Author: | Giovanni Maria Angioy, Omar Onnis | ISBN: | 9788873568858 |
Publisher: | Condaghes | Publication: | April 23, 2015 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Giovanni Maria Angioy, Omar Onnis |
ISBN: | 9788873568858 |
Publisher: | Condaghes |
Publication: | April 23, 2015 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Il "Memoriale" che qui si presenta e si traduce, in lingua italiana e sarda, raccoglie le memorie inviate da Giovanni Maria Angioy al Governo francese nel corso del 1799, allo scopo di sensibilizzarlo verso la causa rivoluzionaria sarda e chiederne l’aiuto militare per liberare la Sardegna dai Savoia e dal regime feudale. Notazioni storiche, descrizioni geografiche, suggerimenti tattici e ragguagli finanziari sul Regno di Sardegna si susseguono tra le pagine redatte da Angioy, facendo trasparire tutta l’urgenza e il fervore ideale che lo animavano. Come tale, il Memoriale si rivela una preziosa fonte di notizie storiche e un documento fondamentale tanto per gli “addetti ai lavori”, quanto per gli appassionati di Storia e per il grande pubblico. Getta inoltre una viva luce sugli avvenimenti di cui G.M. Angioy fu protagonista o testimone, contribuendo a restituire a quell’intera epoca tutto il senso politico e ideale che la animò, chiamandoci per altro ancora in causa.
La Rivoluzione sarda è un nodo storico fondamentale, non solo del nostro passato, ma anche del nostro presente. Scoppiata subito dopo il fallito tentativo francese di occupare la Sardegna, abbracciò un lungo periodo, tra 1793 e 1812, con un grande intreccio di fatti e personaggi memorabili. Il cosiddetto “triennio rivoluzionario” (1794-1796) costituì il suo momento topico, col tentativo radicale di sottrarre la Sardegna al regime feudale. A questi anni seguirono la repressione del governo sabaudo (il cui braccio armato furono la nobiltà e una parte della borghesia sarda), una situazione di disordini permanenti nelle campagne e i reiterati tentativi di riaprire la partita, vanamente attuati da compagni e seguaci dell’Angioy. Con la repressione dell’ultimo di questi piani – la cosiddetta “congiura di Palabanda”, autunno 1812 – la spinta rivoluzionaria si esaurì. L’arresto, l’esilio e la morte degli ultimi leader, in un momento di drammatiche condizioni materiali della popolazione, stroncarono le energie della classe dirigente che aveva assunto la guida del possibile cambiamento storico. L’insuccesso della Rivoluzione sarda è il fattore decisivo della nostra Storia contemporanea, i cui sviluppi hanno conferito una precisa cifra politica e sociale, ancora attuale.
Il "Memoriale" che qui si presenta e si traduce, in lingua italiana e sarda, raccoglie le memorie inviate da Giovanni Maria Angioy al Governo francese nel corso del 1799, allo scopo di sensibilizzarlo verso la causa rivoluzionaria sarda e chiederne l’aiuto militare per liberare la Sardegna dai Savoia e dal regime feudale. Notazioni storiche, descrizioni geografiche, suggerimenti tattici e ragguagli finanziari sul Regno di Sardegna si susseguono tra le pagine redatte da Angioy, facendo trasparire tutta l’urgenza e il fervore ideale che lo animavano. Come tale, il Memoriale si rivela una preziosa fonte di notizie storiche e un documento fondamentale tanto per gli “addetti ai lavori”, quanto per gli appassionati di Storia e per il grande pubblico. Getta inoltre una viva luce sugli avvenimenti di cui G.M. Angioy fu protagonista o testimone, contribuendo a restituire a quell’intera epoca tutto il senso politico e ideale che la animò, chiamandoci per altro ancora in causa.
La Rivoluzione sarda è un nodo storico fondamentale, non solo del nostro passato, ma anche del nostro presente. Scoppiata subito dopo il fallito tentativo francese di occupare la Sardegna, abbracciò un lungo periodo, tra 1793 e 1812, con un grande intreccio di fatti e personaggi memorabili. Il cosiddetto “triennio rivoluzionario” (1794-1796) costituì il suo momento topico, col tentativo radicale di sottrarre la Sardegna al regime feudale. A questi anni seguirono la repressione del governo sabaudo (il cui braccio armato furono la nobiltà e una parte della borghesia sarda), una situazione di disordini permanenti nelle campagne e i reiterati tentativi di riaprire la partita, vanamente attuati da compagni e seguaci dell’Angioy. Con la repressione dell’ultimo di questi piani – la cosiddetta “congiura di Palabanda”, autunno 1812 – la spinta rivoluzionaria si esaurì. L’arresto, l’esilio e la morte degli ultimi leader, in un momento di drammatiche condizioni materiali della popolazione, stroncarono le energie della classe dirigente che aveva assunto la guida del possibile cambiamento storico. L’insuccesso della Rivoluzione sarda è il fattore decisivo della nostra Storia contemporanea, i cui sviluppi hanno conferito una precisa cifra politica e sociale, ancora attuale.