Finanziamenti comunitari: condizionalità senza frontiere

La finta solidarietà dell'Unione europea

Nonfiction, Social & Cultural Studies, Political Science, International
Cover of the book Finanziamenti comunitari: condizionalità senza frontiere by Romina Raponi, Imprimatur
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Author: Romina Raponi ISBN: 9788868304331
Publisher: Imprimatur Publication: February 25, 2016
Imprint: Language: Italian
Author: Romina Raponi
ISBN: 9788868304331
Publisher: Imprimatur
Publication: February 25, 2016
Imprint:
Language: Italian

Questo testo si presenta come tappa fondamentale nel percorso, che necessariamente dovremo affrontare, di decostruzione del mito irenico ed escatologico dell’Europa che dà la pace e la prosperità, di doloroso ma imprescindibile abbandono dell’europeismo del “dover essere” (come lo definisce Alfredo D’Attorre), di elaborazione di un lutto col quale dobbiamo fare rapidamente i conti, allo scopo di evitare che più gravi lutti vengano a turbare in modo irrimediabile il percorso comune dei popoli europei.

Dalla Prefazione di Alberto Bagnai

Un’informazione mediatica superficiale, non supportata dai dati, o comunque strumentalmente utilizzata, non manca di evidenziare, ciclicamente, l’inettitudine del popolo italiano quanto a utilizzazione dei fondi comunitari e sperpero di risorse
economiche.

Questo libro, che non è rivolto solo a giuristi ed economisti, ma a tutti gli italiani desiderosi di conoscere la verità, evidenzia una situazione completamente diversa: non solo i fondi comunitari sono utilizzati dall’Italia in una misura che è assolutamente in linea con gli altri Paesi dell’UE, ma qualunque analisi sull’utilizzo dei fondi non può prescindere da quella sugli effetti della contribuzione dell’Italia al bilancio UE (quale contributore netto) o dal contesto in cui operano detti fondi (un contesto esattamente delimitato dalle finalità principali stabilite nei Trattati).

Partendo da questi aspetti e attraverso una puntuale disamina di molteplici fonti, scomode verità vengono alla luce: il sistema dei finanziamenti comunitari, per come strutturato, non può operare come sistema di trasferimenti compensativi (e quindi in un’ottica solidaristica) dalle aree con gli indicatori economici più “forti” a quelle più deboli, e si rivela, per contro, un esclusivo strumento di controllo da parte delle istituzioni UE, delle politiche economiche del Paese. Il sistema dei finanziamenti, inoltre, è tale che lo Stato membro è costretto a utilizzare (proprie) risorse in maniera del tutto svincolata dalle concrete necessità territoriali che, oltretutto, attraverso il sistema di co­finanziamento, aggrava ulteriormente la situazione di deficit di bilancio. Rimane deluso anche chi si aspetta di trovare in questo libro i dati sul raggiungimento degli obiettivi che con i fondi comunitari si sarebbero dovuti raggiungere negli anni scorsi: le stesse relazioni della Commissione UE o omettono di riportare dati concreti, oppure evidenziano un totale fallimento.

Romina Raponi, nata a Velletri nel 1971, si è laureata in Giurisprudenza all’Università La Sapienza. È avvocato amministrativista del Foro di Roma.

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Questo testo si presenta come tappa fondamentale nel percorso, che necessariamente dovremo affrontare, di decostruzione del mito irenico ed escatologico dell’Europa che dà la pace e la prosperità, di doloroso ma imprescindibile abbandono dell’europeismo del “dover essere” (come lo definisce Alfredo D’Attorre), di elaborazione di un lutto col quale dobbiamo fare rapidamente i conti, allo scopo di evitare che più gravi lutti vengano a turbare in modo irrimediabile il percorso comune dei popoli europei.

Dalla Prefazione di Alberto Bagnai

Un’informazione mediatica superficiale, non supportata dai dati, o comunque strumentalmente utilizzata, non manca di evidenziare, ciclicamente, l’inettitudine del popolo italiano quanto a utilizzazione dei fondi comunitari e sperpero di risorse
economiche.

Questo libro, che non è rivolto solo a giuristi ed economisti, ma a tutti gli italiani desiderosi di conoscere la verità, evidenzia una situazione completamente diversa: non solo i fondi comunitari sono utilizzati dall’Italia in una misura che è assolutamente in linea con gli altri Paesi dell’UE, ma qualunque analisi sull’utilizzo dei fondi non può prescindere da quella sugli effetti della contribuzione dell’Italia al bilancio UE (quale contributore netto) o dal contesto in cui operano detti fondi (un contesto esattamente delimitato dalle finalità principali stabilite nei Trattati).

Partendo da questi aspetti e attraverso una puntuale disamina di molteplici fonti, scomode verità vengono alla luce: il sistema dei finanziamenti comunitari, per come strutturato, non può operare come sistema di trasferimenti compensativi (e quindi in un’ottica solidaristica) dalle aree con gli indicatori economici più “forti” a quelle più deboli, e si rivela, per contro, un esclusivo strumento di controllo da parte delle istituzioni UE, delle politiche economiche del Paese. Il sistema dei finanziamenti, inoltre, è tale che lo Stato membro è costretto a utilizzare (proprie) risorse in maniera del tutto svincolata dalle concrete necessità territoriali che, oltretutto, attraverso il sistema di co­finanziamento, aggrava ulteriormente la situazione di deficit di bilancio. Rimane deluso anche chi si aspetta di trovare in questo libro i dati sul raggiungimento degli obiettivi che con i fondi comunitari si sarebbero dovuti raggiungere negli anni scorsi: le stesse relazioni della Commissione UE o omettono di riportare dati concreti, oppure evidenziano un totale fallimento.

Romina Raponi, nata a Velletri nel 1971, si è laureata in Giurisprudenza all’Università La Sapienza. È avvocato amministrativista del Foro di Roma.

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