Dopo l’ingloriosa guerra del 1866 e la fallita spedizione di Garibaldi alla conquista di Roma nel 1867, per l’Italia il 1869 è un anno chiave nel difficile percorso di smobilitazione mentale del Risorgimento. Aperto dalla violenta protesta popolare contro la tassa sul macinato e dai sospetti di speculazioni finanziarie a opera di deputati, esso è marcato dalla vicenda del deputato, già combattente garibaldino, Cristiano Lobbia. Denunciatore del malaffare in Parlamento, egli subì un misterioso attentato: nel processo che ne seguì, si ritrovò paradossalmente trasformato da vittima in imputato. L’affare Lobbia è qui ricostruito come evento emblematico della crisi di un paese ancora alla faticosa ricerca di una sua normalità e ormai lontano dalle idealità risorgimentali che lo avevano costituito.
Dopo l’ingloriosa guerra del 1866 e la fallita spedizione di Garibaldi alla conquista di Roma nel 1867, per l’Italia il 1869 è un anno chiave nel difficile percorso di smobilitazione mentale del Risorgimento. Aperto dalla violenta protesta popolare contro la tassa sul macinato e dai sospetti di speculazioni finanziarie a opera di deputati, esso è marcato dalla vicenda del deputato, già combattente garibaldino, Cristiano Lobbia. Denunciatore del malaffare in Parlamento, egli subì un misterioso attentato: nel processo che ne seguì, si ritrovò paradossalmente trasformato da vittima in imputato. L’affare Lobbia è qui ricostruito come evento emblematico della crisi di un paese ancora alla faticosa ricerca di una sua normalità e ormai lontano dalle idealità risorgimentali che lo avevano costituito.