Author: | Vittorio Alfieri | ISBN: | 1230001355468 |
Publisher: | nicla | Publication: | September 22, 2016 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Vittorio Alfieri |
ISBN: | 1230001355468 |
Publisher: | nicla |
Publication: | September 22, 2016 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Rosmunda è una tragedia di Vittorio Alfieri. Alfieri stesso scrisse nella sua Vita che questa tragedia venne ideata nel 1779; nello stesso anno ci fu una prima stesura, mentre la verseggiatura risale al 1780.
Si tratta di una tragedia basata su antecedenti storici reali, ma le vicende che vengono narrate sono frutto dell'invenzione dell'autore. Alfieri si disse in seguito perplesso sulla scelta di ricorrere a un soggetto del tutto inventato: «Credo oltre ciò, che sia anche mal fatto di volere interamente inventare il soggetto d'una tragedia; perché il fatto non essendo noto a nessuno, non può acquistarsi quella venerazione preventiva, ch'io credo quasi necessaria, massimamente nel cuore dello spettatore affinch'egli si presti alla illusion teatrale».
Alfieri descrisse così i personaggi della tragedia: Rosmunda «è un carattere di una singolare ferocia, ma pure non in verisimile, visti i tempi: e forse non del tutto indegna di pietà se si pon mente alle crudeltà infinite a lei usate da altri»; Almachilde è «un carattere veramente tragico, in quanto egli è colpevole ed innocente quasi ad un tempo; ingiusto ed ingrato per passione, ma giusto e magnanimo per natura; ed in tutto, e sotto vari aspetti, fortissimamente appassionato sempre, e molto innalzato dall'amor suo»; Romilda «mi pare che faccia un contrasto molto vivo e tenero con la ferocia di Rosmunda: ed ella mi par calda quanto basti»; Ildovaldo «è un perfetto amatore e un sublime guerriero. Le tinte del suo carattere hanno però un non so che di ondeggiante fra i costumi barbari dei suoi tempi, e il giusto illuminato pensare dei posteriori». L'autore sembrava piuttosto soddisfatto del risultato ottenuto: «Mi risulta dal tutto, che questa tragedia è la prima di quattro soli personaggi, in cui all'autore sia riuscito di creare quattro attori diversi tutti, tutti egualmente operanti, agitati tutti da passioni fortissime, che tutte s'incalzano e si urtano e s'inceppan fra loro».[1]
L'idea della scena finale, in cui i due amanti di Romilda vedono la giovane soccombere sotto i colpi di Rosmunda, è presa in parte dal romanzo Mémoires d'un homme de qualité, di Prévost.
TRAMA: Rosmunda era figlia di Cunimondo, re dei Gepidi, e sposò Alboino, re dei Longobardi, dopo che questi ebbe sconfitto suo padre, che cadde in battaglia nel 567. Seguendo il barbaro costume dell'epoca, Alboino fece trasformare il teschio di Cunimondo in una tazza. Anni dopo, durante un solenne banchetto, Alboino bevve a questa tazza, poi volle che facesse lo stesso la moglie, per bere con il proprio padre. Per vendicarsi di questa brutalità Rosmunda, aiutata da Almachilde, scudiero del re, uccise Alboino e si impadronì del trono, sposando lo stesso Almachilde. Alboino lasciò una figlia, Romilda, avuta da un precedente matrimonio. Questi avvenimenti costituiscono l'antefatto della tragedia.
Nella tragedia, si vedono Almachilde e un suo fedele, Ildovaldo, innamorarsi entrambi di Romilda, che poi viene uccisa dalla gelosa Rosmunda
Rosmunda è una tragedia di Vittorio Alfieri. Alfieri stesso scrisse nella sua Vita che questa tragedia venne ideata nel 1779; nello stesso anno ci fu una prima stesura, mentre la verseggiatura risale al 1780.
Si tratta di una tragedia basata su antecedenti storici reali, ma le vicende che vengono narrate sono frutto dell'invenzione dell'autore. Alfieri si disse in seguito perplesso sulla scelta di ricorrere a un soggetto del tutto inventato: «Credo oltre ciò, che sia anche mal fatto di volere interamente inventare il soggetto d'una tragedia; perché il fatto non essendo noto a nessuno, non può acquistarsi quella venerazione preventiva, ch'io credo quasi necessaria, massimamente nel cuore dello spettatore affinch'egli si presti alla illusion teatrale».
Alfieri descrisse così i personaggi della tragedia: Rosmunda «è un carattere di una singolare ferocia, ma pure non in verisimile, visti i tempi: e forse non del tutto indegna di pietà se si pon mente alle crudeltà infinite a lei usate da altri»; Almachilde è «un carattere veramente tragico, in quanto egli è colpevole ed innocente quasi ad un tempo; ingiusto ed ingrato per passione, ma giusto e magnanimo per natura; ed in tutto, e sotto vari aspetti, fortissimamente appassionato sempre, e molto innalzato dall'amor suo»; Romilda «mi pare che faccia un contrasto molto vivo e tenero con la ferocia di Rosmunda: ed ella mi par calda quanto basti»; Ildovaldo «è un perfetto amatore e un sublime guerriero. Le tinte del suo carattere hanno però un non so che di ondeggiante fra i costumi barbari dei suoi tempi, e il giusto illuminato pensare dei posteriori». L'autore sembrava piuttosto soddisfatto del risultato ottenuto: «Mi risulta dal tutto, che questa tragedia è la prima di quattro soli personaggi, in cui all'autore sia riuscito di creare quattro attori diversi tutti, tutti egualmente operanti, agitati tutti da passioni fortissime, che tutte s'incalzano e si urtano e s'inceppan fra loro».[1]
L'idea della scena finale, in cui i due amanti di Romilda vedono la giovane soccombere sotto i colpi di Rosmunda, è presa in parte dal romanzo Mémoires d'un homme de qualité, di Prévost.
TRAMA: Rosmunda era figlia di Cunimondo, re dei Gepidi, e sposò Alboino, re dei Longobardi, dopo che questi ebbe sconfitto suo padre, che cadde in battaglia nel 567. Seguendo il barbaro costume dell'epoca, Alboino fece trasformare il teschio di Cunimondo in una tazza. Anni dopo, durante un solenne banchetto, Alboino bevve a questa tazza, poi volle che facesse lo stesso la moglie, per bere con il proprio padre. Per vendicarsi di questa brutalità Rosmunda, aiutata da Almachilde, scudiero del re, uccise Alboino e si impadronì del trono, sposando lo stesso Almachilde. Alboino lasciò una figlia, Romilda, avuta da un precedente matrimonio. Questi avvenimenti costituiscono l'antefatto della tragedia.
Nella tragedia, si vedono Almachilde e un suo fedele, Ildovaldo, innamorarsi entrambi di Romilda, che poi viene uccisa dalla gelosa Rosmunda