Author: | RENZO ROSSO | ISBN: | 1230002509228 |
Publisher: | RENZO ROSSO | Publication: | July 7, 2018 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | RENZO ROSSO |
ISBN: | 1230002509228 |
Publisher: | RENZO ROSSO |
Publication: | July 7, 2018 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
La rivoluzione degli ultimi 30 anni ha imposto ovunque un modello universale basato sul controllo dell’alta formazione da parte del mercato, a scapito di un antico e consolidato paradigma educativo fondato sulla ricerca della conoscenza. Le conseguenze sono il conformismo scientifico, il freno alla creatività e la perdita delle libertà accademica - grave perché riduce progressivamente le libertà democratiche e sostituisce la comunità dei cittadini capaci di pensare con un capitale umano formato da sudditi. L’obiettivo esclusivo di istruire forza lavoro, l’egemonia delle reti globali e la stupidità della burocrazia sono le ragioni del possibile declino delle “moderne” università. E sarà perciò necessario pensare a un diverso modello educativo per affrontare lo scontro con i limiti fisici che la storia del nostro pianeta prima o poi metterà di fronte alla umanità senza fare sconti.
In appendice, viene riportata la Magna Charta Universitatum,siglata a Bologna il 18 settembre 1998, e viene presentato il Manifesto della Slow University, l’utopia che può aiutare a ricostruire un modello educativo basato sulla condivisione, la partecipazione e la cooperazione, distinguendo l’importante dall’urgente.
Da un lato, questo saggio testimonia il disincanto di un ricercatore “appassionato ma disaccorto”, maturato forse con l’età, ma ricco di oltre 40 anni di impegno didattico e scientifico nelle istituzioni universitarie. La crisi dell’università, per alcuni latente e per altri palese, è causata dai limiti fisici, etici e culturali della rivoluzione avvenuta degli ultimi 30 anni. Essa ha imposto in tutto il mondo un modello universale basato sul controllo dell’alta formazione da parte del mercato, a scapito di un antico e consolidato modello educativo fondato sulla ricerca della conoscenza. La McUniversity, impostata sul modello McDonald di Fast Food, si è compiutamente realizzata e tra le sue conseguenze, oltre al conformismo e al declino della creatività, l’inesorabile offensiva contro le libertà accademiche riduce gli spazi di democrazia della società.
Dall’altro, questo saggio si sforza di delineare una visione di futuro. Le ragioni che porteranno al crollo del moderno modello accademico, frutto di una vera e propria distopia, sono già evidenti. Le stesse forze che sostengono il modello dell’università-impresa - dall’indirizzo esclusivamente formativo di capitale umano all’egemonia tecnologica delle reti globali - nascondono le crepe che ne segnalano un possibile declino. Senza dimenticare che la stupidità della burocrazia, estesa a prassi religiosa, non ne migliora la resilienza. Bisogna perciò pensare a un nuovo modello che abbia al centro l'educazione dei cittadini e il progresso del sapere. Le strade per costruirlo sono impervie e la nuova università potrà germogliare con grande difficoltà, tra mille contraddizioni e dopo grandi sforzi e molteplici tentativi e fallimenti. Ma cultura ed educazione saranno strumenti indispensabili per affrontare un futuro in cui l’umanità dovrà fronteggiare i limiti fisici del pianeta in cui vive.
La rivoluzione degli ultimi 30 anni ha imposto ovunque un modello universale basato sul controllo dell’alta formazione da parte del mercato, a scapito di un antico e consolidato paradigma educativo fondato sulla ricerca della conoscenza. Le conseguenze sono il conformismo scientifico, il freno alla creatività e la perdita delle libertà accademica - grave perché riduce progressivamente le libertà democratiche e sostituisce la comunità dei cittadini capaci di pensare con un capitale umano formato da sudditi. L’obiettivo esclusivo di istruire forza lavoro, l’egemonia delle reti globali e la stupidità della burocrazia sono le ragioni del possibile declino delle “moderne” università. E sarà perciò necessario pensare a un diverso modello educativo per affrontare lo scontro con i limiti fisici che la storia del nostro pianeta prima o poi metterà di fronte alla umanità senza fare sconti.
In appendice, viene riportata la Magna Charta Universitatum,siglata a Bologna il 18 settembre 1998, e viene presentato il Manifesto della Slow University, l’utopia che può aiutare a ricostruire un modello educativo basato sulla condivisione, la partecipazione e la cooperazione, distinguendo l’importante dall’urgente.
Da un lato, questo saggio testimonia il disincanto di un ricercatore “appassionato ma disaccorto”, maturato forse con l’età, ma ricco di oltre 40 anni di impegno didattico e scientifico nelle istituzioni universitarie. La crisi dell’università, per alcuni latente e per altri palese, è causata dai limiti fisici, etici e culturali della rivoluzione avvenuta degli ultimi 30 anni. Essa ha imposto in tutto il mondo un modello universale basato sul controllo dell’alta formazione da parte del mercato, a scapito di un antico e consolidato modello educativo fondato sulla ricerca della conoscenza. La McUniversity, impostata sul modello McDonald di Fast Food, si è compiutamente realizzata e tra le sue conseguenze, oltre al conformismo e al declino della creatività, l’inesorabile offensiva contro le libertà accademiche riduce gli spazi di democrazia della società.
Dall’altro, questo saggio si sforza di delineare una visione di futuro. Le ragioni che porteranno al crollo del moderno modello accademico, frutto di una vera e propria distopia, sono già evidenti. Le stesse forze che sostengono il modello dell’università-impresa - dall’indirizzo esclusivamente formativo di capitale umano all’egemonia tecnologica delle reti globali - nascondono le crepe che ne segnalano un possibile declino. Senza dimenticare che la stupidità della burocrazia, estesa a prassi religiosa, non ne migliora la resilienza. Bisogna perciò pensare a un nuovo modello che abbia al centro l'educazione dei cittadini e il progresso del sapere. Le strade per costruirlo sono impervie e la nuova università potrà germogliare con grande difficoltà, tra mille contraddizioni e dopo grandi sforzi e molteplici tentativi e fallimenti. Ma cultura ed educazione saranno strumenti indispensabili per affrontare un futuro in cui l’umanità dovrà fronteggiare i limiti fisici del pianeta in cui vive.