Author: | Oscar Brenifier | ISBN: | 9788867722280 |
Publisher: | IPOC Italian Path of Culture | Publication: | December 6, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Oscar Brenifier |
ISBN: | 9788867722280 |
Publisher: | IPOC Italian Path of Culture |
Publication: | December 6, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
“Insegnare attraverso il dialogo” è innanzitutto un invito rivolto agli insegnanti e agli educatori che si interrogano sulla propria pratica. Un invito, teoricamente fondato e corredato da puntuali esercizi pratici, che può suscitare nel lettore una miriade di immagini “generative” esplicite e implicite: una maschera che cade, un fianco che si scopre, un corpo a corpo, mani che si sporcano e modellano, pesci che fuggono con l’esca, pescatori pazienti e determinati che continuano a pescare fiduciosi e a bocca asciutta, fiori che emergono dal letame. L’invito è quello di rivalutare il dialogo come lo strumento pedagogico d’elezione, dal momento che il sapere è una pratica, una creazione collettiva, e che dunque non vi è nulla di neutro nella sua trasmissione. Così come gli allievi non sono i passivi destinatari di un discorso che vorrebbe veicolare la conoscenza ma al contrario ne fanno parte, ne sono la materia viva, la condizione e il contenuto. Il sapere, scrive l’autore, sprigiona il suo potere quando riconosce finalmente i suoi interlocutori reali. Se questa discesa dall’Olimpo del sapere non si realizza, se l’apprendimento non si nutre degli scarti, degli errori, delle resistenze offerte dalla realtà, il famoso motto che inneggia alla “costruzione collettiva del sapere” si riduce a un vuoto e ipocrita sofisma, a un puro discorso che mai sarà applicato.
“Insegnare attraverso il dialogo” è innanzitutto un invito rivolto agli insegnanti e agli educatori che si interrogano sulla propria pratica. Un invito, teoricamente fondato e corredato da puntuali esercizi pratici, che può suscitare nel lettore una miriade di immagini “generative” esplicite e implicite: una maschera che cade, un fianco che si scopre, un corpo a corpo, mani che si sporcano e modellano, pesci che fuggono con l’esca, pescatori pazienti e determinati che continuano a pescare fiduciosi e a bocca asciutta, fiori che emergono dal letame. L’invito è quello di rivalutare il dialogo come lo strumento pedagogico d’elezione, dal momento che il sapere è una pratica, una creazione collettiva, e che dunque non vi è nulla di neutro nella sua trasmissione. Così come gli allievi non sono i passivi destinatari di un discorso che vorrebbe veicolare la conoscenza ma al contrario ne fanno parte, ne sono la materia viva, la condizione e il contenuto. Il sapere, scrive l’autore, sprigiona il suo potere quando riconosce finalmente i suoi interlocutori reali. Se questa discesa dall’Olimpo del sapere non si realizza, se l’apprendimento non si nutre degli scarti, degli errori, delle resistenze offerte dalla realtà, il famoso motto che inneggia alla “costruzione collettiva del sapere” si riduce a un vuoto e ipocrita sofisma, a un puro discorso che mai sarà applicato.