Author: | Emilio Salgari | ISBN: | 9788832512656 |
Publisher: | Bauer Books | Publication: | February 8, 2019 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Emilio Salgari |
ISBN: | 9788832512656 |
Publisher: | Bauer Books |
Publication: | February 8, 2019 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Dall’incipit del libro:
Mi avevano scritto:
«Andiamo in campagna a fondare una colonia artistica».
Potete immaginarvi se io mi ero affrettato a preparare le mie valigie!
La campagna era stata sempre il mio sogno. Le mie occupazioni, disgraziatamente, mi avevano sempre impedito di realizzarlo, o meglio non avevo mai trovato i mezzi sufficienti per permettermi questo lusso.
Avevo più volte provato a cercarmi un posticino sul margine di una graziosa collina, e dopo qualche giorno me n’ero tornato nella polverosa città…. per non morire di fame.
Che cosa volete, i contadini non avevano voluto mai saperne dei miei pennelli e dei miei colori, quantunque mi fossi offerto di dipingere perfino i loro carretti ed i loro piccioni!
Di quadri, poi, meno che meno. Preferivano al naturale i loro tramonti, le loro querce che producevano ghiande da ingrassare i loro maiali, a quelli che imbrattavano le mie tele.
Però il mio sogno, da tanti anni sospirato, stava per avverarsi. I miei amici m’avevano scritto che si andava in campagna e conoscevo troppo la lealtà di quei capo scarichi per credere che mi giocassero uno scherzo.
E poi si andava a fondare una colonia artistica!… Non v’era da esitare.
Ed ecco il motivo per cui un bel mattino di febbraio, dopo alcune ore di ferrovia, piombavo in Torino per andare a trovare i futuri fondatori della colonia.
Dall’incipit del libro:
Mi avevano scritto:
«Andiamo in campagna a fondare una colonia artistica».
Potete immaginarvi se io mi ero affrettato a preparare le mie valigie!
La campagna era stata sempre il mio sogno. Le mie occupazioni, disgraziatamente, mi avevano sempre impedito di realizzarlo, o meglio non avevo mai trovato i mezzi sufficienti per permettermi questo lusso.
Avevo più volte provato a cercarmi un posticino sul margine di una graziosa collina, e dopo qualche giorno me n’ero tornato nella polverosa città…. per non morire di fame.
Che cosa volete, i contadini non avevano voluto mai saperne dei miei pennelli e dei miei colori, quantunque mi fossi offerto di dipingere perfino i loro carretti ed i loro piccioni!
Di quadri, poi, meno che meno. Preferivano al naturale i loro tramonti, le loro querce che producevano ghiande da ingrassare i loro maiali, a quelli che imbrattavano le mie tele.
Però il mio sogno, da tanti anni sospirato, stava per avverarsi. I miei amici m’avevano scritto che si andava in campagna e conoscevo troppo la lealtà di quei capo scarichi per credere che mi giocassero uno scherzo.
E poi si andava a fondare una colonia artistica!… Non v’era da esitare.
Ed ecco il motivo per cui un bel mattino di febbraio, dopo alcune ore di ferrovia, piombavo in Torino per andare a trovare i futuri fondatori della colonia.