Author: | Gerardo Guccini | ISBN: | 9788872183823 |
Publisher: | Titivillus | Publication: | March 1, 2010 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Gerardo Guccini |
ISBN: | 9788872183823 |
Publisher: | Titivillus |
Publication: | March 1, 2010 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
L'informazione alla quale il teatro si sta rapportando con crescente impegno creativo e progettuale, non è di natura scenica. I teatranti, infatti, in questo periodo di tramutatici e imprevedibili mutamenti, hanno moltiplicato le relazione con diversificate realtà del mondo contemporaneo, prospettando esigenze conoscitive analoghe a quelle delle inchieste giornalistiche sui lati oscuri della cronaca e della storia recente. Agli incontri e ai possibili sviluppi fra i linguaggi dell'informazione e del teatro è dedicato il presente n. 1/2008 di «Prove», curato da Gerardo Guccini, che inizia con gli Atti del Convegno “Teatro e informazione” per affrontare poi la drammaturgia del giornalismo d'inchiesta (Milena Gabanelli e Riccardo Iacona), la situazione della narrazione teatrale in Spagna (Marina Sanfilippo) e le modalità del Verbatim Theatre anglosassone (Tara MacAllister e di Delia Giubeli). Da un lato, i teatranti trovano negli strumenti e nelle tecniche dell'inchiesta un modo per acquisire nuclei di verità cui imperniare gli sviluppi del linguaggio scenico. Pietro Floridia propone azioni che restituiscano il sistema di forze del mondo sociale attraverso i corpi degli attori, mentre Gianluigi Gherzi lavora su un tempo condiviso e presente in cui performer e pubblico interagiscano e si facciano domande. D'altra parte, i giornalisti individuano nel teatro un contesto di socialità, che amplia la ricezione informativa in esperienza mediata del reale. Considerato da questo punto di vista, il teatro dà «uno sfondo nuovo alle storie» (Matteo Scanni); contrappone vitali compenetrazioni di comunicazione e presenza ai notiziari «basat[i] sugli algoritmi» (Gerardo Bombonato); evidenzia «la “teatralità” alla base di qualsiasi forma di rappresentazione» (Riccardo Iacona). Servono comunque problematiche teoriche che recuperino «il senso attuale di ciascuno di questi concetti [teatro e informazione]» (Roberto Grandi) e forniscano allo spettatore «un antidoto rispetto al virus della modernità che, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, tende a trasformare l’individuo in utente passivo o consumatore dell’informazione».
(Cristina Valenti).
L'informazione alla quale il teatro si sta rapportando con crescente impegno creativo e progettuale, non è di natura scenica. I teatranti, infatti, in questo periodo di tramutatici e imprevedibili mutamenti, hanno moltiplicato le relazione con diversificate realtà del mondo contemporaneo, prospettando esigenze conoscitive analoghe a quelle delle inchieste giornalistiche sui lati oscuri della cronaca e della storia recente. Agli incontri e ai possibili sviluppi fra i linguaggi dell'informazione e del teatro è dedicato il presente n. 1/2008 di «Prove», curato da Gerardo Guccini, che inizia con gli Atti del Convegno “Teatro e informazione” per affrontare poi la drammaturgia del giornalismo d'inchiesta (Milena Gabanelli e Riccardo Iacona), la situazione della narrazione teatrale in Spagna (Marina Sanfilippo) e le modalità del Verbatim Theatre anglosassone (Tara MacAllister e di Delia Giubeli). Da un lato, i teatranti trovano negli strumenti e nelle tecniche dell'inchiesta un modo per acquisire nuclei di verità cui imperniare gli sviluppi del linguaggio scenico. Pietro Floridia propone azioni che restituiscano il sistema di forze del mondo sociale attraverso i corpi degli attori, mentre Gianluigi Gherzi lavora su un tempo condiviso e presente in cui performer e pubblico interagiscano e si facciano domande. D'altra parte, i giornalisti individuano nel teatro un contesto di socialità, che amplia la ricezione informativa in esperienza mediata del reale. Considerato da questo punto di vista, il teatro dà «uno sfondo nuovo alle storie» (Matteo Scanni); contrappone vitali compenetrazioni di comunicazione e presenza ai notiziari «basat[i] sugli algoritmi» (Gerardo Bombonato); evidenzia «la “teatralità” alla base di qualsiasi forma di rappresentazione» (Riccardo Iacona). Servono comunque problematiche teoriche che recuperino «il senso attuale di ciascuno di questi concetti [teatro e informazione]» (Roberto Grandi) e forniscano allo spettatore «un antidoto rispetto al virus della modernità che, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, tende a trasformare l’individuo in utente passivo o consumatore dell’informazione».
(Cristina Valenti).