogni film, hai la sensazione di aver visto qualcosa che non avresti dovuto vedere.
Le opere di Aristakisjan fanno pensare ai “video ritrovati” dai protagonisti di tanti film horror degli ultimi anni, non tanto per i contenuti o per lo stile, quanto perché danno l’impressione – complice probabilmente l’alone di mistero che avvolge questo autore e la difficoltà di reperire materiale su di lui – di trovarsi di fronte ad un reperto unico, che racchiude misteriose realtà che potrebbero nascondere sconvolgenti rivelazioni per il malcapitato spettatore."

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"I film di Aristakisjan sono dei film fastidiosi. Questa è una realtà innegabile. Non sono opere avvincenti, non raccontano intrecci particolari, non hanno colpi di scena, anzi sono praticamente privi di trama. Non mostrano esempi di maestria registica né tantomeno sequenze dalla costruzione ardita né grandi interpretazioni.
Sono film pesanti, difficili da seguire e da digerire, sono difficili da comprendere e ancora di più da interpretare. Sembrano rozzi, mal girati e privi di interesse, eppure, nonostante tutto questo, si infilano in un punto imprecisato del corpo dello spettatore e ogni tanto prudono, reclamando la sua attenzione.
Sono opere che ti si infilano sotto pelle, ti strisciano lungo la spina dorsale e ti strappano brividi quando meno te lo aspetti. Sono come una doccia fredda, quando il gelo ti si infila nelle ossa e non riesci ad ignorarlo neppure quando ormai ti sei asciugato, ti rimane nella schiena, ti fa contrarre i muscoli involontariamente, lasciandoti un senso di malessere indefinito, leggero ma impossibile da ignorare troppo a lungo. Puoi cercare di ignorare quello che mostrano, puoi fuggire al primo contatto con loro, perché il tuo corpo si rende conto prima della tua mente che quello che guardi potrebbe essere dannoso e automaticamente ti invia segnali per farti allontanare. In quel caso, se abbandoni la visione in tempo, forse rimani al sicuro. Se invece continui, se arrivi alla fine delle due ore e oltre di ogni film, hai la sensazione di aver visto qualcosa che non avresti dovuto vedere.
Le opere di Aristakisjan fanno pensare ai “video ritrovati” dai protagonisti di tanti film horror degli ultimi anni, non tanto per i contenuti o per lo stile, quanto perché danno l’impressione – complice probabilmente l’alone di mistero che avvolge questo autore e la difficoltà di reperire materiale su di lui – di trovarsi di fronte ad un reperto unico, che racchiude misteriose realtà che potrebbero nascondere sconvolgenti rivelazioni per il malcapitato spettatore."

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