Author: | Jean Teulé | ISBN: | 9788854510241 |
Publisher: | Neri Pozza | Publication: | April 15, 2015 |
Imprint: | Neri Pozza | Language: | Italian |
Author: | Jean Teulé |
ISBN: | 9788854510241 |
Publisher: | Neri Pozza |
Publication: | April 15, 2015 |
Imprint: | Neri Pozza |
Language: | Italian |
È martedì 16 agosto 1870 quando Alain de Monéys esce dalla casa dei genitori per recarsi alla fiera di Hautefoye, il villaggio più vicino. Nel Périgord è una giornata calda, afosa, la campagna è oppressa dalla siccità, ma per il giovane aristocratico c’è molto da fare. Di lì a pochi giorni partirà per difendere la Francia e il suo imperatore contro l’esercito prussiano, e c’è ancora da discutere il suo progetto di bonifica delle paludi della regione, da acquistare una giumenta per la cugina Bertille, da trovare un posatore per riparare il tetto del fienile di un amico. Ma soprattutto Alain non ha mai mancato l’annuale appuntamento con la fiera, dove ritrova sempre i suoi vecchi amici. Lungo la strada è allegro, espansivo e cordiale con tutti, felice anche per il casuale incontro con la bella Anna Mondout, una stiratrice che sogna di imparare a leggere e scrivere. Alle due del pomeriggio arriva all’ingresso del paese, affollato da oltre seicento persone mentre solitamente è abitato da non più di una quarantina. Due ore più tardi Alain de Monéys sarà picchiato, linciato, torturato, bruciato vivo e addirittura mangiato dalla folla impazzita che si accalca per le stradine di Hautefoye. Un’affermazione malcompresa durante la lettura delle notizie di disfatta provenienti dal fronte, una frase che corre di bocca in bocca diventando tutt’altro, e l’orrore si scatena: la popolazione analfabeta, stremata dalla carestia e angosciata dalla guerra, accusa de Monéys di essere dapprima a favore dei prussiani, poi di essere lui stesso – noto a tutti come un fedele suddito dell’imperatore – un prussiano, un nemico mortale. Sotto lo sguardo sconvolto di Anna, Alain viene sottoposto a torture di ogni genere, e tra gli aguzzini di ogni età e mestiere si distinguono in modo particolare i suoi sostenitori alla carica di vicesindaco del villaggio, coloro che hanno ricevuto da lui benefici e favori. La via crucis del giovane gentiluomo si conclude solo quanto il sindaco – vero Ponzio Pilato della situazione – dichiara alla folla: «Mangiatelo, se proprio volete». Invito che i cittadini prendono alla lettera. Il giorno dopo il crimine, in attesa di un processo che condurrà solo alla condanna di pochi, data l’esiguità dei posti disponibili nella locale prigione, uno degli assassini darà voce al pensiero di tutti: «Non so cosa mi sia preso». Storia vera, basata su una delle pagine più macabre e poco note della storia francese, Vita breve di un giovane gentiluomo costituisce una splendida conferma del talento dell’autore del Marchese di Montespan, alle prese questa volta, con la sua scrittura intrisa di humour nero, con la logica criminale che muove quel particolare assembramento umano che va sotto il nome di folla. Una storia vera, uno dei più sconosciuti aneddoti della storia francese del XIX secolo raccontato con spaventosa precisione e humor nero dall'acclamato autore del Marchese di Montespan. «Una pagina di storia impossibile da dimenticare. Davvero un libro da...divorare!» Le canard enchaîné «A Teulé riesce la prodezza di un libro che lascia senza fiato nel denunciare la bestialità umana». Point de vue «Una storia che fa accapponare la pelle, raccontata in tutta la sua mostruosità e il suo orrore, ma senza pathos inutile. Alcune scene sono addirittura descritte con umorismo - nero, sinistro». Livres Hébdo
È martedì 16 agosto 1870 quando Alain de Monéys esce dalla casa dei genitori per recarsi alla fiera di Hautefoye, il villaggio più vicino. Nel Périgord è una giornata calda, afosa, la campagna è oppressa dalla siccità, ma per il giovane aristocratico c’è molto da fare. Di lì a pochi giorni partirà per difendere la Francia e il suo imperatore contro l’esercito prussiano, e c’è ancora da discutere il suo progetto di bonifica delle paludi della regione, da acquistare una giumenta per la cugina Bertille, da trovare un posatore per riparare il tetto del fienile di un amico. Ma soprattutto Alain non ha mai mancato l’annuale appuntamento con la fiera, dove ritrova sempre i suoi vecchi amici. Lungo la strada è allegro, espansivo e cordiale con tutti, felice anche per il casuale incontro con la bella Anna Mondout, una stiratrice che sogna di imparare a leggere e scrivere. Alle due del pomeriggio arriva all’ingresso del paese, affollato da oltre seicento persone mentre solitamente è abitato da non più di una quarantina. Due ore più tardi Alain de Monéys sarà picchiato, linciato, torturato, bruciato vivo e addirittura mangiato dalla folla impazzita che si accalca per le stradine di Hautefoye. Un’affermazione malcompresa durante la lettura delle notizie di disfatta provenienti dal fronte, una frase che corre di bocca in bocca diventando tutt’altro, e l’orrore si scatena: la popolazione analfabeta, stremata dalla carestia e angosciata dalla guerra, accusa de Monéys di essere dapprima a favore dei prussiani, poi di essere lui stesso – noto a tutti come un fedele suddito dell’imperatore – un prussiano, un nemico mortale. Sotto lo sguardo sconvolto di Anna, Alain viene sottoposto a torture di ogni genere, e tra gli aguzzini di ogni età e mestiere si distinguono in modo particolare i suoi sostenitori alla carica di vicesindaco del villaggio, coloro che hanno ricevuto da lui benefici e favori. La via crucis del giovane gentiluomo si conclude solo quanto il sindaco – vero Ponzio Pilato della situazione – dichiara alla folla: «Mangiatelo, se proprio volete». Invito che i cittadini prendono alla lettera. Il giorno dopo il crimine, in attesa di un processo che condurrà solo alla condanna di pochi, data l’esiguità dei posti disponibili nella locale prigione, uno degli assassini darà voce al pensiero di tutti: «Non so cosa mi sia preso». Storia vera, basata su una delle pagine più macabre e poco note della storia francese, Vita breve di un giovane gentiluomo costituisce una splendida conferma del talento dell’autore del Marchese di Montespan, alle prese questa volta, con la sua scrittura intrisa di humour nero, con la logica criminale che muove quel particolare assembramento umano che va sotto il nome di folla. Una storia vera, uno dei più sconosciuti aneddoti della storia francese del XIX secolo raccontato con spaventosa precisione e humor nero dall'acclamato autore del Marchese di Montespan. «Una pagina di storia impossibile da dimenticare. Davvero un libro da...divorare!» Le canard enchaîné «A Teulé riesce la prodezza di un libro che lascia senza fiato nel denunciare la bestialità umana». Point de vue «Una storia che fa accapponare la pelle, raccontata in tutta la sua mostruosità e il suo orrore, ma senza pathos inutile. Alcune scene sono addirittura descritte con umorismo - nero, sinistro». Livres Hébdo