Author: | Simon Garfield | ISBN: | 9788868331108 |
Publisher: | Ponte alle Grazie | Publication: | December 12, 2013 |
Imprint: | Ponte alle Grazie | Language: | Italian |
Author: | Simon Garfield |
ISBN: | 9788868331108 |
Publisher: | Ponte alle Grazie |
Publication: | December 12, 2013 |
Imprint: | Ponte alle Grazie |
Language: | Italian |
Perché le lettere continuano a suscitare tanto fascino pur nell’epoca del trionfo di Internet e della posta elettronica? Leggerle per ricostruire i retroscena della vita di un grande personaggio storico o di uno scrittore è una forma di voyeurismo intellettuale o un modo per coglierne la vita personale e interiore pur senza violarne l’intimità? Per millenni le lettere hanno plasmato la storia e l’esistenza degli individui: la digitalizzazione della comunicazione e l’avvento delle e-mail hanno cancellato la vitalità e l’autenticità di un semplice foglio infilato in una busta affrancata. Simon Garfield non intende certo lanciarsi in una crociata contro il progresso informatico; piuttosto, vuole riaffermare «il romanticismo della posta», in epoche in cui gli scambi epistolari fornivano «il tramite silenzioso di ciò che era importante e accessorio», «descrivevano le gioie e le sofferenze più intense dell’amore». L’autore prefigura un mondo senza lettere e francobolli, e al tempo stesso celebra un aspetto centrale del nostro passato, una modalità di scambio basata sulla riflessione e il rispetto. Storia, aneddotica, curiosità si intrecciano in un racconto venato di erudizione e ironia, dalle tavolette anonime della Britannia romana fino ai nostri giorni: i capolavori di Cicerone e Seneca, le passioni che infuocavano Anna Bolena e Napoleone, l’anonima vita quotidiana di Jane Austen, l’incontenibile esuberanza epistolare di Madame de Sévigné. Il feticismo collezionistico di Garfield non è altro che una dichiarazione d’amore per le lettere, per il semplice «fruscio di una busta», per la loro intimità e intrinseca completezza: «Un mondo senza lettere sarebbe sicuramente stato un mondo senza ossigeno».
Perché le lettere continuano a suscitare tanto fascino pur nell’epoca del trionfo di Internet e della posta elettronica? Leggerle per ricostruire i retroscena della vita di un grande personaggio storico o di uno scrittore è una forma di voyeurismo intellettuale o un modo per coglierne la vita personale e interiore pur senza violarne l’intimità? Per millenni le lettere hanno plasmato la storia e l’esistenza degli individui: la digitalizzazione della comunicazione e l’avvento delle e-mail hanno cancellato la vitalità e l’autenticità di un semplice foglio infilato in una busta affrancata. Simon Garfield non intende certo lanciarsi in una crociata contro il progresso informatico; piuttosto, vuole riaffermare «il romanticismo della posta», in epoche in cui gli scambi epistolari fornivano «il tramite silenzioso di ciò che era importante e accessorio», «descrivevano le gioie e le sofferenze più intense dell’amore». L’autore prefigura un mondo senza lettere e francobolli, e al tempo stesso celebra un aspetto centrale del nostro passato, una modalità di scambio basata sulla riflessione e il rispetto. Storia, aneddotica, curiosità si intrecciano in un racconto venato di erudizione e ironia, dalle tavolette anonime della Britannia romana fino ai nostri giorni: i capolavori di Cicerone e Seneca, le passioni che infuocavano Anna Bolena e Napoleone, l’anonima vita quotidiana di Jane Austen, l’incontenibile esuberanza epistolare di Madame de Sévigné. Il feticismo collezionistico di Garfield non è altro che una dichiarazione d’amore per le lettere, per il semplice «fruscio di una busta», per la loro intimità e intrinseca completezza: «Un mondo senza lettere sarebbe sicuramente stato un mondo senza ossigeno».