Author: | Massimo Fagioli | ISBN: | 9788864431055 |
Publisher: | L'Asino d'oro | Publication: | July 9, 2012 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Massimo Fagioli |
ISBN: | 9788864431055 |
Publisher: | L'Asino d'oro |
Publication: | July 9, 2012 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
In questi articoli scritti e pubblicati nel 2008 sul settimanale "Left", Fagioli prende spunto da due film usciti a fine 2007, La giusta distanza e Signorinaeffe, per parlare del rapporto della sinistra con la donna. Il discorso teorico diventa proposta politica all’allora presidente della camera Fausto Bertinotti: rifondare la sinistra a partire dall’alleanza tra gli immigrati e le donne che possono realizzare la loro identità umana non essendo costrette a fare figli per alimentare le necessità dell’economia. Il rapporto con l’immagine di donna si approfondisce e si sviluppa legandosi all’elaborazione del fallimento del '68 che non ha saputo ribellarsi, perché non aveva un irrazionale che pensasse e vedesse l’identità della donna. Il 2008 è anche l’anno della grande sconfitta (fallimento?) della sinistra radicale, che non ha più rappresentanza in parlamento. E Fagioli cerca di comprendere e spiegare qual è stato il motivo della sconfitta. Sullo sfondo l’immagine, la storia e l’identità dell’Analisi collettiva, che non è fallita e che si configura di volta in volta in un immagine di donna. Scrive Fagioli: «C’è stata l’assemblea
per la nuova sinistra; l’ho vista sullo schermo televisivo. C’era molta gente ed è comparso un primo piano più volte. Era un volto di donna luminoso e, con la sua comparsa nella rétina, simultaneamente, scomparvero i ricordi della persona vista il 19 gennaio e il 21 luglio, negli incontri con Bertinotti. Se la fisionomia del volto era riconoscibile, in verità era un’immagine nuova. Penso e vedo la piena del Tevere che, fluendo calma, porta via rottami di legno di vecchi barconi. Non so cosa è accaduto da gennaio a dicembre 2008. Forse quella fantasia, che è immagine inconscia non onirica, che faceva dire al volto diverso dal mio “il mio volto è la tua immagine interiore”, è stata mandata nel mondo inconscio, da una percezione di una realtà di donna che è diventata diversa da prima. Ed io torno psichiatra che, poveramente, pensa: forse ha realizzato la nascita a gennaio, ora è libera ed autonoma e intelligente e studiosa... senza identificazione con gli altri, e parla».
In questi articoli scritti e pubblicati nel 2008 sul settimanale "Left", Fagioli prende spunto da due film usciti a fine 2007, La giusta distanza e Signorinaeffe, per parlare del rapporto della sinistra con la donna. Il discorso teorico diventa proposta politica all’allora presidente della camera Fausto Bertinotti: rifondare la sinistra a partire dall’alleanza tra gli immigrati e le donne che possono realizzare la loro identità umana non essendo costrette a fare figli per alimentare le necessità dell’economia. Il rapporto con l’immagine di donna si approfondisce e si sviluppa legandosi all’elaborazione del fallimento del '68 che non ha saputo ribellarsi, perché non aveva un irrazionale che pensasse e vedesse l’identità della donna. Il 2008 è anche l’anno della grande sconfitta (fallimento?) della sinistra radicale, che non ha più rappresentanza in parlamento. E Fagioli cerca di comprendere e spiegare qual è stato il motivo della sconfitta. Sullo sfondo l’immagine, la storia e l’identità dell’Analisi collettiva, che non è fallita e che si configura di volta in volta in un immagine di donna. Scrive Fagioli: «C’è stata l’assemblea
per la nuova sinistra; l’ho vista sullo schermo televisivo. C’era molta gente ed è comparso un primo piano più volte. Era un volto di donna luminoso e, con la sua comparsa nella rétina, simultaneamente, scomparvero i ricordi della persona vista il 19 gennaio e il 21 luglio, negli incontri con Bertinotti. Se la fisionomia del volto era riconoscibile, in verità era un’immagine nuova. Penso e vedo la piena del Tevere che, fluendo calma, porta via rottami di legno di vecchi barconi. Non so cosa è accaduto da gennaio a dicembre 2008. Forse quella fantasia, che è immagine inconscia non onirica, che faceva dire al volto diverso dal mio “il mio volto è la tua immagine interiore”, è stata mandata nel mondo inconscio, da una percezione di una realtà di donna che è diventata diversa da prima. Ed io torno psichiatra che, poveramente, pensa: forse ha realizzato la nascita a gennaio, ora è libera ed autonoma e intelligente e studiosa... senza identificazione con gli altri, e parla».