Author: | Emilio Salgari | ISBN: | 9788868110017 |
Publisher: | Libri da leggere | Publication: | January 29, 2016 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Emilio Salgari |
ISBN: | 9788868110017 |
Publisher: | Libri da leggere |
Publication: | January 29, 2016 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
I predoni del Sahara venne pubblicato dapprima in dispense, ventidue per l’esattezza, a partire dal 1902. Le illustrazioni del primo libro completo, che risale al 1903, furono curate da Alberto Della Valle.
Il romanzo, che si può inserire nel genere avventuroso, possiede una trama molto lineare benché sia denso di personaggi minori e storie secondarie. Ogni personaggio, comunque, resta particolarmente a se stante e con un carattere ben definito. Attorno all’insieme di personaggi secondari e principali ruotano mori, beduini, negrieri, mendicanti e così via. L’ambientazione si svolge non solo nel deserto ma anche all’interno delle case che ospitano, nonostante appaiano grossolane, decine di tappeti, pregiati divani di seta e candelabri fatti di metalli preziosi.
L’opera è stata ispirata da alcune fonti che parlavano di quella particolare regione africana. In particolare, a quanto riportavano gli esploratori Tinné, Dornaux-Duperreé, Joubert, Caron e Barth. Inoltre, Emilio Salgari trovò di grande ispirazione il Giornale Illustrato dei Viaggi oltre al reportage di Edmondo De Amicis intitolato Marocco. In particolare considerazione venne preso il giornale realizzato da René Caillé che Salgari, probabilmente, aveva studiato in lingua francese. Si trattava del Journal d’un voyage à Tembouctou et à Jenee. Dal collega Salgari prese diversi spunti come, ad esempio, il trucchetto di mascherarsi da arabo per poter fuggire. Inoltre, di Caillé Salgari adotta anche il percorso che egli compie nel suo giornale: fa giungere i suoi personaggi a Timbuctù dal Marocco facendogli poi costeggiare le coste. L’autore veronese studiò anche le celebri avventure di Mungo Park. Anche in questo racconto lo scrittore veronese mette in scena la sua capacità enciclopedica. Egli conosceva, infatti, quanto di meglio potesse offrire l’esplorazione geografica del tempo. Un marinaio che riuscì a viaggiare per il mondo soltanto grazie alla sua penna comodamente seduto a casa sua. Come egli stesso dichiarò: Scrivere è viaggiare senza il peso delle valigie.
I predoni del Sahara venne pubblicato dapprima in dispense, ventidue per l’esattezza, a partire dal 1902. Le illustrazioni del primo libro completo, che risale al 1903, furono curate da Alberto Della Valle.
Il romanzo, che si può inserire nel genere avventuroso, possiede una trama molto lineare benché sia denso di personaggi minori e storie secondarie. Ogni personaggio, comunque, resta particolarmente a se stante e con un carattere ben definito. Attorno all’insieme di personaggi secondari e principali ruotano mori, beduini, negrieri, mendicanti e così via. L’ambientazione si svolge non solo nel deserto ma anche all’interno delle case che ospitano, nonostante appaiano grossolane, decine di tappeti, pregiati divani di seta e candelabri fatti di metalli preziosi.
L’opera è stata ispirata da alcune fonti che parlavano di quella particolare regione africana. In particolare, a quanto riportavano gli esploratori Tinné, Dornaux-Duperreé, Joubert, Caron e Barth. Inoltre, Emilio Salgari trovò di grande ispirazione il Giornale Illustrato dei Viaggi oltre al reportage di Edmondo De Amicis intitolato Marocco. In particolare considerazione venne preso il giornale realizzato da René Caillé che Salgari, probabilmente, aveva studiato in lingua francese. Si trattava del Journal d’un voyage à Tembouctou et à Jenee. Dal collega Salgari prese diversi spunti come, ad esempio, il trucchetto di mascherarsi da arabo per poter fuggire. Inoltre, di Caillé Salgari adotta anche il percorso che egli compie nel suo giornale: fa giungere i suoi personaggi a Timbuctù dal Marocco facendogli poi costeggiare le coste. L’autore veronese studiò anche le celebri avventure di Mungo Park. Anche in questo racconto lo scrittore veronese mette in scena la sua capacità enciclopedica. Egli conosceva, infatti, quanto di meglio potesse offrire l’esplorazione geografica del tempo. Un marinaio che riuscì a viaggiare per il mondo soltanto grazie alla sua penna comodamente seduto a casa sua. Come egli stesso dichiarò: Scrivere è viaggiare senza il peso delle valigie.