Author: | Giovanni Leone, Luigi Maruotti, Carlo Saltelli | ISBN: | 9788813311476 |
Publisher: | Cedam | Publication: | December 22, 2010 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Giovanni Leone, Luigi Maruotti, Carlo Saltelli |
ISBN: | 9788813311476 |
Publisher: | Cedam |
Publication: | December 22, 2010 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Il volume, che consente agli operatori del diritto (magistrati ed avvocati) l’approccio al nuovo Codice del Processo Amministrativo entrato in vigore il 16 settembre 2010, riporta un primo commento dei singoli articoli, corredato sia dalla Relazione del Governo, la quale ha accompagnato il decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, sia dalla giurisprudenza che concerne le previgenti come le attuali norme. Con diverso carattere tipografico sono altresì indicate le disposizioni abrogate.
La seconda parte del lavoro (“Appendice”) consiste nella trascrizione del Codice, senza alcuna interruzione dovuta a commenti ed annotazioni giurisprudenziali, così da favorirne l’immediata consultazione, e di parte significativa dei “lavori preparatori”, utili per comprendere la ratio delle disposizioni.
L’arrivo del nuovo codice di giustizia amministrativa ha una portata epocale.
L’opera di Leone è un classico commentario per articolo, il tipo di opera che il professionista apprezza maggiormente quando ha a che fare con leggi emanate da poco tempo.
La dottrina spesso si è domandata se valesse la pena che le leggi che finora hanno disciplinato il processo amministrativo dovessero essere ‘‘costrette’’ in un testo di carattere unitario o se valesse la pena lasciare le cose così come sono state negli ultimi quaranta anni.
Che natura ha il Nuovo Codice del Processo Amministrativo? Ricognitivo oppure innovativo?
Inoltre: valeva la pena avere un Codice di settore o meglio un semplice Testo unico?
E visto che altri recenti Codici hanno subıto significative modifiche (es. il Codice dei contratti pubblici, quello dei beni culturali), si è arrivati ad un codice assai corposo, ma strumento più agile, considerato che la fortuna del processo amministrativo si deve proprio alla limitata estensione delle sue disposizioni e alla giurisprudenza creativa del Consiglio di Stato. Comunque sia, ora abbiamo il nuovo strumento di disciplina del Processo amministrativo; troverà il proprio assetto definitivo dopo qualche anno di rodaggio, atteso che esistono di certo disposizioni nuove ed altre che dovranno necessariamente adattarsi al nuovo contesto
Il volume, che consente agli operatori del diritto (magistrati ed avvocati) l’approccio al nuovo Codice del Processo Amministrativo entrato in vigore il 16 settembre 2010, riporta un primo commento dei singoli articoli, corredato sia dalla Relazione del Governo, la quale ha accompagnato il decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, sia dalla giurisprudenza che concerne le previgenti come le attuali norme. Con diverso carattere tipografico sono altresì indicate le disposizioni abrogate.
La seconda parte del lavoro (“Appendice”) consiste nella trascrizione del Codice, senza alcuna interruzione dovuta a commenti ed annotazioni giurisprudenziali, così da favorirne l’immediata consultazione, e di parte significativa dei “lavori preparatori”, utili per comprendere la ratio delle disposizioni.
L’arrivo del nuovo codice di giustizia amministrativa ha una portata epocale.
L’opera di Leone è un classico commentario per articolo, il tipo di opera che il professionista apprezza maggiormente quando ha a che fare con leggi emanate da poco tempo.
La dottrina spesso si è domandata se valesse la pena che le leggi che finora hanno disciplinato il processo amministrativo dovessero essere ‘‘costrette’’ in un testo di carattere unitario o se valesse la pena lasciare le cose così come sono state negli ultimi quaranta anni.
Che natura ha il Nuovo Codice del Processo Amministrativo? Ricognitivo oppure innovativo?
Inoltre: valeva la pena avere un Codice di settore o meglio un semplice Testo unico?
E visto che altri recenti Codici hanno subıto significative modifiche (es. il Codice dei contratti pubblici, quello dei beni culturali), si è arrivati ad un codice assai corposo, ma strumento più agile, considerato che la fortuna del processo amministrativo si deve proprio alla limitata estensione delle sue disposizioni e alla giurisprudenza creativa del Consiglio di Stato. Comunque sia, ora abbiamo il nuovo strumento di disciplina del Processo amministrativo; troverà il proprio assetto definitivo dopo qualche anno di rodaggio, atteso che esistono di certo disposizioni nuove ed altre che dovranno necessariamente adattarsi al nuovo contesto