Author: | Francesca Eleuteri, Daniele Gigli | ISBN: | 9788897747048 |
Publisher: | Volume Edizioni s.r.l. | Publication: | April 25, 2013 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Francesca Eleuteri, Daniele Gigli |
ISBN: | 9788897747048 |
Publisher: | Volume Edizioni s.r.l. |
Publication: | April 25, 2013 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Il terzo volume della collana Behavioral Neurochemistry "La dopamina nel Nucelo Accumbens: la cocaina, la motivazione e la sensazione di piacere" di D. Gigli e F. Eleuteri approfondisce gli aspetti neurochimici alla base dell'uso di sostanze stupefacenti come la cocaina. La collana Behavioral Neurochemistry nasce dal lavoro di ricerca del Gruppo di Neurochimica del Comportamento diretto dal Prof. Gigli all'Università E-Campus di Novedrate.
Le neuroscienze hanno aperto, negli ultimi anni, una prospettiva di ricerca totalmente nuova per la comprensione dei meccanismi di funzionamento cerebrali e di come siano compromessi e modificati dall’uso di sostanze stupefacenti.
Gli stimolanti del sistema nervoso centrale includono sostanze sia estrattive naturali, come appunto la cocaina, sia di sintesi con struttura feniletilaminica, come le amfetamine, o con struttura chimica diversa. Tutte queste sostanze provocano un incremento della disponibilità di dopamina nella fessura sinaptica.
Associare il ruolo delle droghe e della gratificazione poteva, fino ad alcuni anni fa, essere del tutto fuori luogo, inoltre, affrontare il tema dell’uso e dipendenza da cocaina da un punto di vista prettamente fisiologico, può sembrare fuorviante per una sostanza il cui abuso è stato per molto tempo interpretato come dovuto a fattori psicologici, ascritti all’area della forza di volontà personale e dell’impegno individuale, senza comprendere le basi neurobiologiche di questi aspetti. Lo scopo del presente lavoro è illustrare lo stato attuale della ricerca e spiegare come la cocaina sia in grado di alterare le strutture cerebrali compromettendo la motivazione, l’apprendimento ed i sistemi di gratificazione; di come, inoltre, sia possibile differenziare un uso ricreazionale e sporadico da un utilizzo continuativo, che sfocia nell'abuso o nella dipendenza, e di come l'individuazione di queste variazioni si renda utile sia per i trattamenti riabilitativi e farmacologici di intervento, sia per strategie di prevenzione.
Il terzo volume della collana Behavioral Neurochemistry "La dopamina nel Nucelo Accumbens: la cocaina, la motivazione e la sensazione di piacere" di D. Gigli e F. Eleuteri approfondisce gli aspetti neurochimici alla base dell'uso di sostanze stupefacenti come la cocaina. La collana Behavioral Neurochemistry nasce dal lavoro di ricerca del Gruppo di Neurochimica del Comportamento diretto dal Prof. Gigli all'Università E-Campus di Novedrate.
Le neuroscienze hanno aperto, negli ultimi anni, una prospettiva di ricerca totalmente nuova per la comprensione dei meccanismi di funzionamento cerebrali e di come siano compromessi e modificati dall’uso di sostanze stupefacenti.
Gli stimolanti del sistema nervoso centrale includono sostanze sia estrattive naturali, come appunto la cocaina, sia di sintesi con struttura feniletilaminica, come le amfetamine, o con struttura chimica diversa. Tutte queste sostanze provocano un incremento della disponibilità di dopamina nella fessura sinaptica.
Associare il ruolo delle droghe e della gratificazione poteva, fino ad alcuni anni fa, essere del tutto fuori luogo, inoltre, affrontare il tema dell’uso e dipendenza da cocaina da un punto di vista prettamente fisiologico, può sembrare fuorviante per una sostanza il cui abuso è stato per molto tempo interpretato come dovuto a fattori psicologici, ascritti all’area della forza di volontà personale e dell’impegno individuale, senza comprendere le basi neurobiologiche di questi aspetti. Lo scopo del presente lavoro è illustrare lo stato attuale della ricerca e spiegare come la cocaina sia in grado di alterare le strutture cerebrali compromettendo la motivazione, l’apprendimento ed i sistemi di gratificazione; di come, inoltre, sia possibile differenziare un uso ricreazionale e sporadico da un utilizzo continuativo, che sfocia nell'abuso o nella dipendenza, e di come l'individuazione di queste variazioni si renda utile sia per i trattamenti riabilitativi e farmacologici di intervento, sia per strategie di prevenzione.