Author: | John Maynard Keynes | ISBN: | 9788890906947 |
Publisher: | MABED - Edizioni Sì | Publication: | October 1, 2013 |
Imprint: | MABED - Edizioni Sì | Language: | Italian |
Author: | John Maynard Keynes |
ISBN: | 9788890906947 |
Publisher: | MABED - Edizioni Sì |
Publication: | October 1, 2013 |
Imprint: | MABED - Edizioni Sì |
Language: | Italian |
Tutta la verità della situazione politico economica che stiamo vivendo oggi la ritroviamo nel dialogo di ottant’anni fa tra il grande banchiere Josiah Stamp, che ripropone il mito dell’eticità e della positività delle politiche di austerity, e Keynes, che difende la spesa pubblica e la piena occupazione come unici indici utili per giudicare la solidità dei conti pubblici.
Le austerità stanno distruggendo l’economia. Un manipolo di personaggi senza scrupoli (“affidabili, responsabili, sobri”) al soldo dei grandi capitali e dei poteri finanziari, ha vincolato la nostra Costituzione a politiche di pareggio e avanzo di bilancio, impedendo una salvifica spesa pubblica.
Le glosse, prese per così dire a prestito dalla recente scuola economica Modern Money Theory, offrono una prospettiva nuova e contestualizzata per giungere a invertire la rotta della cosiddetta crisi. Lo Stato deve spendere e deve avere il monopolio della valuta. Lo Stato ha il dovere di garantire il lavoro.
Keynes, colui che attraverso la “Teoria generale della Moneta” indicò la strada per la ripresa dalla Grande Depressione del ’29, per il miracolo economico italiano degli anni ’60, per la rinascita dell’Argentina dopo il fallimento.
Introduzione di Warren Mosler. Co-fondatore della teoria economica neo-chartalista, Modern Money Theory, è un economista americano consulente per i governi e co-protagonista della ripresa economica dell’Argentina. È anche cofondatore del Centro per la Stabilità dei Prezzi e la Piena Occupazione, presso l’Istituto dell’Università del Missouri, a Kansas City. Nella collana Keynesiana è apparsa l’intervista di Paolo Barnard a Mosler “In alto il deficit”
Post-fazione e note al testo (basate su scritti di Warren Mosler) di Paola Ghini, prima firmataria della campagna “No al Patto dell’Euro, per un’Europa dei Beni Comuni”, e direttrice della collana “Keynesiana”.
Tutta la verità della situazione politico economica che stiamo vivendo oggi la ritroviamo nel dialogo di ottant’anni fa tra il grande banchiere Josiah Stamp, che ripropone il mito dell’eticità e della positività delle politiche di austerity, e Keynes, che difende la spesa pubblica e la piena occupazione come unici indici utili per giudicare la solidità dei conti pubblici.
Le austerità stanno distruggendo l’economia. Un manipolo di personaggi senza scrupoli (“affidabili, responsabili, sobri”) al soldo dei grandi capitali e dei poteri finanziari, ha vincolato la nostra Costituzione a politiche di pareggio e avanzo di bilancio, impedendo una salvifica spesa pubblica.
Le glosse, prese per così dire a prestito dalla recente scuola economica Modern Money Theory, offrono una prospettiva nuova e contestualizzata per giungere a invertire la rotta della cosiddetta crisi. Lo Stato deve spendere e deve avere il monopolio della valuta. Lo Stato ha il dovere di garantire il lavoro.
Keynes, colui che attraverso la “Teoria generale della Moneta” indicò la strada per la ripresa dalla Grande Depressione del ’29, per il miracolo economico italiano degli anni ’60, per la rinascita dell’Argentina dopo il fallimento.
Introduzione di Warren Mosler. Co-fondatore della teoria economica neo-chartalista, Modern Money Theory, è un economista americano consulente per i governi e co-protagonista della ripresa economica dell’Argentina. È anche cofondatore del Centro per la Stabilità dei Prezzi e la Piena Occupazione, presso l’Istituto dell’Università del Missouri, a Kansas City. Nella collana Keynesiana è apparsa l’intervista di Paolo Barnard a Mosler “In alto il deficit”
Post-fazione e note al testo (basate su scritti di Warren Mosler) di Paola Ghini, prima firmataria della campagna “No al Patto dell’Euro, per un’Europa dei Beni Comuni”, e direttrice della collana “Keynesiana”.