Così lontano e così vicino, l’Ottocento è il teatro di tutto ciò che oggi conosciamo. È il 1815 e Napoleone viene sconfitto a Waterloo, in una battaglia terrifi cante: le grandi monarchie tentano di ripristinare un ordine perduto, ma lo scenario è ormai gravido di confl itti. Tutta la prima parte del secolo è all’insegna delle rivoluzioni e dei sogni di indipendenza. La libertà dallo “straniero” viene cantata dai poeti e dal melodramma almeno quanto l’amore, come parte di un diffuso e rinnovato sentire che investe gli affetti, l’etica, la sensibilità. È il 1848 e il manifesto di Karl Marx entra nel cuore delle contraddizioni del capitalismo proponendo l’idea di una rivoluzione del proletariato sino ad allora inconcepibile. Il romanzo realistico assume la sua forma più matura: con Balzac, Zola, Flaubert diventa un prisma della realtà. Una nuova stagione politica si inaugura e la visione della storia non potrà rimanere la stessa. Ma è proprio nel campo della visione che l’Ottocento sconvolge per le sue rivoluzioni: la litografi a, la fotografi a, il cinema, la radiografi a: una folla di immagini trasforma i modi di conoscere e ricordare. Per tutto il secolo una ricerca instancabile irrora la medicina, i trasporti, l’ingegneria: dalla conservazione dei cibi ai grattacieli, dalla luce elettrica alle costruzioni in ferro, non c’è aspetto della vita quotidiana che non sia stravolto dalla tecnica e dall’industria. Tutta questa luce, certo, ha un prezzo. Est e Ovest, Nord e Sud del mondo sono tenuti insieme da una maglia di interessi economici e politici, culturali e scientifi ci; e, mentre l’India diventa una colonia inglese, l’Europa dei poeti e degli artisti percorre la corrente contraria: Rimbaud e Gauguin seguono le rotte lontane, alla ricerca dell’innocenza perduta, nel tentativo di non legare i propri destini a quelli degli schiavisti, per esempio, o dei sfruttatori senza scrupoli. L’Orizzonte del progresso si rispecchia nelle teorie evoluzionistiche e le scienze della terra e dell’uomo scrivono un nuovo romanzo entusiasmante, che indaga i fatti separandoli dalle credenze religiose. Romanzi che si scrivono nei nuovi templi della scienza: musei, biblioteche, università.
Così lontano e così vicino, l’Ottocento è il teatro di tutto ciò che oggi conosciamo. È il 1815 e Napoleone viene sconfitto a Waterloo, in una battaglia terrifi cante: le grandi monarchie tentano di ripristinare un ordine perduto, ma lo scenario è ormai gravido di confl itti. Tutta la prima parte del secolo è all’insegna delle rivoluzioni e dei sogni di indipendenza. La libertà dallo “straniero” viene cantata dai poeti e dal melodramma almeno quanto l’amore, come parte di un diffuso e rinnovato sentire che investe gli affetti, l’etica, la sensibilità. È il 1848 e il manifesto di Karl Marx entra nel cuore delle contraddizioni del capitalismo proponendo l’idea di una rivoluzione del proletariato sino ad allora inconcepibile. Il romanzo realistico assume la sua forma più matura: con Balzac, Zola, Flaubert diventa un prisma della realtà. Una nuova stagione politica si inaugura e la visione della storia non potrà rimanere la stessa. Ma è proprio nel campo della visione che l’Ottocento sconvolge per le sue rivoluzioni: la litografi a, la fotografi a, il cinema, la radiografi a: una folla di immagini trasforma i modi di conoscere e ricordare. Per tutto il secolo una ricerca instancabile irrora la medicina, i trasporti, l’ingegneria: dalla conservazione dei cibi ai grattacieli, dalla luce elettrica alle costruzioni in ferro, non c’è aspetto della vita quotidiana che non sia stravolto dalla tecnica e dall’industria. Tutta questa luce, certo, ha un prezzo. Est e Ovest, Nord e Sud del mondo sono tenuti insieme da una maglia di interessi economici e politici, culturali e scientifi ci; e, mentre l’India diventa una colonia inglese, l’Europa dei poeti e degli artisti percorre la corrente contraria: Rimbaud e Gauguin seguono le rotte lontane, alla ricerca dell’innocenza perduta, nel tentativo di non legare i propri destini a quelli degli schiavisti, per esempio, o dei sfruttatori senza scrupoli. L’Orizzonte del progresso si rispecchia nelle teorie evoluzionistiche e le scienze della terra e dell’uomo scrivono un nuovo romanzo entusiasmante, che indaga i fatti separandoli dalle credenze religiose. Romanzi che si scrivono nei nuovi templi della scienza: musei, biblioteche, università.