Author: | Enrico Cornelio | ISBN: | 9788892536692 |
Publisher: | Anna Ruggieri | Publication: | January 4, 2016 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Enrico Cornelio |
ISBN: | 9788892536692 |
Publisher: | Anna Ruggieri |
Publication: | January 4, 2016 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Questa è una traduzione letterale del libro IV della Filosofia Occulta di Enrico Cornelio Agrippa, eseguita direttamente sull'originale latino.
Enrico Cornelio Agrippa nacque a Colonia nel 1486. Secondo quanto egli stesso racconta, apprese da suo padre le prime cognizioni di astrologia. Nelle scuole pubbliche di Colonia studiò le sette arti liberali e con questa preparazione, all'età di circa 20 anni, si recò a Parigi, dove in breve tempo seppe porre le basi della sua grandissima erudizione in ogni campo della sua competenza e del suo leggendario prestigio in fatto di magia e di scienze occulte.
La magia, scrive Agrippa (De Occ. Ph. I, 2,), è la vera scienza, la filosofia più elevata e più perfetta, in una parola la perfezione ed il compimento di tutte le scienze naturali... e chiunque vuole operare in magia è necessario sappia e conosca la proprietà della sua propria anima. La sua virtù, misura, ordine e grado nella potenza dell'universo stesso (De Occ. I, 67) e quando, per esempio il mago fa le invocazioni per mezzo della parola, non fa altro che operare per mezzo delle forze stesse della natura, perché le varie parti del mondo si attirano naturalmente a vicenda e reagiscono scambievolmente le une sulle altre, e il mago, invocando per mezzo delle parole, opera per mezzo delle forze della natura, conducendo certe cose per l'amore dell'una all'altra o attirandole a causa del susseguirsi di una cosa con l'altra, o respingendole a causa dell'antipatia di una cosa con l'altra, seguendo la contrarietà, e differenza delle cose e la moltitudine delle virtù. (De Occ. Ph. II, 67).
Tali operazioni non differiscono sostanzialmente da altre operazioni assai più comuni e di cui nessuno si stupisce, ed il loro effetto è paragonabile all'azione magica e trascinante della musica e della eloquenza ed alla forza persuasiva delle esortazioni delle persone care (De Occ. Ph. II, 60).
La magia dunque, come dice in merito Arturo Reghini, nella sua dotta introduzione alla sopracitata edizione italiana dei primi tre libri della Filosofia Occulta, non è, secondo Agrippa, la scienza di fare lo impossibile; essa è la scienza integrale della natura, ed i miracoli che il mago compie non sono, come quelli attribuiti ai santi ed ai fondatori di certe religioni, una violazione delle leggi della natura, ma esattamente il contrario, sono il risultato della esplicazione delle forze della natura sono miracoli nel senso etimologico della parola, cioè semplicemente cose degne di essere mirate, non più prodigiose di qualsiasi altro fenomeno.
Questa è una traduzione letterale del libro IV della Filosofia Occulta di Enrico Cornelio Agrippa, eseguita direttamente sull'originale latino.
Enrico Cornelio Agrippa nacque a Colonia nel 1486. Secondo quanto egli stesso racconta, apprese da suo padre le prime cognizioni di astrologia. Nelle scuole pubbliche di Colonia studiò le sette arti liberali e con questa preparazione, all'età di circa 20 anni, si recò a Parigi, dove in breve tempo seppe porre le basi della sua grandissima erudizione in ogni campo della sua competenza e del suo leggendario prestigio in fatto di magia e di scienze occulte.
La magia, scrive Agrippa (De Occ. Ph. I, 2,), è la vera scienza, la filosofia più elevata e più perfetta, in una parola la perfezione ed il compimento di tutte le scienze naturali... e chiunque vuole operare in magia è necessario sappia e conosca la proprietà della sua propria anima. La sua virtù, misura, ordine e grado nella potenza dell'universo stesso (De Occ. I, 67) e quando, per esempio il mago fa le invocazioni per mezzo della parola, non fa altro che operare per mezzo delle forze stesse della natura, perché le varie parti del mondo si attirano naturalmente a vicenda e reagiscono scambievolmente le une sulle altre, e il mago, invocando per mezzo delle parole, opera per mezzo delle forze della natura, conducendo certe cose per l'amore dell'una all'altra o attirandole a causa del susseguirsi di una cosa con l'altra, o respingendole a causa dell'antipatia di una cosa con l'altra, seguendo la contrarietà, e differenza delle cose e la moltitudine delle virtù. (De Occ. Ph. II, 67).
Tali operazioni non differiscono sostanzialmente da altre operazioni assai più comuni e di cui nessuno si stupisce, ed il loro effetto è paragonabile all'azione magica e trascinante della musica e della eloquenza ed alla forza persuasiva delle esortazioni delle persone care (De Occ. Ph. II, 60).
La magia dunque, come dice in merito Arturo Reghini, nella sua dotta introduzione alla sopracitata edizione italiana dei primi tre libri della Filosofia Occulta, non è, secondo Agrippa, la scienza di fare lo impossibile; essa è la scienza integrale della natura, ed i miracoli che il mago compie non sono, come quelli attribuiti ai santi ed ai fondatori di certe religioni, una violazione delle leggi della natura, ma esattamente il contrario, sono il risultato della esplicazione delle forze della natura sono miracoli nel senso etimologico della parola, cioè semplicemente cose degne di essere mirate, non più prodigiose di qualsiasi altro fenomeno.