La danza dei demoni

Fiction & Literature, Classics
Cover of the book La danza dei demoni by Esther Kreitman Singer, Bollati Boringhieri
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Author: Esther Kreitman Singer ISBN: 9788833975054
Publisher: Bollati Boringhieri Publication: November 3, 2016
Imprint: Bollati Boringhieri Language: Italian
Author: Esther Kreitman Singer
ISBN: 9788833975054
Publisher: Bollati Boringhieri
Publication: November 3, 2016
Imprint: Bollati Boringhieri
Language: Italian

Dopo il successo di L’uomo che vendeva diamanti, il secondo romanzo di Esther Kreitman Singer, sorella dei più celebri Israel J. e Isaac B.

«Con Esther Kreitman Singer ogni cosa è illuminata, ogni cosa palpita, spinge a immergersi nella trama tra storie individuali e la più complessa tessitura della storia
Susanna Nirenstein, la Repubblica

«Esther Kreitman era la maggiore dei tre fratelli Singer: per età, e forse anche per qualità della prosa
Wlodek Goldkorn,L’Espresso

La protagonista di questo romanzo, Deborah, vive nel villaggio polacco di Jelhitz, agli inizi del Novecento, con i genitori e il fratello Michael. Il padre, Reb Avram Ber, è un rabbino seguace della corrente chassidica, che la madre, Reitzela, figlia di un rabbino erudito e di rango superiore, disprezza.
Reitzela disprezza il marito, incapace di farsi valere, e anche la figlia, semplicemente per il fatto che sia femmina, poco attraente e quindi difficile da maritare. Mentre Michael riceve una buona istruzione ed è libero di muoversi a piacimento, Deborah è relegata in casa, a sbrigare faccende: non le è permesso di studiare, e nemmeno di leggere, quindi invidia il fratello con tutta l’anima, e sogna di sfuggire a una vita limitata ai pettegolezzi e al mercato.
Quando però il rabbino si trasferisce con la famiglia a Varsavia, Deborah viene a trovarsi in un ambiente non meno squallido e repressivo. Solo dopo l’incontro con una donna che la inizia all’ideologia socialista, e la introduce in un circolo semiclandestino, comincia a nutrire la speranza di dare uno scopo alla propria vita. Alle riunioni rivede Simon, un giovane attraente, intelligente, conosciuto in precedenza. I due si innamorano ma non sospettano nemmeno lontanamente che il sentimento che nutrono sia reciproco; per di più, quando scopre che Deborah è la figlia del rabbino, Simon le proibisce di tornare agli incontri politici, gettandola in uno stato di assoluta depressione. Temendo di impazzire, la ragazza accetta di sposare un tagliatore di diamanti di Anversa, che si rivela presto pigro e incapace di sollevarsi da una condizione di fame e povertà.
L’instabilità mentale della giovane donna si aggrava, e il romanzo si conclude con un sogno spaventoso: Deborah torna a Varsavia, e scopre che i genitori non abitano più lì. Si risveglia dall’incubo solo per ritrovarsi accanto al marito, nella casa vuota e silenziosa, in preda alla disperazione.

«Esther Singer scrive un romanzo ambientato nello stesso universo morale e sociale frequentato dai libri dei fratelli ma da tutt'altra prospettiva: quella di uno sguardo critico, poco incline alla comprensione, per nulla a un'intima solidarietà, rovesciando la mitologia del "mondo perduto"
Elisabetta Rasy, Il Sole 24 Ore

«Esther, che ha scritto pagine di un'ironia dolente, non aveva meno talento dei fratelli, ma ha avuto meno fortuna. E con l'ebraismo cantato sia da Israel Joshua che da Isaac Bashevis, Esther Kreitman Singer ha cercato di fare i conti. Con dolorosa chiarezza.»
Ada Treves, ttL- La Stampa

«Lo stile di Esther è davvero sorprendennte
Antonia Arslan, Famiglia Cristiana

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Dopo il successo di L’uomo che vendeva diamanti, il secondo romanzo di Esther Kreitman Singer, sorella dei più celebri Israel J. e Isaac B.

«Con Esther Kreitman Singer ogni cosa è illuminata, ogni cosa palpita, spinge a immergersi nella trama tra storie individuali e la più complessa tessitura della storia
Susanna Nirenstein, la Repubblica

«Esther Kreitman era la maggiore dei tre fratelli Singer: per età, e forse anche per qualità della prosa
Wlodek Goldkorn,L’Espresso

La protagonista di questo romanzo, Deborah, vive nel villaggio polacco di Jelhitz, agli inizi del Novecento, con i genitori e il fratello Michael. Il padre, Reb Avram Ber, è un rabbino seguace della corrente chassidica, che la madre, Reitzela, figlia di un rabbino erudito e di rango superiore, disprezza.
Reitzela disprezza il marito, incapace di farsi valere, e anche la figlia, semplicemente per il fatto che sia femmina, poco attraente e quindi difficile da maritare. Mentre Michael riceve una buona istruzione ed è libero di muoversi a piacimento, Deborah è relegata in casa, a sbrigare faccende: non le è permesso di studiare, e nemmeno di leggere, quindi invidia il fratello con tutta l’anima, e sogna di sfuggire a una vita limitata ai pettegolezzi e al mercato.
Quando però il rabbino si trasferisce con la famiglia a Varsavia, Deborah viene a trovarsi in un ambiente non meno squallido e repressivo. Solo dopo l’incontro con una donna che la inizia all’ideologia socialista, e la introduce in un circolo semiclandestino, comincia a nutrire la speranza di dare uno scopo alla propria vita. Alle riunioni rivede Simon, un giovane attraente, intelligente, conosciuto in precedenza. I due si innamorano ma non sospettano nemmeno lontanamente che il sentimento che nutrono sia reciproco; per di più, quando scopre che Deborah è la figlia del rabbino, Simon le proibisce di tornare agli incontri politici, gettandola in uno stato di assoluta depressione. Temendo di impazzire, la ragazza accetta di sposare un tagliatore di diamanti di Anversa, che si rivela presto pigro e incapace di sollevarsi da una condizione di fame e povertà.
L’instabilità mentale della giovane donna si aggrava, e il romanzo si conclude con un sogno spaventoso: Deborah torna a Varsavia, e scopre che i genitori non abitano più lì. Si risveglia dall’incubo solo per ritrovarsi accanto al marito, nella casa vuota e silenziosa, in preda alla disperazione.

«Esther Singer scrive un romanzo ambientato nello stesso universo morale e sociale frequentato dai libri dei fratelli ma da tutt'altra prospettiva: quella di uno sguardo critico, poco incline alla comprensione, per nulla a un'intima solidarietà, rovesciando la mitologia del "mondo perduto"
Elisabetta Rasy, Il Sole 24 Ore

«Esther, che ha scritto pagine di un'ironia dolente, non aveva meno talento dei fratelli, ma ha avuto meno fortuna. E con l'ebraismo cantato sia da Israel Joshua che da Isaac Bashevis, Esther Kreitman Singer ha cercato di fare i conti. Con dolorosa chiarezza.»
Ada Treves, ttL- La Stampa

«Lo stile di Esther è davvero sorprendennte
Antonia Arslan, Famiglia Cristiana

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