Author: | Mario Pazzaglia | ISBN: | 9788869730788 |
Publisher: | Salerno Editrice | Publication: | July 22, 2015 |
Imprint: | Salerno Editrice | Language: | Italian |
Author: | Mario Pazzaglia |
ISBN: | 9788869730788 |
Publisher: | Salerno Editrice |
Publication: | July 22, 2015 |
Imprint: | Salerno Editrice |
Language: | Italian |
Giovanni Pascoli (1855-1912) o la poetica dei morti, dei cari estinti, del nido infranto: è questa, piú o meno, l’immagine che del grande poeta romagnolo vive tuttora nella maggioranza dei suoi lettori, questa la sua voce piú nota e studiata (e non solo a scuola), piú “facile” e vulgata. Mario Pazzaglia, invece, intende offrire del Nostro un ritratto piú completo, che ne illustri i multiformi interessi, artistici e non, delineando al contempo l’evoluzione della sua poetica nel tempo. La poesia italiana e latina, dunque; ma anche la prosa, dal Fanciullino ai saggi danteschi, leopardiani e manzoniani; le importanti antologie italiane e latine; gli scritti etico-politici, che, pur nei loro limiti ideologici, conferiscono al poeta un posto di rilievo nell’àmbito del socialismo nazionalistico italiano, fra guerra di Libia e prima guerra mondiale. Una rilettura organica, pertanto, attenta alla grande invenzione formale che colloca con pieno diritto Pascoli in àmbito proto-novecentesco, ma anche ai suoi sviluppi ideologici culturalmente innovatori. E, in questo quadro, va sottolineato con forza il legame del poeta con il Simbolismo europeo, pur se avvicinato con autonomia e originalità, nonché con le proposte di maggior interesse del Positivismo coevo: dalla ricerca psicologica all’antropologia culturale. Un messaggio, quindi, ampio e articolato, ben lontano dalla vulgata opinio del “poeta delle piccole cose”. Le piccole cose, semmai, sono viste nel loro sempre inedito ricostruirsi nella coscienza e nella parola, al di là di ogni “modello” storico precostituito; nella coraggiosa accettazione della morte e dell’effimero; nella fondazione di una nuova “democrazia”, che apparenta in pari dignità esistenziale e poetica l’esile stelo e i mondi infiniti.
Giovanni Pascoli (1855-1912) o la poetica dei morti, dei cari estinti, del nido infranto: è questa, piú o meno, l’immagine che del grande poeta romagnolo vive tuttora nella maggioranza dei suoi lettori, questa la sua voce piú nota e studiata (e non solo a scuola), piú “facile” e vulgata. Mario Pazzaglia, invece, intende offrire del Nostro un ritratto piú completo, che ne illustri i multiformi interessi, artistici e non, delineando al contempo l’evoluzione della sua poetica nel tempo. La poesia italiana e latina, dunque; ma anche la prosa, dal Fanciullino ai saggi danteschi, leopardiani e manzoniani; le importanti antologie italiane e latine; gli scritti etico-politici, che, pur nei loro limiti ideologici, conferiscono al poeta un posto di rilievo nell’àmbito del socialismo nazionalistico italiano, fra guerra di Libia e prima guerra mondiale. Una rilettura organica, pertanto, attenta alla grande invenzione formale che colloca con pieno diritto Pascoli in àmbito proto-novecentesco, ma anche ai suoi sviluppi ideologici culturalmente innovatori. E, in questo quadro, va sottolineato con forza il legame del poeta con il Simbolismo europeo, pur se avvicinato con autonomia e originalità, nonché con le proposte di maggior interesse del Positivismo coevo: dalla ricerca psicologica all’antropologia culturale. Un messaggio, quindi, ampio e articolato, ben lontano dalla vulgata opinio del “poeta delle piccole cose”. Le piccole cose, semmai, sono viste nel loro sempre inedito ricostruirsi nella coscienza e nella parola, al di là di ogni “modello” storico precostituito; nella coraggiosa accettazione della morte e dell’effimero; nella fondazione di una nuova “democrazia”, che apparenta in pari dignità esistenziale e poetica l’esile stelo e i mondi infiniti.