L'osteria volante

Nonfiction, Religion & Spirituality, Middle East Religions, Islam, Entertainment, Performing Arts, Science Fiction & Fantasy, Fantasy
Cover of the book L'osteria volante by Gilbert K. Chesterton, KKIEN Publ. Int.
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Author: Gilbert K. Chesterton ISBN: 9788894229240
Publisher: KKIEN Publ. Int. Publication: January 13, 2017
Imprint: Language: Italian
Author: Gilbert K. Chesterton
ISBN: 9788894229240
Publisher: KKIEN Publ. Int.
Publication: January 13, 2017
Imprint:
Language: Italian

Umorismo "d'annata", ma molto contemporaneo
Pubblicandolo per la prima volta nel 1914, il celebre scrittore britannico G.K. Chesterton ha consegnato ai suoi lettori un romanzo curioso intitolato L'osteria volante, immaginando, alla vigilia della Prima guerra mondiale, che l'Impero ottomano conquistasse la Gran Bretagna e imponesse la Shari'a, la legge islamica.
Anche in questo lavoro, Chesterton non rinuncia ad esprimere il suo pensiero, ironizzando con il suo stile epigrammatico su movimenti e teorie artistici, sociali e politici, utilizzando lo scenario inverosimile del romanzo come un mezzo per ridicolizzare il progressismo.
Chesterton racconta di una guerra in cui "il più grande dei guerrieri turchi, il terribile Oman Pasha, egualmente famoso per il suo coraggio in guerra come per la sua crudeltà in pace", consegue una famosa vittoria sulle forze britanniche, che porta all'occupazione dell'Inghilterra, al controllo della polizia da parte dei turchi e a una crescente influenza di "un eminente mistico turco", Misysra Ammon, che si fa paladino dei costumi islamici come l'astensione dal consumo di carne di maiale, la proibizione di immagini rappresentative, e altro ancora.
Ma il costume islamico più importante, e quello attorno a cui ruota L'osteria volante, è l'ordine emanato da Oman Pascià di distruggere i vigneti e di mettere al bando le bevande alcoliche. Lord Philip Ivywood, un intellettuale aristocratico, sostenitore di Ammon, approva un divieto di consumo delle bevande alcoliche con qualche rara eccezione.
Un intrepido marinaio irlandese e un locandiere inglese se ne vanno in giro per il paese portando con loro l'insegna del pub “Old Ship” e le loro gesta danno il via ad una serie di eventi rocamboleschi e drammatici.
Lo smascheramento dell'ipocrisia degli aristocratici, che negano il consumo di alcolici al volgo ma ne assumono tramite i contatti con il direttore corrotto di una catena di farmacie, infatti, dà il via a un'insurrezione popolare che si conclude con una battaglia tra i rivoltosi inglesi e un contingente di soldati turchi, guidati tra gli altri dallo stesso Ivywood.
Non sveleremo il finale della loro eroica insurrezione, lasciando ai lettori il gusto di leggere fino in fondo un romanzo, premonitore(?), di grande interesse e godibilità.

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Umorismo "d'annata", ma molto contemporaneo
Pubblicandolo per la prima volta nel 1914, il celebre scrittore britannico G.K. Chesterton ha consegnato ai suoi lettori un romanzo curioso intitolato L'osteria volante, immaginando, alla vigilia della Prima guerra mondiale, che l'Impero ottomano conquistasse la Gran Bretagna e imponesse la Shari'a, la legge islamica.
Anche in questo lavoro, Chesterton non rinuncia ad esprimere il suo pensiero, ironizzando con il suo stile epigrammatico su movimenti e teorie artistici, sociali e politici, utilizzando lo scenario inverosimile del romanzo come un mezzo per ridicolizzare il progressismo.
Chesterton racconta di una guerra in cui "il più grande dei guerrieri turchi, il terribile Oman Pasha, egualmente famoso per il suo coraggio in guerra come per la sua crudeltà in pace", consegue una famosa vittoria sulle forze britanniche, che porta all'occupazione dell'Inghilterra, al controllo della polizia da parte dei turchi e a una crescente influenza di "un eminente mistico turco", Misysra Ammon, che si fa paladino dei costumi islamici come l'astensione dal consumo di carne di maiale, la proibizione di immagini rappresentative, e altro ancora.
Ma il costume islamico più importante, e quello attorno a cui ruota L'osteria volante, è l'ordine emanato da Oman Pascià di distruggere i vigneti e di mettere al bando le bevande alcoliche. Lord Philip Ivywood, un intellettuale aristocratico, sostenitore di Ammon, approva un divieto di consumo delle bevande alcoliche con qualche rara eccezione.
Un intrepido marinaio irlandese e un locandiere inglese se ne vanno in giro per il paese portando con loro l'insegna del pub “Old Ship” e le loro gesta danno il via ad una serie di eventi rocamboleschi e drammatici.
Lo smascheramento dell'ipocrisia degli aristocratici, che negano il consumo di alcolici al volgo ma ne assumono tramite i contatti con il direttore corrotto di una catena di farmacie, infatti, dà il via a un'insurrezione popolare che si conclude con una battaglia tra i rivoltosi inglesi e un contingente di soldati turchi, guidati tra gli altri dallo stesso Ivywood.
Non sveleremo il finale della loro eroica insurrezione, lasciando ai lettori il gusto di leggere fino in fondo un romanzo, premonitore(?), di grande interesse e godibilità.

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