Author: | Adriana Zarri, Paolo Ricca | ISBN: | 9788867083336 |
Publisher: | Lindau | Publication: | February 17, 2015 |
Imprint: | Lindau | Language: | Italian |
Author: | Adriana Zarri, Paolo Ricca |
ISBN: | 9788867083336 |
Publisher: | Lindau |
Publication: | February 17, 2015 |
Imprint: | Lindau |
Language: | Italian |
La preghiera è il centro di ogni religione, l’anima di ogni pietà, il respiro di ogni fede. Credere e pregare sono, in fondo, la stessa cosa. La fede è preghiera che ascolta; la preghiera è fede che parla. Pregare non significa anzitutto parlare, ma ascoltare. Da questa preghiera come ascolto nasce la fede, che a sua volta diventa preghiera come parola. Adriana Zarri, in questo volume che reca come sottotitolo Raccolta di preghiere da tutte le fedi, ha accettato la sfida del monoteismo (se così vogliamo chiamarla) e ha messo insieme tante voci diverse rivolte all’unico Dio, provenienti dai più disparati orizzonti religiosi. Dal profondo Pozzo di Giacobbe l’Autrice attinge preghiere cristiane (sono la maggioranza), ebraiche, musulmane (una di Maometto stesso), indù, dei Maya, degli Akon africani, del Bhagavadgita, nonché di tribù animiste. Sincretismo? In nessun modo. Contaminazioni? Neppure. Sono tutte preghiere rivolte al «Tu» divino, all’Ineffabile dai molti nomi. Provengono da molte religioni, ma la fede, come atteggiamento di fondo davanti a Dio, è simile in tutte le religioni, per quanto diverse queste possano essere tra loro. Del resto, anche all’interno di ogni singola religione, c’è una pluralità straordinaria di voci, dettate da altrettante esperienze di preghiera, nate in tempi e contesti diversissimi, spesso anche da ispirazioni diverse, ma che si integrano perfettamente come le voci di un unico coro. Così, nel Pozzo di Giacobbe, troviamo, oltre a molte preghiere di Adriana Zarri – che sono una delle ricchezze del volume –, preghiere che vanno da Clemente Alessandrino a Dag Hammarskjöld, da Anselmo di Aosta a Teilhard de Chardin, da Ambrogio da Milano a Giovanni Papini, da Efrem il Siro a Antonio Hortolano, da Agostino ai Negro Spirituals, da Iacopone da Todi a Sören Kierkegaard. Insomma: una straordinaria ricchezza e una splendida coralità. Dalla prefazione di Paolo Ricca
La preghiera è il centro di ogni religione, l’anima di ogni pietà, il respiro di ogni fede. Credere e pregare sono, in fondo, la stessa cosa. La fede è preghiera che ascolta; la preghiera è fede che parla. Pregare non significa anzitutto parlare, ma ascoltare. Da questa preghiera come ascolto nasce la fede, che a sua volta diventa preghiera come parola. Adriana Zarri, in questo volume che reca come sottotitolo Raccolta di preghiere da tutte le fedi, ha accettato la sfida del monoteismo (se così vogliamo chiamarla) e ha messo insieme tante voci diverse rivolte all’unico Dio, provenienti dai più disparati orizzonti religiosi. Dal profondo Pozzo di Giacobbe l’Autrice attinge preghiere cristiane (sono la maggioranza), ebraiche, musulmane (una di Maometto stesso), indù, dei Maya, degli Akon africani, del Bhagavadgita, nonché di tribù animiste. Sincretismo? In nessun modo. Contaminazioni? Neppure. Sono tutte preghiere rivolte al «Tu» divino, all’Ineffabile dai molti nomi. Provengono da molte religioni, ma la fede, come atteggiamento di fondo davanti a Dio, è simile in tutte le religioni, per quanto diverse queste possano essere tra loro. Del resto, anche all’interno di ogni singola religione, c’è una pluralità straordinaria di voci, dettate da altrettante esperienze di preghiera, nate in tempi e contesti diversissimi, spesso anche da ispirazioni diverse, ma che si integrano perfettamente come le voci di un unico coro. Così, nel Pozzo di Giacobbe, troviamo, oltre a molte preghiere di Adriana Zarri – che sono una delle ricchezze del volume –, preghiere che vanno da Clemente Alessandrino a Dag Hammarskjöld, da Anselmo di Aosta a Teilhard de Chardin, da Ambrogio da Milano a Giovanni Papini, da Efrem il Siro a Antonio Hortolano, da Agostino ai Negro Spirituals, da Iacopone da Todi a Sören Kierkegaard. Insomma: una straordinaria ricchezza e una splendida coralità. Dalla prefazione di Paolo Ricca