Author: | Gianfranco De Bosio | ISBN: | 9788854514034 |
Publisher: | Neri Pozza | Publication: | July 14, 2016 |
Imprint: | Neri Pozza | Language: | Italian |
Author: | Gianfranco De Bosio |
ISBN: | 9788854514034 |
Publisher: | Neri Pozza |
Publication: | July 14, 2016 |
Imprint: | Neri Pozza |
Language: | Italian |
Racchiudere in un libro la vita di Gianfranco de Bosio, regista teatrale e cinematografico, sceneggiatore e docente, è un’impresa mastodontica che soltanto de Bosio poteva tentare, perché significa riassumere la vita stessa dell’Italia dagli anni Venti fino a oggi. Uomo di profonda e vasta cultura, de Bosio ha scritto pagine rilevanti della storia della regia teatrale del Novecento e dei primi anni del nuovo millennio: nel dopoguerra ha dato vita al primo teatro universitario italiano; all’inizio degli anni Cinquanta ha avuto il non poco coraggio di resuscitare il teatro originale del Ruzante, drammaturgo padovano «dimenticato» da oltre quattro secoli; nel 1951 ha portato per la prima volta sulle scene italiane il teatro epico di Bertolt Brecht e, nel 2013, è stato il regista di quello che è a tutt’oggi lo spettacolo campione assoluto di incassi dell’Arena di Verona, l’Aida, il capolavoro verdiano rappresentato in tutto il mondo. Raccontando l’artista, de Bosio regala, in queste pagine, l’autoritratto più intimo di se stesso. Un uomo che, nell’intera seconda metà del Novecento, si è dedicato con inestinguibile curiosità alla ricerca artistica, e la cui vitaè costellata di incontri straordinari con le massime personalità della cultura del suo tempo: dalla formazione liceale con Dino Formaggio e Alvise Dal Negro, alla guida illuminata di uomini come Egidio Meneghetti e Concetto Marchesi, negli anni tumultuosi e drammatici della Resistenza; dalla stima e dalla spinta intellettuale ricevute dai suoi professori universitari a Padova, Diego Valeri e Manara Valgimigli, alle amicizie, fecondissime sul piano artistico ma non meno fondamentali su quello umano, con Tullio Kezich, Paolo Grassi e Lele Luzzati; Marcel Marceau, Jacques Lecoq e Jean Vilar; Mario Luzi e Primo Levi, Anthony Burgess e Burt Lancaster, Franco Parenti e Luca Ronconi. Incontri, sodalizi spirituali che, uniti agli amori e agli affetti, hanno fatto della vita di Gianfranco de Bosio la sua «più bella regia». La vita artistica, culturale e politica del nostro Paese nell’autobiografia di un maestro del teatro italiano. «Fin da piccolo amavo giocare col teatro dei burattini e poi delle marionette». Gianfranco de Bosio
Racchiudere in un libro la vita di Gianfranco de Bosio, regista teatrale e cinematografico, sceneggiatore e docente, è un’impresa mastodontica che soltanto de Bosio poteva tentare, perché significa riassumere la vita stessa dell’Italia dagli anni Venti fino a oggi. Uomo di profonda e vasta cultura, de Bosio ha scritto pagine rilevanti della storia della regia teatrale del Novecento e dei primi anni del nuovo millennio: nel dopoguerra ha dato vita al primo teatro universitario italiano; all’inizio degli anni Cinquanta ha avuto il non poco coraggio di resuscitare il teatro originale del Ruzante, drammaturgo padovano «dimenticato» da oltre quattro secoli; nel 1951 ha portato per la prima volta sulle scene italiane il teatro epico di Bertolt Brecht e, nel 2013, è stato il regista di quello che è a tutt’oggi lo spettacolo campione assoluto di incassi dell’Arena di Verona, l’Aida, il capolavoro verdiano rappresentato in tutto il mondo. Raccontando l’artista, de Bosio regala, in queste pagine, l’autoritratto più intimo di se stesso. Un uomo che, nell’intera seconda metà del Novecento, si è dedicato con inestinguibile curiosità alla ricerca artistica, e la cui vitaè costellata di incontri straordinari con le massime personalità della cultura del suo tempo: dalla formazione liceale con Dino Formaggio e Alvise Dal Negro, alla guida illuminata di uomini come Egidio Meneghetti e Concetto Marchesi, negli anni tumultuosi e drammatici della Resistenza; dalla stima e dalla spinta intellettuale ricevute dai suoi professori universitari a Padova, Diego Valeri e Manara Valgimigli, alle amicizie, fecondissime sul piano artistico ma non meno fondamentali su quello umano, con Tullio Kezich, Paolo Grassi e Lele Luzzati; Marcel Marceau, Jacques Lecoq e Jean Vilar; Mario Luzi e Primo Levi, Anthony Burgess e Burt Lancaster, Franco Parenti e Luca Ronconi. Incontri, sodalizi spirituali che, uniti agli amori e agli affetti, hanno fatto della vita di Gianfranco de Bosio la sua «più bella regia». La vita artistica, culturale e politica del nostro Paese nell’autobiografia di un maestro del teatro italiano. «Fin da piccolo amavo giocare col teatro dei burattini e poi delle marionette». Gianfranco de Bosio