Author: | Aldo Nove | ISBN: | 9788857219240 |
Publisher: | Skira | Publication: | February 13, 2013 |
Imprint: | Skira | Language: | Italian |
Author: | Aldo Nove |
ISBN: | 9788857219240 |
Publisher: | Skira |
Publication: | February 13, 2013 |
Imprint: | Skira |
Language: | Italian |
Mia Martini racconta, in prima persona, la sua travagliata esistenza poche ore prima di morire. Da quel letto di uno squallido appartamento di un piccolo paese della provincia di Varese, dove cercava di fuggire dalle dicerie infamanti che la perseguitavano e da cui non si è mai più ripresa. Aldo Nove, con un linguaggio secco e poetico, ripercorre la vita di una grande e sempre più popolare artista, amata in tutto il mondo eppure odiata da uno star system che ne ha fatto un capro espiatorio. Mi chiamo… è, volta in narrativa, la voce di una cantante che ha voluto abbracciare il mondo intero con la sua arte e che il destino ha reso per sempre infelice, per sempre famosa, per sempre grande. “Avevo otto anni quando scappavo al bar dietro casa mia e mettevo cinquanta lire nel juke-box. Quelle cinquanta lire ti permettevano di guardare i titoli delle canzoni sapendo che una di loro sarebbe stata tua, e che tutto il bar l’avrebbe sentita, e vissuta, e danzata con te. Allora se la canzone parlava di un posto lontano il bar si trasformava in quel posto lontano e ci trasportava tutti lì, per tre minuti eravamo lì.”
Mia Martini racconta, in prima persona, la sua travagliata esistenza poche ore prima di morire. Da quel letto di uno squallido appartamento di un piccolo paese della provincia di Varese, dove cercava di fuggire dalle dicerie infamanti che la perseguitavano e da cui non si è mai più ripresa. Aldo Nove, con un linguaggio secco e poetico, ripercorre la vita di una grande e sempre più popolare artista, amata in tutto il mondo eppure odiata da uno star system che ne ha fatto un capro espiatorio. Mi chiamo… è, volta in narrativa, la voce di una cantante che ha voluto abbracciare il mondo intero con la sua arte e che il destino ha reso per sempre infelice, per sempre famosa, per sempre grande. “Avevo otto anni quando scappavo al bar dietro casa mia e mettevo cinquanta lire nel juke-box. Quelle cinquanta lire ti permettevano di guardare i titoli delle canzoni sapendo che una di loro sarebbe stata tua, e che tutto il bar l’avrebbe sentita, e vissuta, e danzata con te. Allora se la canzone parlava di un posto lontano il bar si trasformava in quel posto lontano e ci trasportava tutti lì, per tre minuti eravamo lì.”