Scultura barocca italiana in Portogallo

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Cover of the book Scultura barocca italiana in Portogallo by Teresa Leonor M. Vale, Gangemi Editore
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Author: Teresa Leonor M. Vale ISBN: 9788849291667
Publisher: Gangemi Editore Publication: January 3, 2016
Imprint: Gangemi Editore Language: Italian
Author: Teresa Leonor M. Vale
ISBN: 9788849291667
Publisher: Gangemi Editore
Publication: January 3, 2016
Imprint: Gangemi Editore
Language: Italian

Come già nel 1504 scriveva Pomponio Gaurico nel suo trattato, creando opere di scultura l'uomo non avrebbe potuto concepire niente di più potente per superare la sua condizione di mortale, né di più propizio all'invidia degli dei. Difatti, le opere di scultura sopravvivono nel tempo, al di là degli artisti che le hanno realizzate, al di là delle personalità che rappresentano. La resistenza della scultura marmorea alle tante forme di erosione che il tempo porta con sé è difatti notevole; sono però numerose le sculture che non sono sopravvissute e delle qualle abbiamo soltanto notizie. Così, quando ci dedichiamo al tema della scultura barocca italiana in Portogallo, dobbiamo parlare di sopravvivenze, anche se, per ricostruirne correttamente il contesto, è necessario anche far menzione (più o meno accurata) delle opere distrutte o smarrite. Non è scopo di questo libro compiere un approccio dettagliato e complessivo alla tematica della scultura barocca italiana in Portogallo; come si vedrà, questa ricerca ha come primo obiettivo richiamare l'attenzione sulla scultura in generale e in particolare sulla scultura barocca italiana che non si presenta agli occhi dell'osservatore di oggi come una realtà distante ed inaccessibile, perché, assieme ad una raffinata cultura, carattere fondamentale del barocco è la viva espressione di emozioni e sentimenti, che ancora oggi coinvolge l'osservatore, con una suggestione emotiva che neppure il tempo è riuscito ad annullare. Teresa Leonor M. Vale (1967) laureata in Storia e Storia dell'Arte (1989) presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Lisbona e dottore in Storia dell'Arte presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Porto (1994) con una tesi dedicata all'importazione di scultura barocca italiana in Portogallo nell'ambito dei rapporti artistici e culturali tra i due paesi nel seicento. Ha anche compiuto studi specialistici in Museologia e Conservazione delle Opere d'Arte e ha collaborato per anni con la Direcção-Geral dos Edifícios e Monumentos Nacionais del Portogallo. Docente di Storia dell'Arte presso la Scuola Superiore di Arte Decorative della Fundação Ricardo do Espírito Santo Silva e presso l'Universidade Lusófona de Humanidades e Tecnologias di Lisbona, si è dedicata negli anni più recenti sopratutto alla ricerca, con un progetto dedicato all'argenteria barocca italiana e al ruolo degli scultori nell'ambito di questa produzione. É autrice di diversi articoli e libri tra i quali i più recenti sono A Escultura Italiana de Mafra (2002), Escultura Italiana em Portugal no Século XVII (2004), Escultura Barroca Italiana em Portugal. Obras dos Séculos XVII e XVIII em Colecções Públicas e Particulares (2005), Diário de um Embaixador Português em Roma (1676-1678) (2006), Um Português em Roma, Um Italiano em Lisboa. Os Escultores Setecentistas José de Almeida e João António Bellini (2008).

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Come già nel 1504 scriveva Pomponio Gaurico nel suo trattato, creando opere di scultura l'uomo non avrebbe potuto concepire niente di più potente per superare la sua condizione di mortale, né di più propizio all'invidia degli dei. Difatti, le opere di scultura sopravvivono nel tempo, al di là degli artisti che le hanno realizzate, al di là delle personalità che rappresentano. La resistenza della scultura marmorea alle tante forme di erosione che il tempo porta con sé è difatti notevole; sono però numerose le sculture che non sono sopravvissute e delle qualle abbiamo soltanto notizie. Così, quando ci dedichiamo al tema della scultura barocca italiana in Portogallo, dobbiamo parlare di sopravvivenze, anche se, per ricostruirne correttamente il contesto, è necessario anche far menzione (più o meno accurata) delle opere distrutte o smarrite. Non è scopo di questo libro compiere un approccio dettagliato e complessivo alla tematica della scultura barocca italiana in Portogallo; come si vedrà, questa ricerca ha come primo obiettivo richiamare l'attenzione sulla scultura in generale e in particolare sulla scultura barocca italiana che non si presenta agli occhi dell'osservatore di oggi come una realtà distante ed inaccessibile, perché, assieme ad una raffinata cultura, carattere fondamentale del barocco è la viva espressione di emozioni e sentimenti, che ancora oggi coinvolge l'osservatore, con una suggestione emotiva che neppure il tempo è riuscito ad annullare. Teresa Leonor M. Vale (1967) laureata in Storia e Storia dell'Arte (1989) presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Lisbona e dottore in Storia dell'Arte presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Porto (1994) con una tesi dedicata all'importazione di scultura barocca italiana in Portogallo nell'ambito dei rapporti artistici e culturali tra i due paesi nel seicento. Ha anche compiuto studi specialistici in Museologia e Conservazione delle Opere d'Arte e ha collaborato per anni con la Direcção-Geral dos Edifícios e Monumentos Nacionais del Portogallo. Docente di Storia dell'Arte presso la Scuola Superiore di Arte Decorative della Fundação Ricardo do Espírito Santo Silva e presso l'Universidade Lusófona de Humanidades e Tecnologias di Lisbona, si è dedicata negli anni più recenti sopratutto alla ricerca, con un progetto dedicato all'argenteria barocca italiana e al ruolo degli scultori nell'ambito di questa produzione. É autrice di diversi articoli e libri tra i quali i più recenti sono A Escultura Italiana de Mafra (2002), Escultura Italiana em Portugal no Século XVII (2004), Escultura Barroca Italiana em Portugal. Obras dos Séculos XVII e XVIII em Colecções Públicas e Particulares (2005), Diário de um Embaixador Português em Roma (1676-1678) (2006), Um Português em Roma, Um Italiano em Lisboa. Os Escultores Setecentistas José de Almeida e João António Bellini (2008).

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