Author: | Massimiliano Lenzi | ISBN: | 9788893231251 |
Publisher: | Compagnia editoriale Aliberti | Publication: | July 25, 2016 |
Imprint: | Compagnia editoriale Aliberti | Language: | Italian |
Author: | Massimiliano Lenzi |
ISBN: | 9788893231251 |
Publisher: | Compagnia editoriale Aliberti |
Publication: | July 25, 2016 |
Imprint: | Compagnia editoriale Aliberti |
Language: | Italian |
Il giovane Renzi: un capo scout con la bruciante passione del comando e al contempo un arbitro di calcio minore, a metà fra Alberto Sordi e Lando Buzzanca. Siamo all’adolescenza, e alle sue due grandi passioni ‒ almeno fra quelle confessabili: fare il boy scout e l’arbitro di calcio. A dispetto di quelli che dicono che “gli scout sono quei bambini vestiti da cretini che vanno a giro accompagnati da cretini vestiti da bambini”, Matteo Renzi fa dello scoutismo una specie di religione ‒ lo sapete che erano scout anche il padre e la madre? ‒ nonché una bandiera della sua formazione e dei suoi valori. È lì che ha imparato a comandare: anzi, è lì che ha elaborato la sua personale arte del comando. Meno nota, invece, è la sua passione per l’arbitraggio: quattro anni da arbitro di seconda categoria in giro per la Toscana, a 17 anni. Un commissario dell’Aia che andò a vederlo lo definì “uno che sa farsi rispettare”. La riprova? Tre espulsioni in due partite. Gli piaceva rottamare già allora. Un ritratto in cui c’è molto da ridere, ma che va preso molto sul serio.
Il giovane Renzi: un capo scout con la bruciante passione del comando e al contempo un arbitro di calcio minore, a metà fra Alberto Sordi e Lando Buzzanca. Siamo all’adolescenza, e alle sue due grandi passioni ‒ almeno fra quelle confessabili: fare il boy scout e l’arbitro di calcio. A dispetto di quelli che dicono che “gli scout sono quei bambini vestiti da cretini che vanno a giro accompagnati da cretini vestiti da bambini”, Matteo Renzi fa dello scoutismo una specie di religione ‒ lo sapete che erano scout anche il padre e la madre? ‒ nonché una bandiera della sua formazione e dei suoi valori. È lì che ha imparato a comandare: anzi, è lì che ha elaborato la sua personale arte del comando. Meno nota, invece, è la sua passione per l’arbitraggio: quattro anni da arbitro di seconda categoria in giro per la Toscana, a 17 anni. Un commissario dell’Aia che andò a vederlo lo definì “uno che sa farsi rispettare”. La riprova? Tre espulsioni in due partite. Gli piaceva rottamare già allora. Un ritratto in cui c’è molto da ridere, ma che va preso molto sul serio.