Author: | Giovanni Lucchi | ISBN: | 9788890868320 |
Publisher: | Fondazione Lucchi Cremona | Publication: | October 17, 2013 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Giovanni Lucchi |
ISBN: | 9788890868320 |
Publisher: | Fondazione Lucchi Cremona |
Publication: | October 17, 2013 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Giovanni Lucchi non aveva nulla di ordinario. Come il suo mestiere. Era uno degli archettai più famosi al mondo, fabbricava archetti per strumenti a corda che hanno suonato tra le mani dei più grandi musicisti contemporanei.
Elegante, un po’ sornione, serio e giocoso al tempo stesso, viveva concentrato nel suo laboratorio ma sempre aperto sul mondo, teso a coglierne ogni più piccola vibrazione. Conoscerlo, nell’esatto momento in cui si era deciso a raccontare la sua storia, è stata un’esperienza unica. Il foulard al collo, gli occhi accesi, il ritmo tra le dita, ci ha affidato i suoi trionfi e le sue debolezze, i suoi esperimenti e le sue cadute, il suo metodo e le sue speranze.
Un'autobiografia che cerca di mettere un po’ – non troppo – d’ordine tra i suoi ricordi. Da quando, bambino, saliva sullo sgabello per affrontare il contrabbasso, molto più alto di lui, a quando ha escogitato un metodo empirico per misurare la trasmissibilità del legno, da quando suonava con gli amici su e giù per la riviera romagnola a quando si è guadagnato la fiducia di Rostropovich, realizzando per lui un archetto elastico e balzante come la sua intelligenza, come la sua passione.
Giovanni Lucchi, archettaio, nato a Cesena nel 1942, è morto a Cremona all’improvviso, nell’agosto 2012, poco dopo aver scritto questa breve e intensa autobiografia. Racchiusi tra le pagine troviamo i suoi ricordi, i suoi principi, i suoi progetti, che oggi diventano la sua eredità. Un tesoro prezioso per continuare sulla strada che ha tracciato con intelligenza, con creatività, con grande passione.
Giovanni Lucchi non aveva nulla di ordinario. Come il suo mestiere. Era uno degli archettai più famosi al mondo, fabbricava archetti per strumenti a corda che hanno suonato tra le mani dei più grandi musicisti contemporanei.
Elegante, un po’ sornione, serio e giocoso al tempo stesso, viveva concentrato nel suo laboratorio ma sempre aperto sul mondo, teso a coglierne ogni più piccola vibrazione. Conoscerlo, nell’esatto momento in cui si era deciso a raccontare la sua storia, è stata un’esperienza unica. Il foulard al collo, gli occhi accesi, il ritmo tra le dita, ci ha affidato i suoi trionfi e le sue debolezze, i suoi esperimenti e le sue cadute, il suo metodo e le sue speranze.
Un'autobiografia che cerca di mettere un po’ – non troppo – d’ordine tra i suoi ricordi. Da quando, bambino, saliva sullo sgabello per affrontare il contrabbasso, molto più alto di lui, a quando ha escogitato un metodo empirico per misurare la trasmissibilità del legno, da quando suonava con gli amici su e giù per la riviera romagnola a quando si è guadagnato la fiducia di Rostropovich, realizzando per lui un archetto elastico e balzante come la sua intelligenza, come la sua passione.
Giovanni Lucchi, archettaio, nato a Cesena nel 1942, è morto a Cremona all’improvviso, nell’agosto 2012, poco dopo aver scritto questa breve e intensa autobiografia. Racchiusi tra le pagine troviamo i suoi ricordi, i suoi principi, i suoi progetti, che oggi diventano la sua eredità. Un tesoro prezioso per continuare sulla strada che ha tracciato con intelligenza, con creatività, con grande passione.