Author: | Gilbert Durand | ISBN: | 9788896732793 |
Publisher: | IPOC Italian Path of Culture | Publication: | June 22, 2012 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Gilbert Durand |
ISBN: | 9788896732793 |
Publisher: | IPOC Italian Path of Culture |
Publication: | June 22, 2012 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Questo densissimo testo ha il grande merito di spiegare non solo cos’è il simbolo e l’immaginazione simbolica, ma di reclamarne la centralità per tutte le forme della creazione psichica. Occorre decostruire l’unilaterialità sia delle retoriche positive che delle ermeneutiche riduttive, chiedersi come la cognizione cartesiana ed empirista, la semiologia e l’involuzione dogmatica della religione abbiano operato un vero “iconoclasma” da parte dell’Occidente, facendoci smarrire l’orientamento simbolico. Una civiltà siffatta ci ha portati a perdere quella sensibilità in grado di farci sperimentare l’interiorità del mondo, coglierne la risonanza molteplice di un organismo molteplice e animato, facendoci ripiegare su noi stessi, esiliati e autocentrati, convinti di poter disporre a nostro piacimento di qualsiasi manifestazione del reale: perdere il contatto con il mondo significa per l’uomo non rendersi conto di appartenere a questo stesso ambiente, in un movimento autodistruttivo. L’arte e la religione, così importanti per le nostre vite, possono condurci a riscoprire il valore salvifico dell’immaginazione creatrice.
Questo densissimo testo ha il grande merito di spiegare non solo cos’è il simbolo e l’immaginazione simbolica, ma di reclamarne la centralità per tutte le forme della creazione psichica. Occorre decostruire l’unilaterialità sia delle retoriche positive che delle ermeneutiche riduttive, chiedersi come la cognizione cartesiana ed empirista, la semiologia e l’involuzione dogmatica della religione abbiano operato un vero “iconoclasma” da parte dell’Occidente, facendoci smarrire l’orientamento simbolico. Una civiltà siffatta ci ha portati a perdere quella sensibilità in grado di farci sperimentare l’interiorità del mondo, coglierne la risonanza molteplice di un organismo molteplice e animato, facendoci ripiegare su noi stessi, esiliati e autocentrati, convinti di poter disporre a nostro piacimento di qualsiasi manifestazione del reale: perdere il contatto con il mondo significa per l’uomo non rendersi conto di appartenere a questo stesso ambiente, in un movimento autodistruttivo. L’arte e la religione, così importanti per le nostre vite, possono condurci a riscoprire il valore salvifico dell’immaginazione creatrice.