La parola abito deriva dal latino habitus, che indica l’abitudine, il comportamento, il contegno. E l’abbigliamento infatti non modella solo il corpo, ma ne condiziona i movimenti e i gesti. Tra antropologia, storia e semiotica, la giovane studiosa Francesca Panini conduce un’analisi dell’abito clariano: non un vestito qualunque, ma una divisa, e una divisa religiosa, che condensa significati ufficiali e personali, illuminati dalle parole delle monache di clausura intervistate. Attorno all’abito prendono forma, così, quei valori in gioco di cui è segno, dentro e fuori i monasteri, in una dialettica che è parte viva della storia comune.
La parola abito deriva dal latino habitus, che indica l’abitudine, il comportamento, il contegno. E l’abbigliamento infatti non modella solo il corpo, ma ne condiziona i movimenti e i gesti. Tra antropologia, storia e semiotica, la giovane studiosa Francesca Panini conduce un’analisi dell’abito clariano: non un vestito qualunque, ma una divisa, e una divisa religiosa, che condensa significati ufficiali e personali, illuminati dalle parole delle monache di clausura intervistate. Attorno all’abito prendono forma, così, quei valori in gioco di cui è segno, dentro e fuori i monasteri, in una dialettica che è parte viva della storia comune.