Author: | Claudio Magris | ISBN: | 9788811137092 |
Publisher: | Garzanti | Publication: | March 7, 2013 |
Imprint: | Garzanti | Language: | Italian |
Author: | Claudio Magris |
ISBN: | 9788811137092 |
Publisher: | Garzanti |
Publication: | March 7, 2013 |
Imprint: | Garzanti |
Language: | Italian |
Nell’autunno del 1944 i tedeschi invasero la Carnia con l’aiuto dei cosacchi loro alleati, ai quali avevano promesso un luogo dove costruire un’autonoma patria cosacca, una «Kosakenland» fra i villaggi e le montagne di quella regione. I cosacchi vi si trasferirono in massa, compiendo saccheggi e atrocità di ogni tipo fino al maggio del ’45, quando scoprirono di essere stati usati e ingannati. Abbandonati a loro stessi di fronte all’avanzata dell’Armata Rossa, dovettero riparare in Austria e si arresero poi agli inglesi, i quali, però, ottemperando agli accordi segreti di Yalta, ma tradendo i patti, li consegnarono ai sovietici, che i cosacchi avevano cercato in tutti i modi di evitare. Vistisi ormai perduti, molti di loro scelsero il suicidio gettandosi nelle acque della Drava. Alcuni riuscirono a fuggire, molti altri incontrarono al morte in URSS. Da questa vicenda poco ricordata dalla storia, Claudio Magris trae spunto per comporre un resoconto toccante sul destino e sulla tragedia del vivere, ma anche su suoi brevi istanti di grazia.
Nell’autunno del 1944 i tedeschi invasero la Carnia con l’aiuto dei cosacchi loro alleati, ai quali avevano promesso un luogo dove costruire un’autonoma patria cosacca, una «Kosakenland» fra i villaggi e le montagne di quella regione. I cosacchi vi si trasferirono in massa, compiendo saccheggi e atrocità di ogni tipo fino al maggio del ’45, quando scoprirono di essere stati usati e ingannati. Abbandonati a loro stessi di fronte all’avanzata dell’Armata Rossa, dovettero riparare in Austria e si arresero poi agli inglesi, i quali, però, ottemperando agli accordi segreti di Yalta, ma tradendo i patti, li consegnarono ai sovietici, che i cosacchi avevano cercato in tutti i modi di evitare. Vistisi ormai perduti, molti di loro scelsero il suicidio gettandosi nelle acque della Drava. Alcuni riuscirono a fuggire, molti altri incontrarono al morte in URSS. Da questa vicenda poco ricordata dalla storia, Claudio Magris trae spunto per comporre un resoconto toccante sul destino e sulla tragedia del vivere, ma anche su suoi brevi istanti di grazia.