Samizdat Anconetano

Mystery & Suspense, Police Procedural, Fiction & Literature, Thrillers
Cover of the book Samizdat Anconetano by Anonimo, Fabio Fantini
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Author: Anonimo ISBN: 1230001446937
Publisher: Fabio Fantini Publication: November 29, 2016
Imprint: Language: Italian
Author: Anonimo
ISBN: 1230001446937
Publisher: Fabio Fantini
Publication: November 29, 2016
Imprint:
Language: Italian

SAMIZDAT ANCONETANO

Samizdat  è un termine russo per indicare una produzione letteraria anonima e illegale, dattiloscritta e distribuita clandestinamente. Nell’Unione Sovietica i samizdat furono lo strumento principale per aggirare la censura di regime e rendere pubblici, con un intreccio romanzato, episodi di corruzione e abusi di potere.

Ancona degli anni Ottanta non era l’Unione Sovietica, ovviamente. Era però una città in cui un consistente impiego di risorse pubbliche generò un intreccio perverso tra potere politico e interessi imprenditoriali. In questo contesto l’informazione locale giocò un ruolo timido e incerto, attenta a non interferire troppo con gli equilibri raggiunti all’interno dei comitati di affari che badavano a spartirsi la ricca torta dei fondi di ricostruzione post-sismica. Le poche voci che si levarono contro progetti di ricostruzione attenti più agli interessi di chi li proponeva che alle esigenze della città furono messe in sordina grazie a un articolato sistema di lusinghe e di minacce, di censure e di omertà.

Nel romanzo la città subisce una trasfigurazione che la avvicina con un’ombra di ironia alla San Francisco teatro delle gesta di investigatori dalla scorza dura e dal cuore tenero che finiscono inevitabilmente con l’incrociare la strada di donne seducenti e determinate. Gli abitanti del luogo conservano cognomi greci eredità dei Padri Fondatori, mentre gli immigrati hanno cognomi anglosassoni. La passione sportiva funge da metafora per l’appartenenza politica. La toponomastica potrebbe essere quella californiana, la valuta corrente è il dollaro, ma gli stili di vita ricordano più l’indolente costa adriatica che la dinamica costa pacifica.

La città è il teatro dello scontro tra un gruppo di potere, che mira a gestire importanti operazioni fondiarie ed economiche a proprio vantaggio, e un agguerrito e ambizioso procuratore distrettuale, che indaga sugli appalti delle opere pubbliche. Polizia e stampa esercitano solo in parte il ruolo che dovrebbero svolgere, perché non pochi tra poliziotti e giornalisti sono corrotti o incapaci.

Questo contesto emergerà ben presto dalle mie indagini. Già, perché io sono Dan Episfaleìs, investigatore privato e anche io narrante. All’inizio della storia ricevo da una ansiosa e impaurita signora Dakoutis l’incarico di ritrovare suo marito Florian, che non dà più notizie di sé dal giorno prima.

Il caso assomiglia ai tanti altri episodi di infedeltà coniugale che costituiscono il grosso del mio lavoro e mi consentono di vivere una vita tranquilla e regolare, spesa tra lavoro, famiglia e amici. Non occorre molto tempo, però, perché io cominci a sospettare che per Florian Dakoutis si tratti di qualcosa di diverso. Troverò presto conferma della mia intuizione, ma anche il modo di cacciarmi in una lunga sequenza di azzardi e di emozioni, dalla quale uscirò con non poche cicatrici nel corpo e nello spirito e anche con una inattesa scoperta finale.

 

 

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SAMIZDAT ANCONETANO

Samizdat  è un termine russo per indicare una produzione letteraria anonima e illegale, dattiloscritta e distribuita clandestinamente. Nell’Unione Sovietica i samizdat furono lo strumento principale per aggirare la censura di regime e rendere pubblici, con un intreccio romanzato, episodi di corruzione e abusi di potere.

Ancona degli anni Ottanta non era l’Unione Sovietica, ovviamente. Era però una città in cui un consistente impiego di risorse pubbliche generò un intreccio perverso tra potere politico e interessi imprenditoriali. In questo contesto l’informazione locale giocò un ruolo timido e incerto, attenta a non interferire troppo con gli equilibri raggiunti all’interno dei comitati di affari che badavano a spartirsi la ricca torta dei fondi di ricostruzione post-sismica. Le poche voci che si levarono contro progetti di ricostruzione attenti più agli interessi di chi li proponeva che alle esigenze della città furono messe in sordina grazie a un articolato sistema di lusinghe e di minacce, di censure e di omertà.

Nel romanzo la città subisce una trasfigurazione che la avvicina con un’ombra di ironia alla San Francisco teatro delle gesta di investigatori dalla scorza dura e dal cuore tenero che finiscono inevitabilmente con l’incrociare la strada di donne seducenti e determinate. Gli abitanti del luogo conservano cognomi greci eredità dei Padri Fondatori, mentre gli immigrati hanno cognomi anglosassoni. La passione sportiva funge da metafora per l’appartenenza politica. La toponomastica potrebbe essere quella californiana, la valuta corrente è il dollaro, ma gli stili di vita ricordano più l’indolente costa adriatica che la dinamica costa pacifica.

La città è il teatro dello scontro tra un gruppo di potere, che mira a gestire importanti operazioni fondiarie ed economiche a proprio vantaggio, e un agguerrito e ambizioso procuratore distrettuale, che indaga sugli appalti delle opere pubbliche. Polizia e stampa esercitano solo in parte il ruolo che dovrebbero svolgere, perché non pochi tra poliziotti e giornalisti sono corrotti o incapaci.

Questo contesto emergerà ben presto dalle mie indagini. Già, perché io sono Dan Episfaleìs, investigatore privato e anche io narrante. All’inizio della storia ricevo da una ansiosa e impaurita signora Dakoutis l’incarico di ritrovare suo marito Florian, che non dà più notizie di sé dal giorno prima.

Il caso assomiglia ai tanti altri episodi di infedeltà coniugale che costituiscono il grosso del mio lavoro e mi consentono di vivere una vita tranquilla e regolare, spesa tra lavoro, famiglia e amici. Non occorre molto tempo, però, perché io cominci a sospettare che per Florian Dakoutis si tratti di qualcosa di diverso. Troverò presto conferma della mia intuizione, ma anche il modo di cacciarmi in una lunga sequenza di azzardi e di emozioni, dalla quale uscirò con non poche cicatrici nel corpo e nello spirito e anche con una inattesa scoperta finale.

 

 

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