Author: | Autrici varie | ISBN: | 9788893470995 |
Publisher: | Edizioni del Loggione | Publication: | March 10, 2016 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Autrici varie |
ISBN: | 9788893470995 |
Publisher: | Edizioni del Loggione |
Publication: | March 10, 2016 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Emilia, Romagna, Bologna, quali sono le prime cose che vi vengono in mente sentendo pronunciare queste tre parole? Università, quindi cultura, eccellenza nel cibo e nell’industria. La nostra è una regione industriale, molti dei marchi che hanno portato e continuano a portare la fama e il prestigio dell’Italia nel mondo sono nati qui e qui hanno prosperato. E quando si parla di industria, di capitani d’industria, di cavalieri del lavoro, di solito si parla di uomini, che con la loro inventiva e il loro lavoro hanno reso possibile tutto questo. E le donne? Che ruolo hanno avuto le donne nell’industria? Di loro non si parla mai, come se non fossero esistite, relegate a ruolo di comprimarie o nell’ombra dei mariti dietro ai quali, come da proverbio, possono trovare la loro grandezza. Assieme ad alcune scrittrici ci siamo impegnate in una ricerca e abbiamo scoperto che non è così, in realtà molte delle industrie presenti sul nostro territorio sono state o direttamente fondate da donne, o ispirate dalle donne della famiglia, oppure portate avanti e fatte prosperare dalle mogli dopo il decesso dei mariti industriali. “Le donne che fecero l’impresa”: impresa come società ma anche come duro lavoro per affermarsi in un mondo prettamente maschile.
Come avrebbe potuto nascere la Max Mara se il Cav. Achille Maramotti non fosse cresciuto avendo come esempio la madre Giulia Fontanesi Maramotti, fondatrice di una scuola di modellistica? Che ne sarebbe stato della Minganti se Gilberta Gabrielli Minganti non ne avesse preso saldamente le redini alla morte del marito? E cercando nella storia ne troviamo tante: Ada Masotti, fondatrice de La Perla, e più indietro nel tempo Elisabetta Sirani, che fondò addirittura una scuola di pittura per donne in un’epoca in cui alle stesse era negato l’accesso alle arti. E molte altre ne abbiamo trovate in tutti i settori dell’eccellenza industriale del territorio, dal forno di Stella Rigosi Pedrazzi ai pizzi della Aemilia Ars della Lina Bianconcini Cavazza, dai cappelli di Isotta Zerri all’organizzazione delle lavoratrici di tabacco di Anna Quintavalla, dal ristorante di Carla Cenacchi all’atelier delle Sorelle Fontana, fino alla scuola guida di Luciana Gatti Emiliani. Queste sono solo alcune, ma ci vorrebbero diversi volumi per elencare tutte Le Donne che fecero l’Impresa.
Emilia, Romagna, Bologna, quali sono le prime cose che vi vengono in mente sentendo pronunciare queste tre parole? Università, quindi cultura, eccellenza nel cibo e nell’industria. La nostra è una regione industriale, molti dei marchi che hanno portato e continuano a portare la fama e il prestigio dell’Italia nel mondo sono nati qui e qui hanno prosperato. E quando si parla di industria, di capitani d’industria, di cavalieri del lavoro, di solito si parla di uomini, che con la loro inventiva e il loro lavoro hanno reso possibile tutto questo. E le donne? Che ruolo hanno avuto le donne nell’industria? Di loro non si parla mai, come se non fossero esistite, relegate a ruolo di comprimarie o nell’ombra dei mariti dietro ai quali, come da proverbio, possono trovare la loro grandezza. Assieme ad alcune scrittrici ci siamo impegnate in una ricerca e abbiamo scoperto che non è così, in realtà molte delle industrie presenti sul nostro territorio sono state o direttamente fondate da donne, o ispirate dalle donne della famiglia, oppure portate avanti e fatte prosperare dalle mogli dopo il decesso dei mariti industriali. “Le donne che fecero l’impresa”: impresa come società ma anche come duro lavoro per affermarsi in un mondo prettamente maschile.
Come avrebbe potuto nascere la Max Mara se il Cav. Achille Maramotti non fosse cresciuto avendo come esempio la madre Giulia Fontanesi Maramotti, fondatrice di una scuola di modellistica? Che ne sarebbe stato della Minganti se Gilberta Gabrielli Minganti non ne avesse preso saldamente le redini alla morte del marito? E cercando nella storia ne troviamo tante: Ada Masotti, fondatrice de La Perla, e più indietro nel tempo Elisabetta Sirani, che fondò addirittura una scuola di pittura per donne in un’epoca in cui alle stesse era negato l’accesso alle arti. E molte altre ne abbiamo trovate in tutti i settori dell’eccellenza industriale del territorio, dal forno di Stella Rigosi Pedrazzi ai pizzi della Aemilia Ars della Lina Bianconcini Cavazza, dai cappelli di Isotta Zerri all’organizzazione delle lavoratrici di tabacco di Anna Quintavalla, dal ristorante di Carla Cenacchi all’atelier delle Sorelle Fontana, fino alla scuola guida di Luciana Gatti Emiliani. Queste sono solo alcune, ma ci vorrebbero diversi volumi per elencare tutte Le Donne che fecero l’Impresa.