L'Islam è per natura violento? Riflessioni a margine del Corano

Published in Sociologia n. 1/2016. Rivista quadrimestrale di Scienze Storiche e Sociali. Religione e violenza nella società contemporanea

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Social Science, Sociology
Cover of the book L'Islam è per natura violento? Riflessioni a margine del Corano by Massimo Campanini, Gangemi Editore
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Massimo Campanini ISBN: 9788849295085
Publisher: Gangemi Editore Publication: March 8, 2017
Imprint: Gangemi Editore Language: Italian
Author: Massimo Campanini
ISBN: 9788849295085
Publisher: Gangemi Editore
Publication: March 8, 2017
Imprint: Gangemi Editore
Language: Italian

L'opinione pubblica è largamente persuasa che l'Islam sia una cultura e una religione intrinsecamente violenta. I mass-media accreditano questa immagine veicolando notizie che attengono esclusivamente il terrorismo, la guerra santa, il conculcamento dei diritti delle donne e delle minoranze, eccetera. A mio avviso, il fine è palese: si tratta di costruire il nemico, un esercizio cui il cosiddetto Occidente è abituato e che rappresenta uno dei mezzi più utili di compattamento e di manipolazione e controllo delle menti e dell'opinione pubblica. Dopo la caduta del comunismo, l'Islam è divenuto l'avversario per antonomasia (lo era già nel Medioevo), e dunque ogni mezzo di propaganda è lecito per combattere questo spietato nemico. Naturalmente, l'Islam è una civiltà ricca e complessa e il problema della guerra santa o jihād (almeno secondo la lettura vulgata del jihād) deve essere affrontato alla luce dei testi sacri, della giurisprudenza e della storia. Indubbiamente il jihād inteso proprio in senso bellico è una delle bandiere dell'islamismo politico o islamismo radicale, di cui al-Qa'ida e l'IS rappresentano le fenomenologie più visibili e inquietanti. Sintetizzare nel breve spazio di una decina di cartelle i complessi problemi del jihād e della nascita e dell'evoluzione dell'islamismo politico o islamismo radicale rischierebbe la banalizzazione. Preferisco allora discutere i termini del rapporto violenza e religione nell'Islam sulla base del testo fondativo per eccellenza, il Corano (senza dunque soffermarsi sulla letteratura giuridica) e lasciare a una breve parte finale l'analisi di taluni punti relativi all'accadere storico dell'islamismo politico o radicale.

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

L'opinione pubblica è largamente persuasa che l'Islam sia una cultura e una religione intrinsecamente violenta. I mass-media accreditano questa immagine veicolando notizie che attengono esclusivamente il terrorismo, la guerra santa, il conculcamento dei diritti delle donne e delle minoranze, eccetera. A mio avviso, il fine è palese: si tratta di costruire il nemico, un esercizio cui il cosiddetto Occidente è abituato e che rappresenta uno dei mezzi più utili di compattamento e di manipolazione e controllo delle menti e dell'opinione pubblica. Dopo la caduta del comunismo, l'Islam è divenuto l'avversario per antonomasia (lo era già nel Medioevo), e dunque ogni mezzo di propaganda è lecito per combattere questo spietato nemico. Naturalmente, l'Islam è una civiltà ricca e complessa e il problema della guerra santa o jihād (almeno secondo la lettura vulgata del jihād) deve essere affrontato alla luce dei testi sacri, della giurisprudenza e della storia. Indubbiamente il jihād inteso proprio in senso bellico è una delle bandiere dell'islamismo politico o islamismo radicale, di cui al-Qa'ida e l'IS rappresentano le fenomenologie più visibili e inquietanti. Sintetizzare nel breve spazio di una decina di cartelle i complessi problemi del jihād e della nascita e dell'evoluzione dell'islamismo politico o islamismo radicale rischierebbe la banalizzazione. Preferisco allora discutere i termini del rapporto violenza e religione nell'Islam sulla base del testo fondativo per eccellenza, il Corano (senza dunque soffermarsi sulla letteratura giuridica) e lasciare a una breve parte finale l'analisi di taluni punti relativi all'accadere storico dell'islamismo politico o radicale.

More books from Gangemi Editore

Cover of the book Raccogliere “curiosità” nella Roma barocca by Massimo Campanini
Cover of the book Città pubblica/Paesaggi comuni by Massimo Campanini
Cover of the book Gli anni del soggiorno romano dell’architetto spagnolo Joaquín Vaquero Palacios | The Roman sojourn of the Spanish architect Joaquín Vaquero Palacios by Massimo Campanini
Cover of the book Sandro Benedetti. Le mie architetture by Massimo Campanini
Cover of the book Il Trittico del Beato Angelico della Galleria Corsini by Massimo Campanini
Cover of the book Giustizia minorile e giovani adulti by Massimo Campanini
Cover of the book La Città Universitaria di Roma, le due modernità si conciliano: tre anni d’oro dell’architettura italiana del ‘900. The University City of Rome. Reconciliation between two modernities: the three golden years of twentieth-century Italian architecture by Massimo Campanini
Cover of the book Auschwitz - Birkenau by Massimo Campanini
Cover of the book Principi immortali by Massimo Campanini
Cover of the book La Torre Galfa di Melchiorre Bega by Massimo Campanini
Cover of the book L’illusorietà della materia by Massimo Campanini
Cover of the book Madonna in trono col Bambino del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia by Massimo Campanini
Cover of the book La terra sigillata italica liscia dal quartiere ellenistico-romano di Agrigento by Massimo Campanini
Cover of the book I beni comuni: rappresentazioni collettive fra comunità e società by Massimo Campanini
Cover of the book L'altopiano iranico fonte di civiltà e ispirazione by Massimo Campanini
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy