Author: | Vindice Lecis | ISBN: | 9788873569176 |
Publisher: | Condaghes | Publication: | April 3, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Vindice Lecis |
ISBN: | 9788873569176 |
Publisher: | Condaghes |
Publication: | April 3, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Sardegna, fine del VI secolo, sotto il dominio dei romani di Costantinopoli. La lunga guerra tra i bizantini e i barbaricini giunge al termine. Il capo di questi ultimi, Ospitone (Hospiton), raggiunge un accordo di pace con il dux Zabarda, accettando di convertirsi al cristianesimo e riconoscendo il potere dell’imperatore Maurizio Tiberio. L’intesa è salutata dal papa Gregorio Magno con una lettera che nel maggio del 594 scrive al capo dei barbaricini esprimendogli gioia e soddisfazione per la conversione e chiedendogli di aiutare l’evangelizzazione del popolo barbaricino, fino a quel momento tra i più pagani dell’Occidente. Prima di questa intesa, o tregua, i romani cercano in tutti i modi di schiacciare la forza dei barbaricini divisi tra accettazione dell’integrazione e costante ribellione al potere imperiale: intrighi, blocco economico, persino il ferimento di Nispeni, la moglie di Hospiton, e il rapimento del figlio Sardo. La pace concede ai barbaricini di non essere strangolati dalla morsa romana, ma una parte di loro, con Assada, giovane e turbolento luogotenente di Hospiton, non accetta fino in fondo quei patti e sceglie la strada dell’ira e della ribellione aperta.
In questo romanzo la precisione dei dettagli storici e la ricostruzione fedele dell’epoca – le vicende politiche, i rapporti sociali, la religione, l’arte militare, la vita di servi e signori nelle città e nei villaggi – si alternano all’invenzione narrativa che coinvolge il lettore calandolo pienamente in quel periodo storico così intenso e poco conosciuto. Un passaggio travagliato nella grande vicenda del Mediterraneo tra politica, religione, magia, usi e costumi degli antichi sardi.
Sardegna, fine del VI secolo, sotto il dominio dei romani di Costantinopoli. La lunga guerra tra i bizantini e i barbaricini giunge al termine. Il capo di questi ultimi, Ospitone (Hospiton), raggiunge un accordo di pace con il dux Zabarda, accettando di convertirsi al cristianesimo e riconoscendo il potere dell’imperatore Maurizio Tiberio. L’intesa è salutata dal papa Gregorio Magno con una lettera che nel maggio del 594 scrive al capo dei barbaricini esprimendogli gioia e soddisfazione per la conversione e chiedendogli di aiutare l’evangelizzazione del popolo barbaricino, fino a quel momento tra i più pagani dell’Occidente. Prima di questa intesa, o tregua, i romani cercano in tutti i modi di schiacciare la forza dei barbaricini divisi tra accettazione dell’integrazione e costante ribellione al potere imperiale: intrighi, blocco economico, persino il ferimento di Nispeni, la moglie di Hospiton, e il rapimento del figlio Sardo. La pace concede ai barbaricini di non essere strangolati dalla morsa romana, ma una parte di loro, con Assada, giovane e turbolento luogotenente di Hospiton, non accetta fino in fondo quei patti e sceglie la strada dell’ira e della ribellione aperta.
In questo romanzo la precisione dei dettagli storici e la ricostruzione fedele dell’epoca – le vicende politiche, i rapporti sociali, la religione, l’arte militare, la vita di servi e signori nelle città e nei villaggi – si alternano all’invenzione narrativa che coinvolge il lettore calandolo pienamente in quel periodo storico così intenso e poco conosciuto. Un passaggio travagliato nella grande vicenda del Mediterraneo tra politica, religione, magia, usi e costumi degli antichi sardi.