Le complesse vicende dei saperi scientifici e tecnici nei secoli successivi al crollo delle istituzioni romane hanno suscitato commenti tra i più diversi. Per una lunga tradizione di studi – o di non studi -, la deposizione di Romolo Augustolo nel 476 e il succedersi di ripetute invasioni cosiddette barbariche spengono per secoli ogni barlume di sapere scientifico e tecnico. Ma le evidenze emerse dalle recenti indagini smentiscono questa semplicistica posizione. In questo stesso periodo nascono nuove forme di organizzazione e trasmissione dei saperi che si rivelano di cruciale importanza. I secoli che segnano l’irrilevanza culturale e politica della penisola italiana vedono però crescere l’influenza amministrativa, sociale e culturale della Chiesa: le sedi vescovili si dotano di scuole, formalmente istituite col concilio di Toledo, dove i compendi enciclopedici della cultura classica tengono viva la memoria e il mito di un passato di splendori filosofici, scientifici e tecnici. A fronte di una sempre più cronica marginalità della penisola italica, il sapere scientifico e tecnico acquista nuovo slancio altrove, coltivato sapientemente dalle due nuove capitali del sapere, Bisanzio e Baghdad, che costituiscono i due vertici di un triangolo di scambi scientifici e tecnici che si spingono fino alle lontane terre dell’India e della Cina. In questo ebook si può trovare un grande prospetto della situazione tecnica e scientifica dell’Alto Medioevo in Italia e nel resto d’Europa allargando poi lo sguardo ben oltre: si spazia dalla tradizione alessandrina rilanciata dalle traduzioni in arabo alla grande stagione della scienza araba, con la sua inedita capacità di dialogo con forme di sapere sviluppatesi in India, a loro volta aperte a influenze cinesi. Pratiche astronomiche, matematiche e mediche, tra innovazioni, riscoperte e invenzioni: tutta l’articolazione dei saperi che circolavano nel bacino del Mediterraneo.
Le complesse vicende dei saperi scientifici e tecnici nei secoli successivi al crollo delle istituzioni romane hanno suscitato commenti tra i più diversi. Per una lunga tradizione di studi – o di non studi -, la deposizione di Romolo Augustolo nel 476 e il succedersi di ripetute invasioni cosiddette barbariche spengono per secoli ogni barlume di sapere scientifico e tecnico. Ma le evidenze emerse dalle recenti indagini smentiscono questa semplicistica posizione. In questo stesso periodo nascono nuove forme di organizzazione e trasmissione dei saperi che si rivelano di cruciale importanza. I secoli che segnano l’irrilevanza culturale e politica della penisola italiana vedono però crescere l’influenza amministrativa, sociale e culturale della Chiesa: le sedi vescovili si dotano di scuole, formalmente istituite col concilio di Toledo, dove i compendi enciclopedici della cultura classica tengono viva la memoria e il mito di un passato di splendori filosofici, scientifici e tecnici. A fronte di una sempre più cronica marginalità della penisola italica, il sapere scientifico e tecnico acquista nuovo slancio altrove, coltivato sapientemente dalle due nuove capitali del sapere, Bisanzio e Baghdad, che costituiscono i due vertici di un triangolo di scambi scientifici e tecnici che si spingono fino alle lontane terre dell’India e della Cina. In questo ebook si può trovare un grande prospetto della situazione tecnica e scientifica dell’Alto Medioevo in Italia e nel resto d’Europa allargando poi lo sguardo ben oltre: si spazia dalla tradizione alessandrina rilanciata dalle traduzioni in arabo alla grande stagione della scienza araba, con la sua inedita capacità di dialogo con forme di sapere sviluppatesi in India, a loro volta aperte a influenze cinesi. Pratiche astronomiche, matematiche e mediche, tra innovazioni, riscoperte e invenzioni: tutta l’articolazione dei saperi che circolavano nel bacino del Mediterraneo.