Author: | Massimo Del Papa | ISBN: | 9781301308026 |
Publisher: | Massimo Del Papa | Publication: | September 13, 2012 |
Imprint: | Smashwords Edition | Language: | Italian |
Author: | Massimo Del Papa |
ISBN: | 9781301308026 |
Publisher: | Massimo Del Papa |
Publication: | September 13, 2012 |
Imprint: | Smashwords Edition |
Language: | Italian |
Davvero questa è la salvezza dell'Italia? Imposto con discutibile procedura automatica, il governo Monti, cui la politica dei partiti ha affidato la gestione dello sfascio da essa stessa organizzato, ha se mai concluso il lavoro di spoliazione. Dopo nemmeno un anno dal suo insediamento, il paese è un cimitero di aziende, di negozi, ma soprattutto di speranze, di opportunità, di voglia di riscatto. E di uomini, che non ce l'hanno fatta più, che hanno deciso di arrendersi, abbandonando le loro famiglie a un destino difficile e tragico. Perché una cosa è certa. Questa crisi non si risolverà con le fantomatiche misure del governo Monti, ma arriverà al suo epilogo: consegnare il paese ad altre mani, ridurlo a un protettorato, una colonia. Un anno di annunci improbabili, di promesse disattese, di minacce mantenute con un'antipolitica irresponsabile fatta di tasse, tasse, tasse sempre più pazzesche, nel segno di un sogno delirante: trasformare un popolo partendo dall'imposizione fiscale, costruire un'etica sulle multe anziché il contrario. Un governo insediato senza mandato popolare ha potuto, nella vacanza complice dei partiti, ridurre il paese ad uno stato di polizia tributaria, senza rendere conto a nessuno. Pagare per pagare, multe sulle tasse, tasse sulle multe, fino a dover rendere conto del modo di alimentarsi, di vestirsi, di pensare. Ma la libera informazione che, quando vuole, butta giù chi vuole, questa volta s'è ammutolita, si è resa connivente, anzi correa: nessuno grida al regime, tutto quello che decide questo governo in libertà è sacrosanto. E sorge una domanda definitiva: ha ancora un senso riconoscersi, restare in questo stato, dove i cittadini non contano rispetto alla finanza drogata degli spread e dei bond, dove l'Europa è un'ombra lunga agitata da burattinai, dove la persona si risolve in una cartella esattoriale e non ha più il benché minimo margine di autonomia, di libertà, di individualità, di dignità?
Davvero questa è la salvezza dell'Italia? Imposto con discutibile procedura automatica, il governo Monti, cui la politica dei partiti ha affidato la gestione dello sfascio da essa stessa organizzato, ha se mai concluso il lavoro di spoliazione. Dopo nemmeno un anno dal suo insediamento, il paese è un cimitero di aziende, di negozi, ma soprattutto di speranze, di opportunità, di voglia di riscatto. E di uomini, che non ce l'hanno fatta più, che hanno deciso di arrendersi, abbandonando le loro famiglie a un destino difficile e tragico. Perché una cosa è certa. Questa crisi non si risolverà con le fantomatiche misure del governo Monti, ma arriverà al suo epilogo: consegnare il paese ad altre mani, ridurlo a un protettorato, una colonia. Un anno di annunci improbabili, di promesse disattese, di minacce mantenute con un'antipolitica irresponsabile fatta di tasse, tasse, tasse sempre più pazzesche, nel segno di un sogno delirante: trasformare un popolo partendo dall'imposizione fiscale, costruire un'etica sulle multe anziché il contrario. Un governo insediato senza mandato popolare ha potuto, nella vacanza complice dei partiti, ridurre il paese ad uno stato di polizia tributaria, senza rendere conto a nessuno. Pagare per pagare, multe sulle tasse, tasse sulle multe, fino a dover rendere conto del modo di alimentarsi, di vestirsi, di pensare. Ma la libera informazione che, quando vuole, butta giù chi vuole, questa volta s'è ammutolita, si è resa connivente, anzi correa: nessuno grida al regime, tutto quello che decide questo governo in libertà è sacrosanto. E sorge una domanda definitiva: ha ancora un senso riconoscersi, restare in questo stato, dove i cittadini non contano rispetto alla finanza drogata degli spread e dei bond, dove l'Europa è un'ombra lunga agitata da burattinai, dove la persona si risolve in una cartella esattoriale e non ha più il benché minimo margine di autonomia, di libertà, di individualità, di dignità?