Author: | Robert Louis Stevenson | ISBN: | 9788845971907 |
Publisher: | Adelphi | Publication: | September 10, 2014 |
Imprint: | Adelphi | Language: | Italian |
Author: | Robert Louis Stevenson |
ISBN: | 9788845971907 |
Publisher: | Adelphi |
Publication: | September 10, 2014 |
Imprint: | Adelphi |
Language: | Italian |
Diverso dal narratore di avventure piratesche o di guerriglie tra clan scozzesi – iniquità ritualmente compiute da un affascinante ribaldo – è lo Stevenson che, per la prima e ultima volta in vita sua, scrive una storia d’amore, questa preziosa fiaba del principe Otto, che corteggia sua moglie, l’immatura Serafina, e la perde par délicatesse. Il sommesso dramma provoca la fragorosa caduta del principato e scompiglia i piani di un tribunizio e satiresco dittatore. Pubblicato nel 1885, due anni dopo l’"Isola del tesoro", "Il Principe Otto", che nelle prime intenzioni di Stevenson avrebbe dovuto essere una commedia brillante, è soprattutto una raffinata féerie, dove i personaggi principali, in un gioco a quattro recitato con grazia e misura settecentesche, collaborano a ordire e sciogliere un intrico fantasioso ed elegante. Non meno importante dell’azione il luogo: la selvaggia foresta corsa da limpidi rivi, descritta nelle pagine più scintillanti del libro; in virtù delle quali, la grande stagione del virtuosismo liberty, che dal Flaubert minore va fino al D’Annunzio, può annoverare nel Principe Otto uno dei suoi testi meno vulgati e più probanti. Ma Stevenson è sempre visitato dalla poesia: accanto ai prodigi verbali la notazione magica, che rende la duplice natura dell’acqua, casalinga e arcana, salutare e mortifera, o spiega cieli di stelle sulle frivole vicende, che ne vengono trasfigurate. Anche le due donne, la principessa e l’amorosa e intrigante dama di corte, dapprima figurine brillanti ma superficiali, sono infine toccate dalla grazia: l’avventuriera rivela un’offesa nobiltà, Serafina la perversione di chi non sa perdere l’innocenza. Nella sua rarefatta leggerezza la fiaba scopre insospettate ambiguità, che ne costituiscono il fascino maggiore.
Diverso dal narratore di avventure piratesche o di guerriglie tra clan scozzesi – iniquità ritualmente compiute da un affascinante ribaldo – è lo Stevenson che, per la prima e ultima volta in vita sua, scrive una storia d’amore, questa preziosa fiaba del principe Otto, che corteggia sua moglie, l’immatura Serafina, e la perde par délicatesse. Il sommesso dramma provoca la fragorosa caduta del principato e scompiglia i piani di un tribunizio e satiresco dittatore. Pubblicato nel 1885, due anni dopo l’"Isola del tesoro", "Il Principe Otto", che nelle prime intenzioni di Stevenson avrebbe dovuto essere una commedia brillante, è soprattutto una raffinata féerie, dove i personaggi principali, in un gioco a quattro recitato con grazia e misura settecentesche, collaborano a ordire e sciogliere un intrico fantasioso ed elegante. Non meno importante dell’azione il luogo: la selvaggia foresta corsa da limpidi rivi, descritta nelle pagine più scintillanti del libro; in virtù delle quali, la grande stagione del virtuosismo liberty, che dal Flaubert minore va fino al D’Annunzio, può annoverare nel Principe Otto uno dei suoi testi meno vulgati e più probanti. Ma Stevenson è sempre visitato dalla poesia: accanto ai prodigi verbali la notazione magica, che rende la duplice natura dell’acqua, casalinga e arcana, salutare e mortifera, o spiega cieli di stelle sulle frivole vicende, che ne vengono trasfigurate. Anche le due donne, la principessa e l’amorosa e intrigante dama di corte, dapprima figurine brillanti ma superficiali, sono infine toccate dalla grazia: l’avventuriera rivela un’offesa nobiltà, Serafina la perversione di chi non sa perdere l’innocenza. Nella sua rarefatta leggerezza la fiaba scopre insospettate ambiguità, che ne costituiscono il fascino maggiore.