Lo scorpione sul petto

Iconografia antiebraica tra xv e xvi secolo alla periferia dello stato pontificio

Nonfiction, Art & Architecture, Art History, Religion & Spirituality, Judaism, General Art
Cover of the book Lo scorpione sul petto by Giuseppe Capriotti, Gangemi Editore
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Giuseppe Capriotti ISBN: 9788849299281
Publisher: Gangemi Editore Publication: April 1, 2015
Imprint: Gangemi Editore Language: Italian
Author: Giuseppe Capriotti
ISBN: 9788849299281
Publisher: Gangemi Editore
Publication: April 1, 2015
Imprint: Gangemi Editore
Language: Italian

Collana Helicona di Monografie di Storia dell'Arte a cura di Marco Gallo In uno scomparto di predella della Madonna del Pergolato, venduta nel 1447 da Giovanni Boccati alla confraternita dei Disciplinati di Perugia, il personaggio che sta puntando la lancia alle spalle di Cristo, percuotendolo e incitandolo a camminare, porta sul petto un grosso scorpione nero, che campeggia su una vistosa casacca gialla: lo scorpione è il simbolo del popolo ebraico, il giallo è per eccellenza il colore dell’infamia. Grazie a questi e ad altri attributi, come ad esempio il naso adunco, il cappello a punta, il segno giallo, la scarsella da usuraio, il tallit o la lunga barba, è possibile identificare con chiarezza nella pittura tra ‘400 e ‘500 la figura dell’ebreo, effigiato in genere in modo peggiorativo, talora con tratti del volto deformi e ripugnanti, mentre compie gesti oltraggiosi nei confronti della Cristianità o mentre riceve un’esemplare punizione per la sua azione profanatoria. Questo libro illustra una serie di soggetti iconografici antiebraici, diffusi su un territorio che solo orientativamente coincide con le attuali regioni Umbria e Marche. Analizzate nei loro contesti e per la loro funzione d’uso, tali fonti iconografiche divengono uno straordinario documento, finora scarsamente utilizzato, che permette di indagare come gli ebrei e l’ebraismo fossero guardati e interpretati dalla prospettiva cristiana. Dietro l’origine e lo sviluppo di questi soggetti iconografici c’è in genere un’acquisizione di ordine dottrinale, morale o economico, che deve essere promossa e difesa. L’ebreo diviene dunque l’incarnazione paradigmatica dell’incredulità e dell’alterità religiosa, utile a risolvere problemi interni al cristianesimo e a definirne la forza identitaria. L’avversario fittizio ritratto nell’immagine rimanda però immediatamente alle reali collettività giudaiche che, spesso soggette a rigide prescrizioni, abitano le città interessate dalla «pittura antiebraica». GIUSEPPE CAPRIOTTI è ricercatore di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Macerata, dove insegna Iconografia e Iconologia e Storia delle immagini. Si è principalmente occupato di problemi di iconografia sacra e profana, di fortuna dell’Antico nell’arte moderna, di scultura e intaglio lignei, di pittura antiebraica e antiturca, di pittura e scultura del Risorgimento. Oltre ad aver lavorato su diversi artisti marchigiani del Rinascimento, ha pubblicato studi su Vittore Crivelli, Pintoricchio, Lorenzo Lotto, Caravaggio, Domenichino e Mattia Preti. Ha recentemente pubblicato L’alibi del mito. Un’altra autobiografia di Benvenuto Cellini (Genova 2013) e la ristampa anastatica Le Trasformationi di Lodovico Dolce. Il Rinascimento ovidiano di Giovanni Antonio Rusconi (Ancona 2013).

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

Collana Helicona di Monografie di Storia dell'Arte a cura di Marco Gallo In uno scomparto di predella della Madonna del Pergolato, venduta nel 1447 da Giovanni Boccati alla confraternita dei Disciplinati di Perugia, il personaggio che sta puntando la lancia alle spalle di Cristo, percuotendolo e incitandolo a camminare, porta sul petto un grosso scorpione nero, che campeggia su una vistosa casacca gialla: lo scorpione è il simbolo del popolo ebraico, il giallo è per eccellenza il colore dell’infamia. Grazie a questi e ad altri attributi, come ad esempio il naso adunco, il cappello a punta, il segno giallo, la scarsella da usuraio, il tallit o la lunga barba, è possibile identificare con chiarezza nella pittura tra ‘400 e ‘500 la figura dell’ebreo, effigiato in genere in modo peggiorativo, talora con tratti del volto deformi e ripugnanti, mentre compie gesti oltraggiosi nei confronti della Cristianità o mentre riceve un’esemplare punizione per la sua azione profanatoria. Questo libro illustra una serie di soggetti iconografici antiebraici, diffusi su un territorio che solo orientativamente coincide con le attuali regioni Umbria e Marche. Analizzate nei loro contesti e per la loro funzione d’uso, tali fonti iconografiche divengono uno straordinario documento, finora scarsamente utilizzato, che permette di indagare come gli ebrei e l’ebraismo fossero guardati e interpretati dalla prospettiva cristiana. Dietro l’origine e lo sviluppo di questi soggetti iconografici c’è in genere un’acquisizione di ordine dottrinale, morale o economico, che deve essere promossa e difesa. L’ebreo diviene dunque l’incarnazione paradigmatica dell’incredulità e dell’alterità religiosa, utile a risolvere problemi interni al cristianesimo e a definirne la forza identitaria. L’avversario fittizio ritratto nell’immagine rimanda però immediatamente alle reali collettività giudaiche che, spesso soggette a rigide prescrizioni, abitano le città interessate dalla «pittura antiebraica». GIUSEPPE CAPRIOTTI è ricercatore di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Macerata, dove insegna Iconografia e Iconologia e Storia delle immagini. Si è principalmente occupato di problemi di iconografia sacra e profana, di fortuna dell’Antico nell’arte moderna, di scultura e intaglio lignei, di pittura antiebraica e antiturca, di pittura e scultura del Risorgimento. Oltre ad aver lavorato su diversi artisti marchigiani del Rinascimento, ha pubblicato studi su Vittore Crivelli, Pintoricchio, Lorenzo Lotto, Caravaggio, Domenichino e Mattia Preti. Ha recentemente pubblicato L’alibi del mito. Un’altra autobiografia di Benvenuto Cellini (Genova 2013) e la ristampa anastatica Le Trasformationi di Lodovico Dolce. Il Rinascimento ovidiano di Giovanni Antonio Rusconi (Ancona 2013).

More books from Gangemi Editore

Cover of the book Il giardino privato di Roberto Burle Marx Il sìtio by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Il tubo Innocenti by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Pubblica Amministrazione e valutazione del personale: il caso del Garante per la protezione dei dati personali by Giuseppe Capriotti
Cover of the book C’era una volta il film by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Differenti gradi di percezione by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Breve storia della ragione filosofica by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Muoversi nell'immobile. Superamento delle barriere architettoniche nei luoghi d'interesse culturale by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Critica del presente e filosofia critica tra pragmatismo e teoria critica by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Manuale del curator by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Palazzo dei Convertendi by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Il rotolo giapponese Bamodoizu by Giuseppe Capriotti
Cover of the book La Strada Lombarda by Giuseppe Capriotti
Cover of the book L'Arca dell'Alleanza. Il tabernacolo di Dio by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Sociologia n. 1/2014 by Giuseppe Capriotti
Cover of the book Bandi ed editti della Presidenza delle strade nell'Archivio di Stato di Roma by Giuseppe Capriotti
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy