Intransigenze

Fiction & Literature, Literary Theory & Criticism
Cover of the book Intransigenze by Vladimir Nabokov, Adelphi
View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart
Author: Vladimir Nabokov ISBN: 9788845976421
Publisher: Adelphi Publication: May 7, 2015
Imprint: Adelphi Language: Italian
Author: Vladimir Nabokov
ISBN: 9788845976421
Publisher: Adelphi
Publication: May 7, 2015
Imprint: Adelphi
Language: Italian

Nabokov aborriva le interviste. Eppure, soprattutto quando diventò una celebrità, dovette subirne alcune. Ma il lavoro di quei malcapitati giornalisti si trasformava in puro pretesto per una strepitosa reinvenzione con cui egli si proponeva innanzitutto di cancellare «ogni traccia di spontaneità, ogni parvenza di effettiva conversazione». Il risultato fu una sorta di concrezione madreporica, dove con gli anni finirono per depositarsi, nella loro forma più scintillante e micidiale, non tanto le idee quanto le intransigenze di Nabokov, come dire le reazioni della sua fisiologia di scrittore ai grandi temi (e spesso alle grandi scemenze, come l’«impegno») che vagavano per l’aria. Nabokov scopre le sue batterie fin dalla prima riga della Prefazione: «Penso come un genio, scrivo come un autore eminente e parlo come un bambino». Ma è solo un sommesso preannuncio rispetto alle bordate che la sua artiglieria spara in tutto il libro e in tutte le direzioni: dalla letteratura all’arte, dalla politica alla sociologia e alla psicoanalisi. È più facile contare i pochi che si salvano, perché innumerevoli sono, per questo cacciatore di farfalle e di «false fame», i bersagli da colpire senza misericordia. Si salvano, per esempio, ma non sempre restano incolumi, James Joyce e Kafka, Pushkin, Tolstoj e Balthus, o i grandi comici quali Buster Keaton, Charlie Chaplin, i fratelli Marx, Stan Laurel e Oliver Hardy; mentre sono investiti da scariche di sarcasmo Dostoevskij e Balzac, D.H. Lawrence e Sartre, il Thomas Mann di "Morte a Venezia" e il Pasternak del "Dottor Zivago" (al quale fanno compagnia altri tre dottori: Freud, Schweitzer e Fidel Castro). Visto a distanza, molto di ciò che Nabokov diceva come provocazione e insolenza (per esempio in politica) ci appare oggi chiaroveggente e preciso. Ma, anche là dove il gioco lo spinge a esasperare i termini – spesso in modo esilarante –, gli siamo grati e lo seguiamo, perché ci rivela cose che ogni visione equilibrata e contegnosa ignora. Non solo: attraverso molteplici pretesti rivela di pagina in pagina tratti e momenti di se stesso, in una sorta di capricciosa e obliqua autobiografia.

View on Amazon View on AbeBooks View on Kobo View on B.Depository View on eBay View on Walmart

Nabokov aborriva le interviste. Eppure, soprattutto quando diventò una celebrità, dovette subirne alcune. Ma il lavoro di quei malcapitati giornalisti si trasformava in puro pretesto per una strepitosa reinvenzione con cui egli si proponeva innanzitutto di cancellare «ogni traccia di spontaneità, ogni parvenza di effettiva conversazione». Il risultato fu una sorta di concrezione madreporica, dove con gli anni finirono per depositarsi, nella loro forma più scintillante e micidiale, non tanto le idee quanto le intransigenze di Nabokov, come dire le reazioni della sua fisiologia di scrittore ai grandi temi (e spesso alle grandi scemenze, come l’«impegno») che vagavano per l’aria. Nabokov scopre le sue batterie fin dalla prima riga della Prefazione: «Penso come un genio, scrivo come un autore eminente e parlo come un bambino». Ma è solo un sommesso preannuncio rispetto alle bordate che la sua artiglieria spara in tutto il libro e in tutte le direzioni: dalla letteratura all’arte, dalla politica alla sociologia e alla psicoanalisi. È più facile contare i pochi che si salvano, perché innumerevoli sono, per questo cacciatore di farfalle e di «false fame», i bersagli da colpire senza misericordia. Si salvano, per esempio, ma non sempre restano incolumi, James Joyce e Kafka, Pushkin, Tolstoj e Balthus, o i grandi comici quali Buster Keaton, Charlie Chaplin, i fratelli Marx, Stan Laurel e Oliver Hardy; mentre sono investiti da scariche di sarcasmo Dostoevskij e Balzac, D.H. Lawrence e Sartre, il Thomas Mann di "Morte a Venezia" e il Pasternak del "Dottor Zivago" (al quale fanno compagnia altri tre dottori: Freud, Schweitzer e Fidel Castro). Visto a distanza, molto di ciò che Nabokov diceva come provocazione e insolenza (per esempio in politica) ci appare oggi chiaroveggente e preciso. Ma, anche là dove il gioco lo spinge a esasperare i termini – spesso in modo esilarante –, gli siamo grati e lo seguiamo, perché ci rivela cose che ogni visione equilibrata e contegnosa ignora. Non solo: attraverso molteplici pretesti rivela di pagina in pagina tratti e momenti di se stesso, in una sorta di capricciosa e obliqua autobiografia.

More books from Adelphi

Cover of the book Le inchieste di Maigret 36-40 by Vladimir Nabokov
Cover of the book Uncle's Dream by Vladimir Nabokov
Cover of the book Vedi adesso allora by Vladimir Nabokov
Cover of the book La corda pazza by Vladimir Nabokov
Cover of the book Honolulu e altri racconti by Vladimir Nabokov
Cover of the book Discorso dell’ombra e dello stemma by Vladimir Nabokov
Cover of the book La rivelazione greca by Vladimir Nabokov
Cover of the book Una testa in gioco by Vladimir Nabokov
Cover of the book Le battute memorabili di Feynman by Vladimir Nabokov
Cover of the book Brutti incontri al chiaro di luna by Vladimir Nabokov
Cover of the book Le memorie di Maigret by Vladimir Nabokov
Cover of the book The Gambler by Vladimir Nabokov
Cover of the book Aforismi di Zürau by Vladimir Nabokov
Cover of the book Fatti diversi di storia letteraria e civile by Vladimir Nabokov
Cover of the book «Se mi vede Cecchi, sono fritto» by Vladimir Nabokov
We use our own "cookies" and third party cookies to improve services and to see statistical information. By using this website, you agree to our Privacy Policy