Author: | Anacharsis Cloots, Placido Currò | ISBN: | 9788899045012 |
Publisher: | Edizioni Il Grano | Publication: | June 18, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Anacharsis Cloots, Placido Currò |
ISBN: | 9788899045012 |
Publisher: | Edizioni Il Grano |
Publication: | June 18, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
La rivoluzione democratica può essere vissuta come la prima vera proiezione sulla società di una speranza e di una promessa – nella pluralità non più pretesa come esclusivo carattere dell'occidentalizzazione – che fa dell'individuo un uomo libero e uguale agli altri, disincantato certamente, ma non condannato alla condizione di inerme rassegnazione. Alle soglie dell'Ottocento, non esiste più – almeno come prima – l'Europa dei monarchi, esiste l'Europa delle nazioni, con l'amplificazione straordinaria tanto dei sentimenti di ostilità reciproca che di comunanza. È un'Europa meno serena, più agitata, convulsiva, preoccupata, turbata. E per tanti versi, paradossalmente, ancora più sognatrice, in mezzo a nuove e molto più cruente e sanguinarie devastazioni. Le nazioni, se libere, poteva pensare Anacharsis Cloots, sarebbero state organi di una stessa umanità, i popoli allora, riuniti in repubblica universale, allegramente organizzati all'interno di una politica dal respiro planetario. L'Europa che si era persa tra le Nazioni, che magari prendeva le vesti del nemico dichiarato, aveva l'occasione di ritrovarsi ancora una volta nel concetto di umanità nonostante l'ora tragica della patria in pericolo, della Vandea, dei re coalizzati, delle leve in massa a difesa del paese, delle estreme fatiche popolari a sostegno della Rivoluzione e contro le oligarchie di nuovi e vecchi poteri ...
La rivoluzione democratica può essere vissuta come la prima vera proiezione sulla società di una speranza e di una promessa – nella pluralità non più pretesa come esclusivo carattere dell'occidentalizzazione – che fa dell'individuo un uomo libero e uguale agli altri, disincantato certamente, ma non condannato alla condizione di inerme rassegnazione. Alle soglie dell'Ottocento, non esiste più – almeno come prima – l'Europa dei monarchi, esiste l'Europa delle nazioni, con l'amplificazione straordinaria tanto dei sentimenti di ostilità reciproca che di comunanza. È un'Europa meno serena, più agitata, convulsiva, preoccupata, turbata. E per tanti versi, paradossalmente, ancora più sognatrice, in mezzo a nuove e molto più cruente e sanguinarie devastazioni. Le nazioni, se libere, poteva pensare Anacharsis Cloots, sarebbero state organi di una stessa umanità, i popoli allora, riuniti in repubblica universale, allegramente organizzati all'interno di una politica dal respiro planetario. L'Europa che si era persa tra le Nazioni, che magari prendeva le vesti del nemico dichiarato, aveva l'occasione di ritrovarsi ancora una volta nel concetto di umanità nonostante l'ora tragica della patria in pericolo, della Vandea, dei re coalizzati, delle leve in massa a difesa del paese, delle estreme fatiche popolari a sostegno della Rivoluzione e contro le oligarchie di nuovi e vecchi poteri ...