Italia ventunesimo secolo

Nonfiction, Social & Cultural Studies, True Crime
Cover of the book Italia ventunesimo secolo by Marco Imarisio, Il Saggiatore
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Author: Marco Imarisio ISBN: 9788865763421
Publisher: Il Saggiatore Publication: October 31, 2013
Imprint: Il Saggiatore Language: Italian
Author: Marco Imarisio
ISBN: 9788865763421
Publisher: Il Saggiatore
Publication: October 31, 2013
Imprint: Il Saggiatore
Language: Italian

Alcuni li abbiamo dimenticati, altri li ricorderemo a lungo. Sono i fatti che hanno aperto il nuovo secolo. Sono i frammenti di un’Italia che soffre e si affanna, che urla di gioia e di dolore. Sono gli anni di un paese in bilico sopra l’abisso. Marco Imarisio li ha visti e raccontati. Ripercorrere l’ultimo quindicennio attraverso il suo sguardo significa rivivere quello che è accaduto con gli occhi di chi era lì in quel momento. Siamo all’Hotel Nettuno di Catania, dove Vito Di Maggio dice di aver visto Giulio Andreotti e Salvo Lima insieme al boss Nitto Santapaola. Siamo in un residence di Rimini con Marco Pantani: «Andate a vedere cos’è un ciclista» scrive nella sua ultima lettera. Siamo nella Genova fantasma, quella delle zone rosse, delle scuole divenute macelli. O a Scampia e a Castel Volturno, dove le strade non sono di tutti. Siamo dentro una cella a Poggioreale. Respiriamo l’amianto di Casale Monferrato. A Mirafi ori aspettiamo un altro referendum. Imarisio viaggia, osserva, raccoglie storie minime e massime, conosce drammi intimi e mediatici, incrocia esistenze singolari. Guarda i volti che hanno scandito gli ultimi quindici anni, appesantiti, giovani, solcati, scarnificati, lontani, eppure così familiari. Quello di Annamaria Franzoni, mentre giura che non è stata lei. Quello di un padre che abbraccia una fi glia assassina. O quello di Sergio, che si sveglia alle tre per fissare seicento chiodi al giorno. O di Valentina, che vuole rimanere lì, in un istituto difficile, «dove deve stare un buon insegnante». O di Michele, che all’autogrill Cantagallo ha visto fermarsi e ripartire mille Italie diverse. Nell’era del flusso continuo delle informazioni, della corsa allo scoop in tempo reale, la ragione ultima del mestiere dell’inviato sta nel cogliere un dettaglio, l’indicibile che ore di diretta tv non potranno mai trasmettere. È il segno distintivo del lavoro di Marco Imarisio: restituire al lettore il significato emotivo di ciò che accade. Per provare a capire il senso di questi sgangherati, intricati anni che sono già storia. La nostra.

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Alcuni li abbiamo dimenticati, altri li ricorderemo a lungo. Sono i fatti che hanno aperto il nuovo secolo. Sono i frammenti di un’Italia che soffre e si affanna, che urla di gioia e di dolore. Sono gli anni di un paese in bilico sopra l’abisso. Marco Imarisio li ha visti e raccontati. Ripercorrere l’ultimo quindicennio attraverso il suo sguardo significa rivivere quello che è accaduto con gli occhi di chi era lì in quel momento. Siamo all’Hotel Nettuno di Catania, dove Vito Di Maggio dice di aver visto Giulio Andreotti e Salvo Lima insieme al boss Nitto Santapaola. Siamo in un residence di Rimini con Marco Pantani: «Andate a vedere cos’è un ciclista» scrive nella sua ultima lettera. Siamo nella Genova fantasma, quella delle zone rosse, delle scuole divenute macelli. O a Scampia e a Castel Volturno, dove le strade non sono di tutti. Siamo dentro una cella a Poggioreale. Respiriamo l’amianto di Casale Monferrato. A Mirafi ori aspettiamo un altro referendum. Imarisio viaggia, osserva, raccoglie storie minime e massime, conosce drammi intimi e mediatici, incrocia esistenze singolari. Guarda i volti che hanno scandito gli ultimi quindici anni, appesantiti, giovani, solcati, scarnificati, lontani, eppure così familiari. Quello di Annamaria Franzoni, mentre giura che non è stata lei. Quello di un padre che abbraccia una fi glia assassina. O quello di Sergio, che si sveglia alle tre per fissare seicento chiodi al giorno. O di Valentina, che vuole rimanere lì, in un istituto difficile, «dove deve stare un buon insegnante». O di Michele, che all’autogrill Cantagallo ha visto fermarsi e ripartire mille Italie diverse. Nell’era del flusso continuo delle informazioni, della corsa allo scoop in tempo reale, la ragione ultima del mestiere dell’inviato sta nel cogliere un dettaglio, l’indicibile che ore di diretta tv non potranno mai trasmettere. È il segno distintivo del lavoro di Marco Imarisio: restituire al lettore il significato emotivo di ciò che accade. Per provare a capire il senso di questi sgangherati, intricati anni che sono già storia. La nostra.

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